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Racket e usura, i sindaci del catanzarese firmano il “patto di Limbadi”

Fiorita: «Questo è l’inizio di un percorso che vuole fare di Catanzaro, il centro dell’antimafia in Calabria»

Pubblicato il: 14/12/2022 – 21:16
Racket e usura, i sindaci del catanzarese firmano il “patto di Limbadi”

CATANZARO Una rete tra associazioni, sindaci e imprenditori per rendere sempre più forte e concreto l’impegno contro la criminalità organizzata. Al Complesso monumentale San Giovanni di Catanzaro questa sera è stato presentato ai Comuni della provincia catanzarese il “Patto di Limbadi”. Si tratta del documento ufficializzato nel luglio 2021 e sviluppato in 14 punti contro l’usura e il racket che prende come riferimento il comune dell’entroterra vibonese dove, su terreni confiscati alla cosca di ‘ndrangheta dei Mancuso, è nata l’Università della Ricerca, della Memoria e dell’Impegno (UniRiMi) dedicata alla vittima di ‘ndrangheta Rossella Casini. L’evento è stato promosso dal Rettore dell’UniRiMi, don Ennio Stamile, coordinatore di Libera, e dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, componente del Comitato scientifico della stessa Università: sono inoltre intervenuti don Marcello Cozzi, presidente della Fondazione Interesse Uomo e ispiratore del progetto, e il prefetto di Catanzaro Enrico Ricci. Presenti diversi sindaci del Catanzarese, che al termine dell’iniziativa hanno sottoscritto il “Patto di Limbadi”, con il quale gli amministratori si impegnano, tra l’altro, a costituirsi parte civile nei processi di ‘ndrangheta, a semplificare le procedure di accesso alle white list per gli imprenditori che denunciano reati di mafia, a esonerare dal pagamento dei tributi locali chi rinuncia a ospitare le slot nei propri esercizi commerciali, a inserire nelle gare ad avviso pubblico un aumento di punteggio a favore di quanti hanno denunciato attività estorsive ed usuraie, a realizzare campagne di sensibilizzazione alla legalità.
«Il patto – ha spiegato don Ennio Stamile – nasce per stare al fianco delle amministrazioni comunali e dei sindaci, che sono le istituzioni più vicine ai cittadini, e per stare al fianco degli imprenditori che denunciano il racket dell’usura e dell’estorsione. Sostenerli è fondamentale se vogliamo contrastare con i fatti e non con le parole la ‘ndrangheta e le mafie in generale. Abbiamo lanciato il patto un anno fa e ora vogliamo metterlo in pratica e portarlo in tutte le province della Calabria, partendo da Catanzaro, perché Catanzaro è il capoluogo e perché il sindaco di Catanzaro è Fiorita che ha molto lavorato per questo progetto».
«Come amministrazione comunale di Catanzaro – ha detto a sua volta Fiorita – non solo vogliamo rinnovare il nostro impegno ma vogliamo coinvolgere anche altre amministrazioni, per dare continuità a questo percorso il cui senso è solo uno: non si deve mai abbassare la guardia contro le mafie. Per molti di noi questo impegno è stato in passato personale, ma oggi per quanto mi riguarda come sindaco si rinnova in forma diversa, cioè con atti concreti, quegli atti che fanno di un’amministrazione avversa a ogni forma di illegalità e sopruso. Il patto – ha aggiunto il sindaco di Catanzaro – è un impegno forte, forse anche feroce, di alcune amministrazioni che vogliono dire che c’è una Calabria diversa, che ci sono Comuni che non vengono sciolti per mafia ma che sciolgono la mafia, perché la rifiutano e la contrastano. Questo di oggi è l’inizio di un percorso che vuole fare di Catanzaro, capoluogo di regione, il centro dell’antimafia in Calabria».
Infine don Marcello Cozzi, che da 20 anni è impegnato in prima linea con la Fondazione antiusura nazionale, ha evidenziato che «il coinvolgimento delle istituzioni è importante perché senza l’apporto dei sindaci e degli amministratori molti degli imprenditori e commercianti che denunciano sarebbero rimasti soli. Il “Patto di Limbadi” serve per metterci tutti attorno a un tavolo e fare rete per la “benevita”, che è il contrario della malavita».

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