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La decisione

“Divorzio” Campora da Amantea, bocciato (nuovamente) il ricorso contro il referendum

Il Tar ha respinto l’istanza del Comune tirrenico. Pellegrino: «Pronti a ricorrere in Consiglio di Stato»

Pubblicato il: 16/12/2022 – 12:38
di Roberto De Santo
“Divorzio” Campora da Amantea, bocciato (nuovamente) il ricorso contro il referendum

AMANTEA La strada per fermare il referendum sull’eventuale “secessione” di Campora San Giovanni da Amantea si restringe. È arrivata infatti la seconda “bocciatura” da parte del Tribunale amministrativo regionale di Catanzaro al ricorso di sospensiva presentato dal Comune di Amantea tramite i legali Andrea Reggio D’Aci e Mariella Tripicchio contro la Regione rappresentata e difesa dall’avvocato Gianclaudio Festa e nei confronti del Comune di Serra d’Aiello, rappresentato da Oreste Morcavallo, e dell’Associazione “Ritorno alle origini di Temesa”, difesa da Giovanni Spataro.
Nell’ordinanza pubblicata oggi il Tar – con presidente Giancarlo Pennetti, estensore Arturo Levato e referendario Domenico Gaglioti – ha rigettato l’istanza che chiedeva l’annullamento previa sospensione dell’efficacia degli atti finora compiuti per indire il referendum consultivo. Si tratta della delibera della Giunta regionale del 3 novembre e del decreto del Presidente della Regione del 9 novembre entrambi concernenti appunto l’indizione del referendum consultivo sulle modifiche dei confini territoriali dei comuni di Amantea e Serra d’Aiello.
Secondo i giudici amministrativi, «l’individuazione degli elettori nei “residenti nella frazione di Campora San Giovanni” appare conforme a legge, in diparte la discrezionalità della Giunta regionale nell’accoglimento della proposta». Una valutazione del Tar sull’eccezione sollevata dai legali del Comune di Amantea che avevano, nel ricorso, posto l’accento sull’anomalia dell’indicazione di quei soli soggetti legittimati a decidere la sorte dell’intero territorio amanteano attraverso la consultazione referendaria.
Inoltre, sempre secondo i giudici amministrativi catanzaresi, «la fissazione del referendum tra la consultazione elettorale tenutasi ad Amantea nel giugno del 2022 e quella programmata a Serra d’Aiello per marzo 2023 non sembra integrare alcun profilo di illegittimità». Da qui la seconda “bocciatura” che al momento lascia inalterato l’iter che dovrebbe portare il prossimo 22 gennaio i cittadini di Serra d’Aiello e gli abitanti della sola popolosa frazione amanteana a decidere sullo strappo definitivo di questa parte del territorio del Centro del Tirreno cosentino e sulla nascita del nuovo comune: Temesa.
Ma la decisione del Tar- che non ha espresso un giudizio nel merito della questione, ma sulla sospensione degli atti di indizione del referendum – non sembra aver affatto scoraggiato l’amministrazione comunale di Amantea intenzionata a difendere fino in fondo le ragioni fino ora portate avanti per impedire quella che viene considerato una violazione.
È stato infatti già predisposto e sarà presentato nelle prossime ore, fanno sapere dal Comune di Amantea, il ricorso davanti il Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tribunale amministrativo. Saranno così i giudici di Palazzo Spada ad esprimere l’ultima parola su una vicenda che già da mesi sta lacerando il tessuto di rapporti anche interpersonali tra le due anime antiche della cittadina. Se anche quest’ultima chance dovesse cadere saranno solo le urne ristrette a coloro i quali vivono tra il fiume Oliva e il torrente Torbido a decidere assieme a tutti i residenti di Serra d’Aiello su quella separazione.

Pellegrino: «Pronti a ricorrere in Consiglio di Stato»

«Tra i motivi aggiunti al ricorso per la richiesta di sospensiva ci sono anche le variazioni di popolazione conseguenti alla eventuale separazione. Amantea scenderebbe sotto i 10 mila abitanti. Il nuovo Comune di Temesa, di contro, non raggiungerebbe i 4 mila». È quanto commenta al Corriere della Calabria, il sindaco di Amantea, Vincenzo Pellegrino. «Entrambe le cose – sottolinea – urtano contro la normativa vigente. Il Tar, sorprendentemente, non ha tenuto conto di tutto ciò». «Abbiamo letto con attenzione l’ordinanza – annuncia – ed abbiamo predisposto gli atti per affidare ai legali del Comune l’incarico di preparare il ricorso al Consiglio di Stato». (r.desanto@corrierecal.it)

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