FIRENZE Si radica e si diversifica nella regione la cosiddetta “variante toscana”, che definisce caratteristiche e specificità territoriale della presenza e dell’influenza delle organizzazioni criminali nel tessuto economico e sociale regionale. Lo rivela il sesto Rapporto, relativo al 2021, sui fenomeni di criminalità organizzata e corruzione in Toscana, realizzato dai ricercatori della Scuola Normale Superiore di Pisa in attuazione dell’accordo di collaborazione tra la Scuola e la Regione Toscana e presentato stamani in Palazzo Sacrati Strozzi a Firenze. Il rapporto dà conto dei 45 principali episodi di proiezione criminale e delle loro caratteristiche. Evidenzia il “salto evolutivo” della ‘ndrangheta (con matrice sempre più poli-criminale delle attività economiche), l’elevato rischio di “trapianto organizzativo” di gruppi di origine camorristica, l’alta presenza di forme di criminalità economica, la proiezione nei settori di economia legale con prevalenza degli investimenti nel settore privato rispetto alla più tradizionale penetrazione nel mercato dei contratti pubblici. È sempre più evidente la capacità di penetrazione criminale anche in settori e distretti produttivi non periferici, ma rilevanti sotto il profilo economico come il tessile, il conciario, i rifiuti.
«Il pericolo cresce – commenta l’assessore regionale alla cultura della legalità, Stefano Ciuoffo – ma cresce anche la nostra attenzione a tenere sempre alta la guardia. La collaborazione e l’unità tra tutte le Istituzioni sono fondamentali e qui da noi non sono mai venute meno. Ciò ci induce a continuare ad essere vigili, ma anche all’ottimismo rispetto alla capacità di contenere i fenomeni criminali e di contrastarne il radicamento. Lo stiamo facendo utilizzando a fini istituzionali e sociali i beni sottratti alle mafie, azione che consideriamo strategica per riaffermare la presenza e la preminenza dello Stato rispetto a qualunque deviazione criminale. E abbiamo destinato a questo scopo importanti finanziamenti pluriennali».
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