REGGIO CALABRIA Il veleno in coda, come suol dirsi. Dura polemica sul finire dell’odierno Consiglio regionale sul tema delle nomine tra la capogruppo del Mirto e leader del centrosinistra Amalia Bruni e il presidente dell’Assemblea Filippo Mancuso. Al centro del contendere gli ultimi punti all’ordine del giorno, quelli “fuori sacco”, vale a dire l’elezione dei Garanti regionali della sanità, dei detenuti e dell’infanzia. Garanti già nominati poche settimane fa dal presidente Mancuso sulla scorta dei poteri sostitutivi – si tratta di Anna Maria Stancanelli (sanità), Luca Muglia (detenuti) e Antonio Marziale (infanzia) – ma da rinominare in aula per una questione di carattere tecnico e procedurale.
Subito all’attacco la Bruni, che ricorda come «ci sono curriculum completamente non considerati, ci sono segnalazioni di illegittimità, un candidata ha anche coinvolto il responsabile Anticorruzione e sarebbe opportuno avere il risultato di queste verifiche». Mancuso replica: «Non mi sembra che ci sia alcun ostacolo alle nomine, poi si tratta di cariche fiduciarie e quindi quello che dice la Bruni sulla illegittimità non corrisponde al vero». Anche Raffaele Mammoliti, del Pd, che già sul tema delle nomine di competenza consiliare si era pronunciato in modo molto critico, spiega che «evitare l’esigibilità delle prerogative istituzionali di procedere alle nomine da parte del Consiglio regionale è una prassi ormai vetusta, e vedere di nuovo questi punti in Consiglio mi lascia perplesso. Per ridare prestigio alle istituzioni serve una linea molto netta, che secondo me è quella di prevedere che il Consiglio faccia tutte le nomine e non farne solo tre». La Bruni quindi rilancia: «Tra coloro che sono nell’elenco del Garante della Salute la dottoressa Stancanelli non ha i titoli per essere nominata, non si evince la sua esperienza decennale in campo sanitario». Mancuso di rimando e a muso duro replica ancora alla Bruni: «Lei non ha titoli per dire se una persona ha i titoli, non è titolata lei. Qui ci sono persone che lavorano, che hanno valutato, poi faccia quello che le è consentito». Dopo la polemica si passa alla votazione: nessun problema per la ratifica della Stancanelli, più complicata quella di Muglia che richiederà più votazioni e un quorum più semplice (e spunta anche una preferenza al procuratore di Catanzaro Nicola Gratteri) così come quella di Marziale (qui spunta anche una preferenza all’ex presidente ff della Regione Nino Spirlì).
Quanto al resto dei lavori, il Consiglio regionale ha approvato il rendiconto 2021 dell’Arsac, con il capogruppo del Pd Mimmo Bevacqua che ha chiesto una seduta ad hoc sulle partecipate e sugli enti strumentali alla luce delle criticità gestionali segnalate dalla Corte dei Conti, e la legge che istituisce il Parco marino regionale Secca di Amendolara, con il consigliere del Misto Antonio Lo Schiavo che ha manifestato dubbi paventando il rischio di dare vita a un nuovo “carrozzone”. Approvata anche una proposta di legge in materia di strutture speciali”: il testo in particolare aggiunge la figura del responsabile amministrativo dell’Ufficio di gabinetto della Giunta e inoltre prevede che alcune figure – il segretario particolare, il responsabile amministrativo e l’autista del presidente, del vicepresidente e degli assessori possono essere scelti all’esterno della pubblica amministrazione. Ai dubbi del Pd risponde l’assessore regionale al Personale Filippo Pietropaolo, che ha osservato come «si tratta di una semplice manutenzione ordinaria di una legge attenzionata dalla giustizia amministrativa e, pertanto, si è reso necessario intervenire per renderla conforme alla normativa che prevede sia possibile l’istituzione di uffici a supporto degli organi politici per la durata della legislatura. La norma inoltre serve a colmare un vulnus che riguarda i dipendenti dell’Autoparco (8 autisti) ai viene assimilato il trattamento economico delle strutture speciali». (c. a.)
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