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il caso

Muore anche Fabiana, sono quattro le donne uccise da Campiti

Si aggrava il bilancio della sparatoria che domenica ha insanguinato una riunione di condominio a Roma

Pubblicato il: 13/12/2022 – 21:33
Muore anche Fabiana, sono quattro le donne uccise da Campiti

Salgono a quattro le vittime della strage di Fidene: è morta anche Fabiana De Angelis, 50 anni, che da domenica lottava in un letto dell’ospedale Sant’Andrea di Roma, colpita al cranio dalla pistola di Claudio Campiti in un bar della periferia di Roma. La donna era stata operata e trasferita in rianimazione ma le sue condizioni erano subito apparse gravissime. “Gli accertamenti diagnostici effettuati in queste ore – ha fatto sapere la direzione sanitaria dell’ospedale – hanno evidenziato un quadro clinico irreversibile. È stata dichiarata la morte cerebrale”. È la quarta donna uccisa nella strage: le altre sono Elisabetta Silenzi, Sabina Sperandio e Nicoletta Golisano. Si appesantisce dunque ancora di più la posizione di Campiti, che ora per la prima volta si confronterà con i magistrati. L’udienza di convalida del fermo, richiesta dal pm Giovanni Musarò, avverrà all’interno delle mura del carcere romano di Regina Coeli e l’uomo dovrà rispondere di accuse gravissime: omicidio volontario plurimo aggravato dalla premeditazione. Dagli accertamenti in corso da parte degli inquirenti, intanto, emergono nuovi particolari sul suo passato: per due anni, dall’aprile del 2020 al settembre scorso, aveva percepito il Reddito di cittadinanza.

La dinamica

La mattina di domenica scorsa Campiti, 57 anni, ha sottratto una pistola al poligono di tiro di Tor di Quinto e poi ha fatto irruzione nel gazebo di un bar nella zona di Colle Salario, dove era in corso una riunione dei soci del Consorzio Valleverde, nel Reatino, con il quale da anni era in lite. Ha fatto fuoco, lasciando a terra tre donne e ferendo altre tre persone, tra cui la più grave era appunto De Angelis. Con sé aveva il passaporto, lo zaino pieno di vestiti e oltre seimila euro in contanti: secondo gli inquirenti progettava la fuga. Questo, e la sottrazione dell’arma dal tiro a segno di cui era appassionato socio da quattro anni, fanno pensare ai magistrati a un delitto premeditato. Che si è compiuto a più di ottanta chilometri da Ascrea, in provincia di Rieti, dall’edificio mai terminato nel cui seminterrato l’uomo si era insediato dopo la separazione dalla moglie. (Gabriele Santoro-Ansa)

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