COSENZA Nel mentre il Presidente/Commissario On. Occhiuto sembra affrontare le problematiche del “sistema salute calabrese” manifestando la necessità di obiettivi di efficienza ed efficacia dei servizi e soprattutto di legalità e velocità burocratica, di contro la gestione dell’iter procedurale per la costituzione dell’Azienda O.U. “Renato Dulbecco” non presenta un quadro di riferimento programmatico chiaro e puntuale. Ne è prova quanto previsto dal programma operativo 2022-2025, approvato con DCA n. 162 del 18.11.2022, laddove al punto 10.1 viene delineata la tempistica della fusione per incorporazione dell’Azienda Pugliese-Ciaccio nell’Azienda O.U. “Mater Domini”, che comporterà significative variazioni dello stato giuridico-economico. Per la prima volta, il POR rileva un deplorevole “vulnus” amministrativo regionale sulla costituzione dell’Azienda “Mater Domini”, in quanto si stabilisce la necessità di pervenire ad un provvedimento governativo che garantisca “>la conservazione ex tunc dei valori giuridici conseguiti dall’incorporante a tutt’oggi” dal momento che l’atto presidenziale n. 170 del febbraio 1995 si ritiene >“nullo”. Per tale motivo il DCA 162/2022 prevede di ricorrere all’istituto della conversione, da perfezionarsi con un decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’art. 8 del D. L.gs. 517/99, il cui procedimento doveva avere inizio con l’istanza del Commissario ad Acta ad aprile 2022, costituendo il secondo step del POR. Il terzo step ed il quarto step prevedono l’istanza del Commissario ad acta al MIUR (maggio/giugno 2022) e l’adozione del DPCM che dovrebbe formalizzare l’intervenuta costituzione dell’Azienda O. U. “Renato Dulbecco” (settembre 2022). Non si può non rilevare, a questo punto, il mancato assolvimento degli obblighi previsti nel POR e la perdita di tempo (oltre sei mesi) per non avere rispettato le scadenze convenute ed accettate dai Tavoli Ministeriali (“Adduce”). Tant’è che questi ultimi, pur essendo le enunciate scadenze rappresentate nelle diverse versioni del programma operativo in loro possesso, non hanno proceduto a fare – a quanto è a conoscenza della CISL Medici – alcuna eccezione, diversamente da altre previsioni. Tutto ciò genera una pericolosa confusione anche in rapporto al provvedimento legislativo regionale n. 33/2021 e potrebbe determinare un ritardo nella realizzazione della fusione. A fronte di siffatta disfunzione, se quanto previsto nel POR è acclarato anche dal Ministero della Salute, occorre porvi subito rimedio senza “voltare le spalle”, anche a tutela dell’immagine aziendale e dei lavoratori che di fatto prestano servizio nella “Mater Domini”.
Nel frattempo, solo il primo step si è realizzato a marzo 2022 e cioè la costituzione della Commissione Tecnica Paritetica per la definizione del protocollo d’intesa tra Regione Calabria ed Università Magna Graecia da redigere ai sensi del D. Lgs. 517/99.
Secondo la norma regionale, la Commissione, “orfana” del noto docente in diritto sanitario Ettore Jorio, doveva svolgere le attività prodromiche alla definizione del testo del protocollo suddetto. Tuttavia, la Commissione sembra abbia stilato un documento con un modello organizzativo già ben definito, con diversi rimandi ad ulteriori accordi regionali e con rilevanti limiti ed indicazioni, anche con caratteristiche personalizzate. Sulla situazione patrimoniale della istituenda Azienda O.U. “Renato Dulbecco”, enunciata nel programma operativo, che deve essere costituita dalla aggregazione dei rispettivi saldi” aleggiano i pregressi debiti delle due Aziende, il cui ammontare “monstre” sfiorerebbe i 250 milioni circa di euro.
Nel protocollo licenziato dalla Commissione si aggiungerebbero ulteriori necessità di finanziamenti relativi alla istituzione di nuove strutture sanitarie e del Pronto Soccorso a direzione universitaria. In tale contesto, bisognerebbe procedere alle necessarie valorizzazioni economiche utili alla fusione, ripianando il disavanzo pregresso da parte della Regione con la compartecipazione anche dell’Università, stabilendo i criteri e le quote percentuali, come previsto nel DPCM 24 maggio 2001, ma di cui sembra non vi sia traccia nel protocollo redatto dalla Commissione, tutt’altro che paritetica.
Segretario Regionale Cils Medici *
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