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Sanità «ferma al piano». Per il 30% dei malati cronici la diagnosi arriva dopo 10 anni

Il dato emerge dal XX Rapporto sulle politiche della cronicità. La mancata attuazione del Piano di cronicità si riverbera sull’assenza dei Pdta

Pubblicato il: 14/12/2022 – 9:03
Sanità «ferma al piano». Per il 30% dei malati cronici la diagnosi arriva dopo 10 anni

ROMA Più di un cittadino su tre con patologia cronica ha atteso oltre dieci anni per arrivare alla diagnosi e uno su quattro fra chi soffre di una malattia rara deve spostarsi dal proprio luogo di residenza per curarsi. Il dato emerge dal XX Rapporto sulle politiche della cronicità, presentato dal Coordinamento nazionale delle circa 100 associazioni di malati cronici e rari, di Cittadinanzattiva. Secondo i dati Istat 2022, 4 italiani su 10 soffrono di almeno una malattia cronica e 2 su 10 di due o più malattie croniche. Per quanto riguarda le malattie rare, in Italia i malati sarebbero circa 2 milioni, moltissimi dei quali in età pediatrica. Il Rapporto nasce dalle interviste a 871 pazienti ed a 86 presidenti di altrettante associazioni di patologia cronica o rara.

“Fermi al Piano”

Del Piano nazionale della cronicità, quasi il 36% delle associazioni denuncia la mancata attuazione e il 15% l’attuazione soltanto in alcuni territori. Le regioni che prevedono una presa in carico in base a quanto previsto dal Piano sono nell’ordine: Lombardia e Veneto (per il 56% dei rispondenti); Emilia-Romagna (50%); Piemonte e Toscana (47%); Lazio (43%); Puglia (31%); Liguria (25%); Marche (22%); Campania (19%); Abruzzo, Sardegna, Sicilia e Umbria (9%); Basilicata, Calabria, Molise (3%). La mancata attuazione del Piano si riverbera sull’assenza dei cosiddetti Pdta, ossia i Percorsi diagnostici terapeutici assistenziali che disegnano il modello di cure più adeguato e personalizzato sulla base delle esigenze delle persone: una associazione su tre denuncia l’assenza di questi percorsi.

La salute e le disuguaglianze

«Per porre un freno alle disuguaglianze sanitarie che attraversano il nostro Paese in maniera così importante, abbiamo un decreto da accelerare e una riforma da frenare: nel primo caso ci riferiamo al Decreto Tariffe, del quale da mesi chiediamo con urgenza l’approvazione al fine di “sbloccare” i Livelli essenziali di assistenza, fermi al 2017; nel secondo alla riforma dell’autonomia differenziata che – per salvaguardare la tenuta del SSN e uguali diritti per tutti i cittadini – richiederebbe, come del resto previsto dalla Costituzione, adeguati contrappesi preventivi, in mancanza dei quali è impossibile anche solo parlarne» dichiara Anna Lisa Mandorino, segretaria generale di Cittadinanzattiva.

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