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L’intervista

Farmaci indisponibili in Calabria, Urso: «C’è un progetto a garanzia delle cure» – VIDEO

È terza per numero di segnalazioni. La Sifo in campo per fronteggiare il fenomeno. Il dirigente dell’Annunziata è coordinatore nazionale di “DruGhost”: «Prima regione a promuovere l’iniziativa»

Pubblicato il: 10/12/2022 – 14:00
di Roberto De Santo
Farmaci indisponibili in Calabria, Urso: «C’è un progetto a garanzia delle cure» – VIDEO

COSENZA C’è un fenomeno che preoccupa le strutture assistenziali e sanitarie calabresi. E non solo. Un timore che interessa da vicino pazienti e familiari dei soggetti colpiti da particolari patologie che spesso hanno difficoltà di accesso alle cure per la temporanea o prolungata indisponibilità dei farmaci specifici. E che per questo sono costretti, nella migliore delle ipotesi, ad utilizzare terapie alternative.
Un fenomeno che riguarda l’intera rete di assistenza sanitaria composta da ospedali e strutture territoriali e che puntualmente denunciano quando si creano i casi.
E se il problema è legato ad un farmaco carente, cioè non reperibile sull’intero territorio nazionale perché il titolare dell’Autorizzazione all’immissione in commercio (Aic) temporaneamente non può garantire una fornitura continuativa, è l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a provvedere strutturalmente autorizzando l’importazione del farmaco dall’estero.
Nel caso delle indisponibilità, invece, la criticità interessa un singolo territorio o, spesso, l’intero territorio nazionale e si manifesta improvvisamente. In questi casi, il problema “esplode” senza alcun preavviso causando una disfunzione della catena terapeutica di ospedali e rete di assistenza territoriale.
Per sopperire a queste vere e proprie emergenze la Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo) ha lanciato tre anni fa una piattaforma chiamata “DruGhost” per mappare il fenomeno.

Calabria al terzo posto per segnalazioni

Fonte: Sifo

Ed i risultati dimostrano quanto sia diffuso il problema. Stando ai dati forniti da Sifo, emerge che da gennaio allo scorso 3 dicembre sono state 17.563 le segnalazioni di criticità che hanno riguardato 1.214 farmaci indisponibili nel tempo, 522 attualmente indisponibili, 600 tornati disponibili ed infine 92 farmaci che da indisponibili si sono tramutati in carenti. In quest’ultimo caso con la conseguente segnalazione all’Aifa per l’attivazione dello specifico iter.
Gran parte di queste segnalazioni, registrate sulla piattaforma della Sifo, sono state fornite dalla Regione Toscana, ma la Calabria per numero di segnalazioni è risultata al terzo posto.
Passando a setaccio i dati infatti, emerge che – escludendo la Toscana – ben il 17% dei casi si sono avuti nella rete ospedaliera e territoriale calabrese. Da qui l’attenzione ad un fenomeno che dunque riguarda molto da vicino la sanità regionale.
Mappato, da un progetto di cui è coordinatore nazionale Filippo Urso dirigente Farmacista dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, nonché segretario regionale della Calabria della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo).

Quanto è diffuso il fenomeno della mancanza di farmaci in Calabria?
«La temporanea irreperibilità di un farmaco rappresenta una importante criticità per le strutture ospedaliere e territoriali dell’intero Servizio sanitario nazionale. E la situazione in Calabria non è diversa da quella del resto d’Italia. Il fenomeno delle carenze di farmaci è in aumento ma, questo bisogna precisarlo subito, per i farmaci cosiddetti “critici”, cioè quelli con assenza di alternative terapeutiche, non c’è stata variazione numerica. Per questi presidi si ricorre all’importazione dall’estero. L’incremento delle carenze, quindi, riguarda soprattutto aspetti commerciali, ovvero per prodotti di cui si interrompe la commercializzazione per motivazioni economiche. Le vere e proprie “emergenze”, cioè i casi in cui davvero non si ha alternativa terapeutica, sono 3-4 all’anno. Diverso è il fenomeno delle indisponibilità. In questo caso si intende, di un medicinale per il quale la difficoltà di reperimento non sia correlata a problematiche produttive, ma a disfunzioni della filiera distributiva. Le indisponibilità al contrario delle carenze, generalmente non si manifestano in maniera uniforme sul territorio nazionale e sono dovute a distorsioni del mercato spesso collegate alle dinamiche del circuito distributivo. In questi casi pertanto il medicinale, in teoria presente nei depositi del titolare all’Autorizzazione all’Immissione in Commercio, non viene consegnato in alcune zone o ospedali. Il medicinale carente è presente in apposito elenco pubblicato sul sito dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ed aggiornato costantemente. Per questi medicinali, Aifa adotta un provvedimento (es. autorizzazione all’importazione dall’estero) per ovviare alla carenza. Cosa che assolutamente non avviene in caso di indisponibilità, perché l’Agenzia regolatoria non ne è informata, pertanto l’effetto è identico, il farmaco viene ordinato ma non consegnato. In questo caso non c’è un provvedimento di Aifa che possa aiutare le strutture a sopperire alle lacune. Le indisponibilità, proprio perché spesso “nascoste”, possono quindi creare forti disagi».

