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Scissione di Campora da Amantea, «Ecco il pasticcio dei numeri»

Il comitato di cittadini “Amantea Unita” all’attacco: «Confini tracciati solo per non sforare la consistenza demografica»

Pubblicato il: 10/12/2022 – 13:40
Scissione di Campora da Amantea, «Ecco il pasticcio dei numeri»

AMANTEA «Notizie di stampa e post di facebook mettono in dubbio i numeri forniti dal Comune di Amantea in data 10 ottobre 2022 eppure la certificazione è di una chiarezza solare a leggerla». È quanto sostengono, in una nota, gli esponenti del Comitato Amantea Unita che aggiungono: «L’ufficiale di Anagrafe certifica che la popolazione del Comune di Amantea conta n. 13.272 cittadini italiani residenti;  che la popolazione italiana residente nella sezione del territorio comunale che si trova a sud del fiume Oliva è di 3.407 unità; che la popolazione italiana residente nella sezione del territorio comunale che si trova a nord del fiume Oliva è di 9.865 unità; che la precedente certificazione rilasciata su richiesta e su indicazione del Comitato “Ritorno alle Origini di Temesa” comprendeva oltre alla popolazione italiana anche quella con cittadinanza  straniera (quasi tutti cittadini extra-comunitari )».
«È proprio questa certificazione – ricordano – che ha indotto la Regione prima e il Tar Calabria dopo a ritenere che la procedura non confliggesse con l’art.15 del T.U.O.E.L. (La parte restante del territorio non deve scendere sotto i 10.000 abitanti). E ancora che «certificazione mancavano i cittadini italiani residenti in loc. Villanova e loc. Marano per la determinazione della popolazione comunale residente a sud del fiume Oliva. Nel certificato prodotto dal Comitato “Ritorno alle origini di Temesa” vi erano inclusi 900 residenti cittadini stranieri per la quasi totalità cittadini extracomunitari. Questa indeterminatezza ha però prodotto mesi di polemiche e un pasticcio amministrativo».    
Nella nota si legge: «ma perché non conteggiare gli stranieri residenti e, invece, conteggiare solo gli italiani? Alla domanda rispondel’art.40 della legge Regione Calabria n 13/1983 (che è alla base della proposta di legge per la separazione di Campora San Giovanni da Amantea): “4. Al referendum consultivo sono chiamati: a) nel caso di istituzione di nuovi Comuni, tutti gli elettori residenti nei Comuni interessati dalla variazione territoriale; b) nel caso di modificazione della denominazione del comune, tutti gli elettori residenti nel comune interessato; c) nel caso di modificazione delle circoscrizioni comunali, tutti gli elettori residenti nei Comuni interessati dalla modificazione territoriale…”».
«Come – s’interrogano – si diventa iscritti nelle liste elettorali? Per esserlo occorre essere cittadini italiani. Quindi non basta la sola residenza per far parte della popolazione legale di un Comune. Possono essere iscritti a domanda per le sole elezioni amministrative anche i cittadini stranieri appartenenti a paesi dell’Unione Europea e nel nostro caso non modificano in maniera significativa». 
«Un rilievo occorre avanzare alla delimitazione geografica della frazione di Campora San Giovanni per come fatta dal Comitato “Ritorno alle origini di Temesa” – sottolineano nella nota – sulla base di confini tracciati solo per non sforare la consistenza demografica attestata dal certificato da loro prodotto. La risposta la troviamo nello Statuto del Comune e nei Regolamenti del Consiglio di Frazione, atti votati anche dai numerosi consiglieri comunali eletti nella frazione e da loro fortemente voluti».   
«L’art. 28 dello Statuto – è detto – ha istituito il Consiglio di frazione di Campora San Giovanni demandando al Regolamento successivo la composizione del Consiglio stesso e gli elettori. Regolamento approvato con delibera di Consiglio Comunale n.26 del 10.05.2007 modificata dalla delibera Consiglio Comunale n. 5 del 06.2.2015. Detti atti pubblici, altro che perizie giurate da privati cittadini, dicono che il Consiglio verrà eletto dagli iscritti nelle sezioni elettorali 10-11-12-13-14 e quindi delimita la frazione di Campora San Giovanni a partire a sud dello scoglio grande di Coreca e fino al fiume Torbido». «Questi sono i fatti e gli atti pubblici – conclude la nota – e non fantasie a uso di parte».

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