CATANZARO «Questa chiesa ha una sua bellezza, non ha bisogno di trucchi: basta solo metterla in ordine e farla splendere di un bellezza particolare e originale». Lo ha detto l’arcivescovo metropolita della Diocesi di Catanzaro-Squillace, monsignor Claudio Maniago, che oggi ha incontrato gli organi di informazione per gli auguri di Natale. «Sono entrato in questa diocesi, in questa città e e in questa regione – ha esordito monsignor Maniago – da una porta piccola, chinandomi, con rispetto. Rispetto che vuole dire mettersi in ascolto, cercare di vedere. In questi mesi ho varcato tante porte che sono state una grande scoperta: le porte di un clero che sto conoscendo sempre di più nelle sue potenzialità, fatiche e e aspirazioni, di tanti uomini e donne di una umanità grandiosa, splendida che mi fanno sentire a casa e questo non era scontato. E’ questo il messaggio del Vangelo: braccia aperte. Ho visitato tante piccole comunità e piccoli borghi, splendidi se visti con gli occhi del visitatore ma colpiti dallo spopolamento ma ho visto persone che sono attaccate a questi luoghi e che continuano a renderli vivi nonostante tutto anche se questo crea preoccupazione. Ho visto tanta disponibilità a metterci in gioco vincendo una sorta di sentimento di rassegnazione che – ha proseguito l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace – va scosso, ben sapendo che siamo in una regione particolare, in un momento storico particolare, con tante ferite».
Monsignor Maniago ha poi formulato «un ringraziamento speciale ai giornalisti per il servizio che fate: una professione, la vostra, che richiede un’attenzione particolare. