CATANZARO L’individuazione di ambiti territoriali ottimali, l’individuazione delle competenze di ogni componente, l’articolazione delle strutture regionali, l’introduzione dello stato di mobilitazione e dello stato di emergenza regionale: sono queste alcune delle novità del nuovo “Sistema di Protezione civile della Regione Calabria” delineato dalla proposta di legge adottata dalla Giunta Occhiuto nella sua ultima seduta e ora all’esame del Consiglio.
Un testo composto da 32 articoli in tutto, che nasce dall’esigenza di «procedere a un riordino» del Sistema regionale di Protezione civile «attualmente disciplinato dalla legge regionale 10 febbraio 1997, numero 4 che, ormai, è divenuta anacronistica oltre che non più rispondente alle concrete esigenze organizzative ed operative scaturenti dal nuovo quadro normativo e sostanziale di riferimento. La sua articolazione rifletteva, infatti, l’organizzazione regionale dell’epoca non più coerente con l’attuale assetto risultante dalle norme sia di carattere nazionale che regionale che nel corso degli anni si sono succedute (si cita ad esempio il ruolo delle Province, le Comunità montane ecc.). Inoltre, il sistema regionale risente altresì di una serie di riorganizzazioni adottate ad opera di deliberazioni di Giunta regionale intervenute nel tempo che hanno avuto come risultato la creazione di una struttura che presenta ripetizioni e sovrapposizioni che rendono difficile l’individuazione di una catena di comando chiara».
Dq qui dunque la proposta di legge, che anzitutto prevede da parte della Regione, con delibera di Giunta, l’individuazione degli ambiti territoriali ottimali di Protezione Civile che – si legge nella relazione illustrativa – «sono da intendersi quali livelli ottimali di organizzazione delle strutture di protezione civile a livello territoriale di ambito al fine di garantire l’effettività delle funzioni del Sistema. Il testo prosegue con l’esplicitazione delle funzioni esercitate dalle componenti del Sistema regionale di Protezione Civile, con particolare riferimento a quelle della Regione, della Città Metropolitana di Reggio Calabria e dei Comuni, anche in forma associata».
Una sezione ad hoc della proposta di legge della Giunta è dedicata all’articolazione delle strutture regionali di Protezione Civile, a partire dal Comitato operativo che viene costituito con Decreto del presidente della Giunta regionale ed è attivato dal direttore generale del Dipartimento regionale Protezione civile in occasione o in vista di una emergenza che richieda l’intervento della Regione o dello Stato «al fine di assicurare la direzione unitaria ed il coordinamento delle attività di emergenza». Quindi il ruolo della Sala operativa regionale di Protezione civile che «assicura il costante flusso di raccolta e di scambio di informazioni con il Dipartimento della protezione civile della Presidenza del Consiglio dei Ministri, le Prefetture, la Città metropolitana di Reggio Calabria e i Comuni, il Corpo nazionale dei Vigili del Fuoco e con le strutture concorrenti alle attività di protezione civile». Un’altra articolazione operativa del Sistema regionale di Protezione Civile è rappresentata dal Centro Funzionale Decentrato della Regione Calabria che «assicura il preannuncio, il monitoraggio e la sorveglianza in tempo reale degli eventi naturali prevedibili e della conseguente evoluzione degli scenari di rischio, al fine di attivare i servizi di protezione civile ai diversi livelli territoriali. Il Centro Funzionale Decentrato costituisce una componente del sistema di allertamento regionale».
Nell’ambito dell’organizzazione del Sistema regionale di Protezione civile, assumono un importante rilievo gli Uffici di Prossimità che «costituiscono, a livello provinciale, articolazione e presidio istituzionale regionale di protezione civile, assicurando comunicazione, supporto e accompagnamento ai soggetti pubblici e alle comunità locali».
A livello più prettamente operativo, la Regione – prevede la proposta di legge – «organizza e gestisce la colonna mobile regionale di protezione civile per gli interventi. Alla colonna mobile regionale partecipano la Regione, i suoi rnti strumentali, gli enti locali e il volontariato di protezione civile organizzato. Possono, altresì, essere integrate nella colonna mobile regionale di protezione civile unità operative e moduli delle altre strutture operative regionali di protezione civile. Il quadro delle strutture operative del Sistema è completato dal concorso degli enti regionali, con particolare riferimento all’Azienda Calabria Verde. Viene inoltre regolamentato il Fondo regionale per la protezione civile da destinare alle finalità proprie del potenziamento e del miglioramento della risposta operativa del Sistema»
La proposta di legge della Giunta Occhiuto introduce inoltre i concetti di stato di mobilitazione regionale e di stato di emergenza regionale che – si specifica – «possono essere adottati dal presidente della Giunta regionale in occasione o in vista di un’emergenza che interessa il territorio della Calabria». Lo stato di mobilitazione rappresenta «uno strumento operativo di fondamentale importanza in funzione della prima risposta all’emergenza attraverso l’attivazione straordinaria del sistema regionale di protezione civile, a supporto dell’ambito territoriale interessato, anche mediante l’impiego, qualora necessario, della colonna mobile regionale». In presenza o nell’imminenza di un’emergenza il presidente della Giunta regionale, a seguito di una valutazione speditiva svolta dal Dipartimento regionale Protezione Civile sulla base dei dati e delle informazioni disponibili, con proprio decreto può dichiarare lo stato di emergenza regionale, determinandone durata ed estensione territoriale: è demandata alla competenza della Giunta regionale l’individuazione dei comuni interessati dall’emergenza. Viene infine confermata la centralità del volontariato quale fondamentale struttura operativa del sistema regionale di Protezione Civile, e la rilevanza della pianificazione quale strumento essenziale di prevenzione non strutturale. (redazione@corrierecal.it)
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