Filippo Urso dirigente Farmacista dell’Azienda ospedaliera di Cosenza è coordinatore nazionale del progetto “DruGhost” della Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo)

Quali sono le cause di queste carenze nella nostra regione?
«La “carenza” di un medicinale, intesa come difficoltà o impossibilità per il paziente nel suo reperimento, è un fenomeno che può avere carattere temporaneo o permanente e può essere determinato da diverse problematiche, tutte ascrivibili al titolare dell’autorizzazione all’immissione in commercio, quali, per esempio, l’irreperibilità del principio attivo, problematiche legate alla produzione, provvedimenti di carattere regolatorio, imprevisto incremento delle richieste di un determinato medicinale, o emergenze sanitarie. Le indisponibilità, al contrario delle carenze, generalmente non si manifestano in maniera uniforme sul territorio nazionale e sono dovute a distorsioni del mercato spesso collegate alle dinamiche del circuito distributivo».

A differenza dei casi di farmaci carenti, gestiti dall’Aifa, il problema dell’indisponibilità “esplode” senza alcun preavviso causando una disfunzione della catena terapeutica di ospedali e rete di assistenza territoriale

Che effetti determinano sul corretto funzionamento ad esempio delle strutture sanitarie regionali?
«Le carenze e le indisponibilità di farmaci hanno un impatto che può essere importante. Possono, infatti, incidere significativamente sulla qualità di cura dei pazienti in quanto ciò può comportare l’interruzione totale o parziale del trattamento terapeutico o la necessità del passaggio a un’alternativa terapeutica che potrebbe risultare meno efficace o, comunque, richiedere una fase di assestamento. Questa situazione si verifica perché, per una ottimizzazione delle risorse e degli spazi nei magazzini degli ospedali e dei Servizi farmaceutici territoriali, non si hanno grosse scorte di medicinali, ma si fanno ordini frequenti. E quando le forniture non vengono garantite nelle quantità e nei tempi indicati nei contratti di fornitura stipulati tra: le Aziende sanitarie o le Centrali regionali di acquisto e le Aziende Farmaceutiche aggiudicatarie delle procedure di gara, si genera il vulnus».

Fonte: Sifo

Come affrontare nel quotidiano la mancanza di farmaci?
«I farmacisti del Servizio sanitario nazionale, in collaborazione con gli organi istituzionali, sono costantemente impegnati a gestire ed attenuare gli effetti di indisponibilità e carenze sia mettendo in atto varie strategie attraverso la gestione delle scorte, l’individuazionedi terapie e forniture alternative, e, ove previsto, la gestione delle procedure per l’importazionedel farmaco analogo dall’estero; sia attraverso azioni di informazione, formazione e vigilanza. Come farmacisti ospedalieri e dei Servizi farmaceutici territoriali siamo impegnati costantemente a valutare le criticità e le strategie d’intervento necessarie ad assicurare e garantire ai pazienti la continuità delle terapie».

Ben il 17% delle segnalazioni di indisponibilità di farmaci (escludendo la Toscana) si sono registrate in Calabria

Quali soluzioni potrebbero rivelarsi utili per superare strutturalmente questa criticità?
«Le carenze sono gestite da Aifa, mentre per le indisponibilità una soluzione è stata proposta dalla Società italiana di farmacia ospedaliera (Sifo). È stato avviato un progetto denominato “DruGhost”, in stretta collaborazione con Aifa, che prevede di attivare ed alimentare un database nazionale delle indisponibilità dei farmaci al fine di mappare e quantificare un fenomeno che viene percepito come di primaria importanza, come risulta da diverse survey condotte anche a livello europeo. In particolare si tratta di una piattaforma web based inserita all’interno del portale istituzionale www.sifoweb.it, alimentata dai farmacisti ospedalieri per raccogliere tutte le segnalazioni di farmaci indisponibili. Il tutto gestito da un team che coordino in collaborazione con il segretario nazionale Sifo, Marcello Pani, ed Enrico Pasut, Raffaele Petti, Domenico Tarantino e Mery La Franca».

Quali iniziative avete intrapreso in Calabria?
«La Calabria è stata la prima regione, assieme a Lazio e Puglia, a promuovere questo progetto. È la motivazione alla base della scelta di affidare alla nostra struttura il coordinamento nazionale dell’iniziativa. Attualmente DruGhost è attivo su tutto il territorio nazionale, e sono in corso eventi nazionali e regionali per diffonderlo sempre più». 

Fonte: Sifo

Come funziona “DruGhost” a livello di territorio calabrese?
«I soci Sifo calabresi possono inserire le indisponibilità sul portale e scaricare il database. Questo può essere consultato filtrando la ricerca per farmaco, per tipologia di farmaco o per zona di segnalazione dell’indisponibilità. Un sistema che permette così agli utenti di essere informati sulla situazione nazionale o calabrese».

Cosa chiedete alle istituzioni calabresi per affrontare il problema?
«Come Società scientifica, come più volte ribadito, abbiamo chiesto alle istituzioni calabresi (Regione e dipartimento Tutela della Salute) se vorranno collaborare con noi in questo progetto o su altre linee di attività che stiamo portando avanti. D’altronde il portale è attivo su tutto il territorio nazionale ed il fatto che il Coordinamento sia affidato alla Calabria rappresenta un onore ed un esempio di buone pratiche da diffondere». (r.desanto@corrierecal.it)

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