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Illegittimo e obsoleto, il Psc non convince Lamezia e il centrosinistra. «Basta cementificare la Calabria»

Incontro organizzato al Chiostro, Irto: «Puntare sulla riqualificazione». Masi: «Nessun senso». Mammoliti: «Lamezia fondamentale». Gigliotti: «Basta cemento»

Pubblicato il: 06/12/2022 – 9:01
di Giorgio Curcio
Illegittimo e obsoleto, il Psc non convince Lamezia e il centrosinistra. «Basta cementificare la Calabria»

LAMEZIA TERME Un dibattito che non accenna a placarsi, tutt’altro. Anche perché in gioco c’è il futuro della città di Lamezia Terme e la sua urbanizzazione, legata a doppio filo alle scelte dell’attuale amministrazione comunale, guidata dal sindaco Paolo Mascaro, e alle strategie di rilancio che passano necessariamente da una nuova visione. Ed è in questo scenario che si inserisce il tanto discusso PSC, quel piano che finora ha raccolto molti più dissensi che consensi, squarciando il velo su una visione che, per molti, poco ha a che vedere con una prospettiva moderna, funzionale e soprattutto sostenibile di una città.  Dubbi sulla legittimità da una parte, ma anche quelli più connessi alle scelte ritenute ormai obsolete, così come sottolineato dal presidente del Pd di Lamezia Terme, Gennarino Masi, nel corso dell’incontro organizzato al Chiostro che ha visto la partecipazione del consigliere comunale Rosario Piccioni e dell’avvocato Nicolino Panedigrano.

Masi: «Servirebbe tutt’altro per Lamezia»

Ai microfoni del Corriere della Calabria Masi ricorda che «l’ultimo indice rilevazioni Istat dal 2021 dice che, in media, ci sono circa 5mila abitanti in meno a Lamezia Terme, quindi con un surplus di abitazioni che avevamo, continuare a edificare sempre di più non ha senso perché non c’è mercato, e quindi si continua a consumare suolo quando, in questo momento storico, con il risparmio energetico, ci sarebbe bisogno di tutt’altro e ci sarebbe bisogno soprattutto di una riqualificazione adeguata».  

Irto: «Basta cementificare il suolo calabrese»

Incontro molto partecipato quello organizzato a Lamezia Terme dal centrosinistra progressista, che ha visto anche la presenza del consigliere regionale del Pd, Raffale Mammoliti, ma anche del senatore Nicola Irto, secondo il quale il ruolo centrale di Lamezia è cruciale per l’intera Regione ma, soprattutto, occorre un deciso cambio di passo e mentalità perché «serve pensare a come le nostre città e come i nostri borghi si debbano riqualificare, pensare al loro futuro e non si può pensare che gli strumenti urbanistici diventino uno strumento burocratico e basta o uno strumento che pensi ancora a cementificare il territorio calabrese». Secondo Irto «i dati ci dicono che in Italia abbiamo tre volte le abitazioni che servirebbero per gli italiani, probabilmente il dao in Calabria quasi raddoppia per questo oggi, pensare di continuare una cementificazione senza regole, è inutile e dannosa e non è utile al futuro di questa regione». «Quindi è opportuno che i piani regolatori, lo sviluppo urbano, la rigenerazione urbana, la riqualificazione degli spazi pubblici, la riqualificazione di tantissime aree della nostra regione in stato di abbandono, la riqualificazione e il riuso di molti centri storici della nostra regione devono essere un punto centrale dello sviluppo della nostra terra». 

mammoliti

 Mammoliti: «Lamezia città importante» 

Secondo il consigliere regionale Raffaele Mammoliti «Lamezia è una città importante della regione Calabria, quindi lo strumento urbanistico è uno degli strumenti più importanti non solo per la crescita urbanistica, ma anche per definire un’idea di crescita e di sviluppo della città che all’interno della Regione riveste un ruolo importante è fondamentale».

Gigliotti: «Stiamo pregiudicando il futuro dei nostri giovani»

Giuseppe Gigliotti di Italia Nostra, invece, si chiede: «Che senso ha riproporre altre costruzioni per devastare ancora altro territorio e altro suolo e invece non puntare alla rigenerazione urbana e non puntare al recupero dell’esistente. Perché questo darebbe anche senso identitario. In questo modo, invece, la scelta che hanno fatto i tecnici e gli amministratori per il PSC, punta sostanzialmente a costruzioni dilaganti, per cui questa città viene sacrificata al cemento e al consumo del suolo senza esservi nessuna necessità e il suolo è un patrimonio non solo per l’oggi, ma soprattutto per il domani. Se non invertiamo questa rotta, pregiudichiamo il futuro delle nuove generazioni, il futuro dei giovani di oggi e quelli di domani». (g.curcio@corrierecal.it)

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