CATANZARO Gli occhi lucidi e la voce tremante di Pietro, Luca, Giovanni e Fabrizio hanno saputo dare voce, con tutta l’autenticità e il coinvolgimento di chi ha capito cosa significa dare valore alla bellezza dei sentimenti, in ogni declinazione, a chi per anni non ha avuto fiato per gridare la rabbia e paura, la frustrazione per catene che non si riescono a spezzare, all’ingiustizia di una vita spezzata dal possesso e dalla prepotenza. Con la sensibilità di chi sta riaprendo gli occhi su una vita riconquistata che merita di essere vissuta – dal palcoscenico del Teatro Comunale di Catanzaro, nel centro del centro storico – guidati dalla mano sapiente e solida di Francesco Passafaro, prendendo in prestito le parole di attori, registi, scrittori, hanno raccontato storie di violenza, soprusi, prepotenza, trasformata in liberazione dando voce alle donne. E questo per festeggiare in maniera speciale i dieci attività della Casa Rifugio-Centro Antiviolenza “Mondo Rosa” – gestita dal Centro calabrese di solidarietà – la casa della speranza e del coraggio tanto è stato fatto per trasformare incubi in storie di rinascita. In questi dieci anni, i numeri dicono che tanto è stato fatto: hanno contattato “Mondo Rosa” 850 donne, sono state ospitate 138 tra donne e bambini, e 162 sono state le rinascite nel centro antiviolenza. E tanto altro ancora si farà grazie anche a chi, da domenica sera, ha deciso di intraprendere un percorso comune al Centro calabrese di Solidarietà certificando la condivisione di un progetto sociale e umano. Perché donare – non solo danaro ma prima di tutto tempo e passione – significa innescare un circuito virtuoso di crescita e condivisione. Lo spettacolo andato in scena domenica sera al Teatro Comunale, dal titolo “Donne al Centro”, è il primo degli eventi realizzato dal Settore Fundraising organizzato nell’ambito della campagna “Aiutaci ad Aiutare” del Centro Calabrese di Solidarietà grazie al contributo del personale, dei volontari e degli sponsor. Importante la vicinanza dimostrata dalla presenza di tanti cittadini, rappresentanti istituzionali e di associazioni che operano nel settore del volontariato, ed in particolare del sottosegretario di Stato all’Interno, Wanda Ferro – madrina di “Mondo Rosa” dalla sua fondazione – e l’arcivescovo metropolita di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago. “Essere qui alle prime dieci candeline di “Mondo Rosa” è un ritorno al passato, che ha segnato una visione totalmente diversa nell’approccio alla difesa dei più deboli – ha dichiarato l’on. Ferro ricordando l’operato di don Mimmo Battaglia, oggi arcivescovo di Napoli -. Per continuare in questo percorso serve l’impegno della politica, una politica che per la prima volta deve finalmente lavorare tutta quanta insieme. Dobbiamo parlare di prevenzione, di affiancamento a queste donne, della rete dei Centri antiviolenza che vanno sostenuti con maggiore impegno da parte di tutti, anche sul piano finanziario”. L’auspicio della sottosegretaria Ferro è che “Mondo Rosa possa appartenere a un futuro per tutte le donne e gli uomini che possano mettere al bando la violenza sulle donne.” “Voglio prima di tutto ricordare la straordinaria accoglienza che mi è stata riservata dal Centro Calabrese di solidarietà sin dal mio arrivo – ha detto monsignor Maniago. Isa mi ha fatto conoscere sin da subito la bellezza. Quella di “Mondo rosa” è una realtà che ha dieci anni di vita che sono così pochi, e così tanti. Tanti perché hanno già fatto dei miracoli, pochi perché ancora c’è da lavorare. Vedo “Mondo Rosa” come un germoglio – ha affermato l’arcivescovo -. Siamo nell’Avvento, e il profeta Isaia diceva ‘aprite gli occhi e guardate questo germoglio: da questo verrà qualcosa di bello, un fiore, e qualcosa di buono, un frutto. Mondo Rosa è un bel germoglio, dal quale vengono cose belle e anche buone”. “Questo ci fa sentire che il Centro calabrese di solidarietà è amato, che il Centro è importante non solo per noi che ci lavoriamo quotidianamente ma per la città – ha concluso la presidente Isolina Mantelli -. E questa è una garanzia, la garanzia che sarà aiutato e potrà sopravvivere. Mondo Rosa è cresciuto, affiancando donne tradite dall’amore e dagli uomini che hanno amato, bambini che hanno visto la violenza sui corpi delle loro madri. Abbiamo affiancato donne fragili che sono diventate leonesse e che sono uscite non più vittime ma cittadine di un mondo con tutta l’autorità di un’autodeterminazione. È questo Mondo Rosa: dà forza a donne deboli”. Importante la testimonianza della responsabile della Casa Rifugio-Centro Antiviolenza, Assunta Cardamone, a nome delle operatrici di Mondo Rosa. Abbiamo assistito a nuovi inizi, traballanti e incerti e condiviso nuovi percorsi, nascite e conquiste insperate – afferma Cardamone -. Abbiamo trovato nuove amiche, le loro storie di rinascita hanno reso più credibile ciò che agli occhi di giovani vittime sembra impossibile. Dalla violenza si può uscire e vivere una vita normale, quella che di diritto spetta a tutte”. La responsabile del Centro Studi, Katia Vitale, invece ha raccontato del laboratorio di scrittura creativa ideato dal Centro Calabrese di solidarietà e destinato ai minori vittime di violenza assistita, ospiti della Casa Rifugio “Mondo Rosa” con l’obiettivo di sensibilizzare tutta la comunità contro gli stereotipi di genere. Il laboratorio che – grazie al progetto “La storia di..” dedicato al sostegno dei minori vittime di violenza assistita, degli orfani di crimini domestici e alle loro famiglie affidatarie e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri (Dipartimento per le Politiche della Famiglia) – ha portato alla realizzazione del volume per l’infanzia intitolato “Controfiabe – 5 storie per ragazzi liberi e ragazze forti”. Come ha spiegato Francesco Passafaro prima e Nino Piterà alla fine dello spettacolo, a nome del gruppo che si occupa del settore, quella del fundraising non può essere semplicemente considerata come l’attività per “raccogliere fondi”: si tratta di coltivare, far crescere e sviluppare le risorse necessarie alla realizzazione di un progetto sociale, puntando anche al coinvolgimento delle persone che implementano le singole attività, siano esse volontari o dipendenti dell’organizzazione, e soprattutto i “donatori” che sono chiamati a diventare parte attiva nella declinazione progettuale di questo percorso di sviluppo. Sul palco anche la testimonianza di Patrizio Mirante, presidente dell’Associazione nata dall’invincibile ricordo di Sergio Mirante, giovane della nostra comunità, “nuotatore instancabile, sportivo inarrestabile, architetto mirabile, figlio, fratello e amico inestimabile. Fin dalla sua costituzione, l’associazione “Sergio Mirante” promuove e sostiene attività ricreative sportive e culturali, a fini educativi, pedagogici, di promozione sociale, di stampo solidaristico”. E da domenica sera ha assicurato la propria vicinanza anche a “Mondo Rosa”. Lo spettacolo ha visto succedersi sul palcoscenico del comunale le storie di donne vittime di violenza interpretate da quattro ospiti delle strutture del Centro, oltre che la musica del gruppo “Le Hibou” e le intense coreografie legate al tema del contrasto alla violenza sulle donne della compagnia di danza di Luisa Squillacioti.
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