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«In Valle d’Aosta la presenza della ‘ndrangheta è ultradecennale. Non ci sono isole felici»

Il presidente del consiglio regionale Bertin rilancia l’allarme. «I clan si nascondono dietro gli affari e cercano appoggi politici»

Pubblicato il: 08/12/2022 – 7:35
«In Valle d’Aosta la presenza della ‘ndrangheta è ultradecennale. Non ci sono isole felici»

AOSTA «La presenza della ‘ndrangheta sul nostro territorio è ultra decennale e richiede una risposta collettiva. Non esistono isole felici, non sono mai esistite: il problema c’è e riguarda tutti». Lo dice il presidente del Consiglio regionale della Valle d’Aosta Alberto Bertin aprendo il convegno “Mafie, corruzione e ruolo degli Enti locali”, organizzato dal Consiglio Valle nell’ambito delle attività di formazione dell’Osservatorio regionale permanente sulla legalità e sulla criminalità organizzata e di tipo mafioso, in collaborazione con il Celva. Il convegno si è svolto nella sala Maria Ida Viglino di Palazzo regionale, ad Aosta. «Oggi l’azione più pervasiva e preoccupante della criminalità organizzata si nasconde dietro gli affari, cerca appoggi politici, usa strategie che le permettono di non apparire e ricorre al denaro per corrompere», sottolinea Bertin, che è anche presidente dell’Osservatorio antimafia. E aggiunge: «Le amministrazioni locali sono le prime ad essere oggetto delle attenzioni mafiose e sono la prima linea di difesa e di contrasto all’espansione di questi fenomeni». Durante l’incontro, moderato da Silvia Nejrotti, responsabile della formazione dell’associazione Avviso Pubblico, è stato affrontato il tema del ruolo dell’ente locale nell’attuale contesto socio-economico, in relazione all’esercizio della funzione istituzionale come presidio trasversale di legalità e giustizia, di cui ha parlato Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico.
Nicoletta Parisi, professoressa in diritto e politiche di contrasto alla corruzione interna e internazionale dell’Università Cattolica e già consigliera dell’Autorità nazionale anticorruzione, ha dato alcune indicazioni per il buon uso delle risorse dal Pnrr con particolare attenzione al contrasto alla corruzione e alla infiltrazione criminale mentre Davide Mattiello, consulente della commissione Antimafia e componente del Comitato scientifico dell’Osservatorio Agromafie della Coldiretti, ha evidenziato l’importanza strategica per le istituzioni pubbliche di avere contezza delle trasformazioni del fenomeno mafioso. «I territori più piccoli, che si pensa siano più protetti, sono spesso quelli più a rischio – conclude Ronny Borbey, sindaco di Charvensod e componente del cda del Celva -. È importante informarsi, capire le dinamiche, i potenziali segnali di pericolo per individuare le associazioni criminali operanti sui nostri territori. Gli enti locali valdostani, che sono tutti rappresentati tramite il Celva, continueranno a dare il loro contributo su questo tema così importante e i corsi di formazione ne sono un esempio significativo».

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