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La protesta

Sciopero generale contro la Manovra. Scatta il “venerdì nero”

La protesta, indetta da Cgil e Uil, interesserà tutti i settori. Si prevedono forti disagi sul trasporto pubblico locale

Pubblicato il: 15/12/2022 – 19:51
Sciopero generale contro la Manovra. Scatta il “venerdì nero”

ROMA Sciopero generale venerdì  in 11 Regioni che colpirà tutti i settori, dai trasporti alla sanità alle banche.
Le Regioni interessate sono: Alto Adige, Basilicata, Campania, Emilia Romagna, Friuli, Liguria, Lombardia, Molise, Sardegna, Toscana e Lazio.  Alle ore 10, a Roma, in piazza della Madonna di Loreto, l’intervento conclusivo del segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Si prevedono forti disagi soprattutto per il trasporto pubblico locale.

Le tappe degli scioperi


A Roma l’azienda dei trasporti Atac ha comunicato che lo sciopero coinvolgerà l’intera rete tra le 20 e mezzanotte, mentre a Milano il personale Atm sciopererà tra le 18 e le 22.
Sempre in Lombardia dalle ore 09:00 alle ore 13:00 è indetto anche uno sciopero del personale Trenord
In Campania lo stop sarà tra le 9 e le 13, in Toscana il trasporto pubblico locale sarà fermo per quattro ore, ma con orari diversi in ogni città. A Firenze l’agitazione inizierà dalle 18 alle 22.
In Emilia Romagna i trasporti non saranno garantiti tra le 11.30 e le 15.30 e si fermeranno per tutta la giornata anche scuole e università.
In Liguria il trasporto pubblico locale sarà interrotto da inizio servizio fino alle 5.30, poi dalle 9.30 alle 17 e quindi dalle 21 a fine servizio.
Mentre il trasporto extraurbano si fermerà da inizio servizio fino alle 6, dalle 9 alle 17 e dalle 20 fino a fine servizio. Nella stessa regione lo sciopero riguarderà anche i porti e la logistica. In Molise i mezzi si fermeranno tra le 19.30 e le 23.30 e i taxi incroceranno le braccia tutto il giorno.
La protesta è cominciata il 12 dicembre promossa da Cgil e Uil.

Le motivazioni della protesta

Manifestazioni e scioperi  promossi da Cgil e Uil organizzati a livello regionale «per cambiare una manovra sbagliata e contro il lavoro, per rivendicare una manovra più giusta per le persone e più utile per il Paese».
I sindacati chiedono di aumentare i salari detassando gli aumenti dei contratti nazionali, portando la decontribuzione al 5% per i salari fino a 35.000 euro; di conferire tutele a tutte le forme di lavoro, assegnando ai Ccnl un valore generale, sancendo così anche un salario minimo e diritti normativi universali; di eliminare le forme di lavoro precario per un unico contratto di inserimento al lavoro con contenuto formativo; una riforma fiscale che rispetti il principio della progressività; la tassazione degli extraprofitti che generi risorse per un contributo straordinario di solidarietà; la rivalutazione delle pensioni; risorse per l’istruzione e la sanità; la cancellazione della legge Fornero con l’uscita flessibile dal lavoro a partire dai 62 anni, il riconoscimento della diversa gravosità dei lavori, la pensione di garanzia per i giovani e per chi ha carriere discontinue e “povere”, il riconoscimento del lavoro di cura, il riconoscimento delle differenze di genere, l’uscita con 41 anni di contributi.Manifestazioni e scioperi  promossi da Cgil e Uil organizzati a livello regionale «per cambiare una manovra sbagliata e contro il lavoro, per rivendicare una manovra più giusta per le persone e più utile per il Paese».
La Cisl conferma intanto con il suo segretario generale la sua contrarietà allo sciopero: «In questa fase lo sciopero è sbagliato – dice Luigi Sbarra – perché, in una condizione di grande difficoltà delle famiglie, scarica costi economici sulle spalle dei lavoratori, e trasferisce tensioni e conflitti nei luoghi di lavoro e nelle aziende». Il sindacato annuncia la sua mobilitazione con assemblee nei luoghi di lavoro, iniziative nei territori e oggi con una grande assemblea di delegati e pensionati, chiarisce Sbarra.

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