LAMEZIA TERME «Siamo in una fase di congressuale, costituente e di rilancio, che andrà costruita attraverso non solo il confronto tra i candidati, che ovviamente ci sarà, ma anche attraverso un confronto vero su questioni vere». Non usa tanti giri di parole il senatore del Partito democratico, Nicola Irto, ai microfoni del Corriere della Calabria. E quando Irto parla di “temi veri” indica il Mezzogiorno e soprattutto la Calabria. «I candidati – spiega Irto – e l’assise congressuale del Pd spero possa affrontare in maniera forte e netta non discussioni inutili o che non interessano nessuno, ma parlare di questioni vere che interessano la parte che più sta indietro che è il Mezzogiorno del Paese e la Calabria».
Per il Partito democratico si appresta ad entrare in una fase congressuale cruciale per il suo futuro con l’indicazione del nuovo segretario dopo le dimissioni di Enrico Letta. Il nome forte degli ultimi giorni è quello della deputata Elly Schlein sul quale si è già aperto un confronto interno ed esterno al Pd e tra chi, invece, preferirebbe Stefano Bonaccini, attuale presidente della Regione Emilia-Romagna. Ma, al di là di nomi e prospettive nazionali, secondo Nicola Irto bisogna necessariamente tener conto della linea politica intrapresa dal governo Meloni. Un governo che «vuole spingere e accelerare sull’autonomia differenziata che sarebbe ancora una volta un dividere il Paese, un aumentare le distanze tra il nord e il sud e chi ne pagherebbe di più sarebbero i cittadini del Sud e della Calabria».
Riflettori accesi poi sulla tanto discussa manovra finanziaria, già bocciata dai sindacati (in protesta il 12 dicembre a Catanzaro) ma che ha registrato perplessità da politici e Banca d’Italia. Per il senatore calabrese del Pd si tratta di «una manovra che non va a sanare, non va ad aiutare i bisogni dei cittadini semmai ci sono delle scelte strategiche che mirano a cambiare il paradigma». E Irto pensa in particolare «all’aumento del tetto del contante che aumenterà lavoro nero, l’evasione e non serve perché tra l’altro è una misura già contestata a livello europeo e dalla Banca d’Italia».
Serve, dunque, essere seri e «mettere in campo delle misure vere – spiega infine Irto – che aiutino i cittadini. E se pensiamo che hanno annullato anche il credito di imposta dal primo gennaio 2023 per tutte le imprese e addirittura per le Zes, allora vorrei capire qual è l’impegno di questo governo. Dicevano di essere pronti, mi pare dopo un mese e mezzo che più che pronti sembrano cotti». (g.curcio@corrierecal.it)
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