ROMA Si torna in Corte d’Appello per dieci imputati coinvolti nell’inchiesta “Scacco alla regina”, incentrata sul traffico di stupefacenti nel quartiere/ghetto “Ciampa di cavallo” di Lamezia Terme nel quale la quasi totalità dei residenti è di etnia rom.
La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio la sentenza emessa in secondo grado nei confronti di Fabrizio Amato, Daniele Amato, Tonino Amato, Sandro Bevilacqua, Caterina Butruce, Angela Franceschi, Antonio Galiano, Antonio Palermo, Annamaria Pani e Marcello Amato (limitatamente alla determinazione degli aumenti di pena per continuazione). Solo due sentenze diventano definitive, quella di Fabrizio Berlingeri (5 anni e 8 mesi di reclusione), Pasquale Buffone (un anno di reclusione, nei confronti dell’imputato il Procuratore generale aveva chiesto l’annullamento con rinvio della sentenza) e Salvatore Iannazzo (10 mesi).
Torna in appello, dunque, anche la posizione di Caterina Butruce, 52 anni (condannata a 5 anni sia in abbreviato che in secondo grado), considerata capo dell’organizzazione criminale, colei che, nonostante fosse in carcere, riusciva a sovrintendere ad una ramificata e capillare catena di spaccio di sostanze stupefacenti all’interno del quartiere “Ciampa di Cavallo”. Suo tramite, un parente minorenne – secondo le indagini condotte dal Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Catanzaro e dal Procura di Lamezia Terme – trasmetteva gli ordini impartiti dal carcere dalla “Regina” ad interi nuclei familiari di etnia rom coinvolti nella vendita delle dosi di cocaina ed eroina ai tossicodipendenti ammessi, dalle sentinelle, ad accedere nel “fortino”.
Nel collegio difensivo gli avvocati Domenico Villella, Teresa Bilotta, Francesco Murone, Alessandro Guerriero, Antonio Larussa.
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