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Locri, nel ricordo del professore Panzera una villa confiscata alla ‘ndrangheta diventerà un polo culturale – VIDEO

Al liceo scientifico Zaleuco la commemorazione a 40 anni dall’omicidio del docente. «Ucciso perché si opponeva allo spaccio tra i giovani»

Pubblicato il: 15/12/2022 – 15:35
di Mariateresa Ripolo
Locri, nel ricordo del professore Panzera una villa confiscata alla ‘ndrangheta diventerà un polo culturale – VIDEO

LOCRI È rimasto nel cuore dei suoi studenti, di colleghi, amici e familiari. È rimasto nel cuore di Locri e della Locride, Francesco Panzera. Proprio lì, dove venne ucciso ad appena 37 anni da un killer a volto coperto e che non venne mai identificato. E oggi, il professore di matematica e vicepreside del Liceo scientifico Zaleuco, ucciso per aver rigettato le logiche criminali che gravitavano intorno alla scuola mettendo in guardia i giovani sul pericolo della droga, viene ricordato ancora una volta a quarant’anni da quel brutale attentato con una iniziativa che permetterà di trasformare una villa confiscata alla ‘ndrangheta in un polo culturale.

La possibile vendetta dei «venditori di morte»

«Venditori di morte». Così il professore Panzera definiva chi guadagnava con il traffico e lo spaccio di sostanze stupefacenti. Era il 10 dicembre del 1982, una domenica sera, il docente stava rientrando a casa e si trovava davanti al portone della propria abitazione quando venne raggiunto da otto proiettili. Il suo omicidio ancora oggi è costellato da numerosi punti interrogativi, ma per tutti è chiaro che fosse la criminalità organizzata a volersi vendicare di quegli appelli che Panzera, prima del suo assassinio, aveva iniziato a lanciare per far allontanare i giovani dal grande pericolo rappresentato dall’utilizzo di droghe. Impegno e coraggio, uniti alla profonda dedizione per il proprio lavoro, che il docente pagò con la vita.

Una via, un laboratorio e un polo culturale in suo nome

Un sacrificio che Locri non ha mai dimenticato. Oggi la via sulla quale sorge il suo amato liceo è intitolata proprio al docente, così come il laboratorio di fisica dell’istituto.

Sulla stessa via, poi, c’è in programma di realizzare un altro progetto, ossia trasformare l’enorme villa di un esponente della ‘ndrangheta di Locri in un presidio culturale che potrà essere utile alla formazione dei giovani della città. L’edificio apparteneva a Leonardo Salvatore Guastella, ritenuto intraneo alla cosca Cordì e, in particolare, vicinissimo al defunto boss Antonio Cordì, considerato il capo dell’omonimo clan di Locri.

«Questa città – ha detto il sindaco di Locri e assessore regionale Giovanni Calabrese – ha vissuto un periodo drammatico in cui sono state tante le persone innocenti cadute sotto i colpi della ‘ndrangheta. Oggi abbiamo avviato una fase nuova, una fase di risveglio sociale e culturale. Abbiamo creato le condizioni affinché i nostri giovani possano vivere sereni in questa città. Lo facciamo anche in modo simbolico consegnando al liceo scientifico un edificio che diventerà un polo sociale e culturale al servizio degli studenti».

La commemorazione

A Locri, questa mattina, alla commemorazione in occasione del quarantesimo anniversario del delitto erano presenti studenti, colleghi, amici e familiari del professore che hanno ricordato l’entusiasmo con cui svolgeva il proprio lavoro e la vicinanza sempre dimostrata ai giovani. «Sono orgogliosa ed emozionata per questa giornata in suo ricordo, – ha dichiarato la nipote di Panzera, Maria Vittoria Valenti – quando è stato ucciso mio zio avevo solo dodici anni, di lui ho ricordi legati a un forte senso civico e del dovere, anche in famiglia. E tutto questo lui lo riversava anche nel suo lavoro». «Oggi – ha spiegato la preside del liceo Zaleuco Carmela Rita Serafino – vogliamo ricordare la persona del professore Panzera, che si spendeva completamente per i propri studenti e ha pagato tutto questo con la vita». «Il professore Panzera – ha dichiarato il prefetto di Reggio Calabria Massimo Mariani – è un servitore dello Stato caduto nell’adempimento del proprio dovere di educatore». «La memoria – è il pensiero del vescovo di Locri, monsignor Francesco Oliva – è fondamentale per il nostro territorio, è importante ricordare il passato non per stare arenati al passato, ma per guardare il futuro con mente nuova e sogni nuovi».

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