Arrivano i primi posizionamenti ma ancora il grosso del partito non si sbilancia. L’ufficializzazione delle candidature per la guida del Pd – al momento in lizza il governatore emiliano Stefano Bonaccini, la sua vice Elly Schlein, l’ex ministro Paola De Micheli – accelera la riflessione nel partito calabrese ma è una riflessione allo stato ancora embrionale, sul filo dell’incertezza. Un’incertezza che deriva anche dall’incertezza che si respira al Nazareno, dove peraltro si sta verificando un fenomeno che avrà ovviamente anche risvolti territoriali: la sensazione di una scomposizione delle aree e delle correnti, che si stanno disperdendo al loro interno in rivoli diversi.
In Calabria la percezione che si coglie tastando il polso ai democrat è che nessuno dei tre candidati alla segreteria – come suol dirsi – scalda particolarmente i cuori, nel senso che ognuno dei tre presenta indicazioni ma anche controindicazioni, configurandosi ancora come delle incognite. A livello regionale – racconta chi conosce bene le dinamiche interne al Pd – il segretario Nicola Irto, neo senatore, si starebbe muovendo nel solco della linea emersa dalle ultime assemblee e direzioni congiunte, quella di tenere sostanzialmente unito il partito, o almeno il grosso del partito calabro orientandolo su quel candidato alla segreteria che dirà più garanzie di attenzione verso la Calabria e il Mezzogiorno. Un obiettivo sicuramente ambizioso, che vorrebbe anche riproporre lo schema unitario che ha portato Irto alla segreteria dem in Calabria, ma che si starebbe scontrando già con una realtà molto più frastagliata. Anzitutto il tema della priorità verso il Sud infatti non sembra stia granché emergendo nelle prime uscite pubbliche dei pretendenti alla successione di Enrico Letta, a parte intenzioni molto generiche. In più – com’è peraltro fisiologico nelle fasi congressuali – quello dell’unità anche in Calabria è tutt’altro che un dogma: un conto era uscire dal lungo commissariamento, un conto è ragionare quando in ballo c’è l’identità complessiva del Pd, se non addirittura il suo futuro. In linea generale, dai “movimenti” che si intravvedono si può dire che in Calabria a esempio la figura di Bonaccini sembra faccia più presa nel cosiddetto “apparato” di partito e tra gli eletti rispetto alla Schlein, che invece starebbe suscitando interessi ed endorsement soprattutto tra i militanti, tra i giovani e tra ex iscritti che ora fanno di nuovo un pensierino a ri-iscriversi. Ma questo schema, sia pure delineato, non è assoluto nel senso che ammette eccezioni e distinguo.
C’è anche da dire che il profilo di Bonaccini, nonostante gli sforzi del presidente dell’Emilia Romagna, sconta ancora una matrice correntizia – quella di Base Riformista, in pratica gli ex renziani – che non lo starebbe rendendo completamente attrattivo. È anche vero peraltro che questa volta l’obbedienza di corrente in Calabria non sarebbe automatica. Comunque, fare una mappa sui posizionamenti al momento è operazione complessa, e si può andare per tendenze e indiscrezioni, a parte qualche punto certo che già c’è. A esempio, con Bonaccini si schiererà sicuramente il sindaco sospeso di Reggio Giuseppe Falcomatà, mentre la De Micheli in Calabria ha come sua principale sostenitrice la già parlamentare Enza Bruno Bossio, che sta trainando su questa posizione molto del pianeta femminile dei democrat regionali. In tanti nel Pd di Calabria aspettano di vedere come si muoveranno i loro leader di riferimento, anzitutto Andrea Orlando e Dario Franceschini (che peraltro guarda molto alla Schlein), anche se stavolta non è scontato che li seguiranno a occhi chiusi come in passato. Con la Schlein fonti accreditate del Pd calabrese posizionano a esempio il dirigente nazionale Carlo Guccione e il capogruppo alla Regione Mimmo Bevacqua a maggior ragione se Franceschini dovesse sostenere la vicepresidente emiliana. Con Bonaccini potrebbe invece posizionarsi il consigliere regionale Ernesto Alecci, Il quadro comunque nel complesso è ancora enigmatico, e tutti di fatto attendono anche l’esito delle interlocuzioni che il segretario Irto sta intrattenendo al Nazareno. (a. c.)
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