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Lamezia, il ricordo degli otto ciclisti uccisi sulla SS18 a 12 anni dalla tragedia. «Dramma che non possiamo dimenticare» – FOTO E VIDEO

Celebrato il ricordo presso la stele dedicata alle vittime. Il monito: «Certe cose non devono più accadere». Ma sulla SS18 bisogna intervenire

Pubblicato il: 05/12/2022 – 16:29
di Giorgio Curcio
Lamezia, il ricordo degli otto ciclisti uccisi sulla SS18 a 12 anni dalla tragedia. «Dramma che non possiamo dimenticare» – FOTO E VIDEO

LAMEZIA TERME Dodici anni non spengono un ricordo, tutt’altro. Servono a far memoria, a ricordare una tragedia che ha sconvolto un’intera città, ancora viva nella mente di chi, quella domenica del 5 dicembre 2010, ha vissuto sulla propria pelle il dramma. Quello degli otto ciclisti, travolti da un’auto in corsa sulla strada statale 18, nei pressi della Marinella di Lamezia Terme. In sette morirono sul colpo, un ottavo ciclista morì, invece, dopo alcuni mesi: Fortunato Bernardi, Giovanni Cannizzaro, Pasquale De Luca, Domenico Palazzo, Rosario Perri, Vinicio Puppin, Francesco Stranges e Domenico Strangis, quest’ultimo morto all’ospedale di Cosenza dopo poco più di due mesi dall’incidente.

La tragedia degli 8 ciclisti

La loro morte fu una tragedia immane che segnò inesorabilmente non soltanto la vita e i destini degli amici e delle famiglie dei ciclisti coinvolti, ma la Calabria e un Paese intero, sconvolto da una strage senza precedenti. Suscitando al contempo un moto di indignazione. Il responsabile della strage degli 8 ciclisti è infatti Chafik El Ketani. Come dimostrerà il processo il giovane – all’epoca 22enne – si trovava alla guida della sua Mercedes grigia sotto l’effetto di droghe. E, per quella tragedia, ha pagato solo con 5 anni di condanna, anche perché il reato di omicidio stradale non c’era ancora. Di quel dramma restano le immagini terribili stampate nella memoria collettiva e un dolore perenne, silenzioso.

Il ricordo che si rinnova

A loro è stata dedicata un’area verde nei pressi del luogo del terribile incidente. Una stele, 8 alberi d’ulivo – uno per ogni vittima – e una cerimonia solenne che si ripete ogni anno, come questa mattina. Un momento di commozione e condivisione anche attraverso la deposizione di una corona di alloro in ricordo delle vittime. Presenti, tra gli altri, il sindaco Paolo Mascaro, il presidente del Consiglio comunale, Giancarlo Nicotera, i consiglieri comunali Rosario Piccioni e Alessandra Cittadino, istituzioni e forze dell’ordine.  «Una giornata tristissima – spiega al Corriere della Calabria il sindaco di Lamezia Paolo Mascaro – e ciò che è accaduto 12 anni fa è un qualcosa che non possiamo dimenticare, per questo deve essere un monito per l’operare, singolo e collettivo, da parte di tutti noi e per fare in modo che determinate cose non possano più accadere. Ma anche per fare in modo che giornate di sport, di socializzazione e di fratellanza siano una festa e mai rischiare di essere tragedia».

«Quest’area deve rimanere verde»

«Questo sito – spiega Mascaro – è in gestione ad un’associazione ma la nostra idea è quella di effettuare delle opere semplici di miglioramento. Questa è un’area che, a nostro parere, deve essere di ricordo e basta che sia un’area verde, dove ci sono questi otto bellissimi alberi d’ulivo che devono rappresentare l’eternità della presenza dell’essere umano sulla terra, e possano ricordare ciascuno di loro. L’intenzione è quella di renderla semplice, più accessibile e soprattutto un’area verde in maniera che chi passa da qui possa vedere questi otto alberi, possa ricordare la presenza di questi nostri otto concittadini, e possa avere una sensazione di bello come la semplicità della natura riesce a dare più di ogni altra cosa e di ogni altra opera».

«Bisogna fare molto per la sicurezza della SS18»

E, a proposito di memoria, ancora molto c’è da fare per la sicurezza della zona e del tratto della SS18. Sono passati 12 anni ma eppure le condizioni della statale sono ancora le stesse. «La SS18  – ci spiega Nicotera – da sempre e per le condizioni attuali significa pericolo e morte, in questo caso poi si è aggiunta quella che è stata la mano dell’uomo e quindi purtroppo è stata una strage. È chiaro che, come statale, bisogna assolutamente intervenire perché non è possibile mantenere questo tratto di strada in questo stato con scarsa illuminazione o con quelle che è la sagoma della strada attuale». «Noi – ricorda poi Nicotera – come amministrazione abbiamo cercato, anche con i privati specialmente d’estate, di far sì che i nostri giovani potessero usufruire per esempio di autobus e altro per rientrare dai luoghi di divertimento proprio per evitare che guidassero la macchina in un’ora tarda o in un momento in cui non hanno propriamente le piene capacità». «Questo è un primo passo, è chiaro che bisogna poi fare molto ancora sulla prevenzione e su quello che è l’educazione stradale che, se all’epoca ci fosse stata, avrebbe impedito la strage degli otto amati figli della nostra terra». (g.curcio@corrierecal.it)

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