VIBO VALENTIA Entro fine anno, al massimo agli inizi di gennaio 2023, inizieranno i lavori di costruzione del nuovo ospedale di Vibo Valentia. L’annuncio del sindaco Maria Limardo, arrivato nei giorni scorsi, rinnova la speranza per la sanità della città di Vibo Valentia e del comprensorio vibonese. Ma, in attesa che le promesse diventino presto realtà – al massimo entro un triennio – c’è da fare i conti con la situazione attuale dell’ospedale “Jazzolino” e un quadro generale che da mesi parla di vera emergenza.
Non è un caso se, nelle ultime ore, a richiamare l’attenzione sulle criticità dell’ospedale vibonese siano state le sigle sindacali di categoria Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, che hanno acceso i riflettori sui medici in servizio al pronto soccorso dello Jazzolino, la cui cronica e grave carenza è stata denunciata numerose volte sia dai medici stessi che dagli utenti. «Attualmente – hanno scritto in una lettera – sono rimasti solo otto medici, di cui due in malattia e un terzo con limitazioni (per cui si occupa soltanto dei codici bianchi). Ne restano appena cinque i quali non possono coprire i turni h 24». Insomma, un quadro emergenziale molto preoccupante che si inserisce in uno scenario generale ancora in via di definizione.
Ad intervenire sul caso vibonese sono stati due consiglieri regionali, Raffaele Mammoliti e Antonio Lo Schiavo. Secondo l’esponente del Partito democratico calabrese «bisogna intervenire con immediatezza dal punto di vista dell’organico, dal punto di vista del rafforzamento e del potenziamento non solo del personale, ma anche della strumentazione e del rifacimento anche della tenuta dell’immobile». Per Mammoliti «è chiaro che in termini di prospettiva, la costruzione del nuovo ospedale rimane un’infrastruttura strategica fondamentale per la sanità Vibonese e non solo perché il nuovo ospedale avrà una capacità che non riguarderà solo i posti letto, ma anche per dov’è collegata geograficamente vicino l’autostrada, avrà una funziona nella rete ospedaliera regionale». «Quello – conclude Mammoliti – rimane l’obiettivo strategico fondamentale ma, nel frattempo, la sanità deve garantire l’esigibilità del diritto dei livelli essenziali attraverso il potenziamento e il rafforzamento prima del personale, ma anche di tutta la strumentazione necessaria per garantire anche ai cittadini vibonesi il diritto alla salute».
Secondo il consigliere Lo Schiavo, invece, «il pronto soccorso dello “Jazzolino” è quasi come una sorta di “tappo” di tutte le tensioni sociali perché da un lato abbiamo cittadini costretti a stare ore ed ore ad attendere una prestazione medica perché non vi sono i mezzi e le strutture, gli uomini che possano garantire tempi celeri nella garanzia del diritto alla salute, ma dall’altro lato abbiamo medici che lavorano in condizioni di stremo, lasciati soli ad affrontare un’emergenza che è più grande di loro» . «Tutti sono penalizzati da questa situazione, cittadini, medici e utenti. Qui la responsabilità è davvero della politica e delle istituzioni perché, di fronte alla gravità della situazione, dobbiamo adottare provvedimenti straordinari. Il pronto soccorso di Vibo che funziona con 7 o 8 medici, in realtà ha bisogno di almeno quattro volte il numero di medici esistenti, ma non è solo un problema di personale, qui c’è proprio un problema di organizzazione. Altrimenti noi nell’attesa del nuovo ospedale, avremo casi di malasanità e questo è inaccettabile». (g.curcio@corrierecal.it)
x
x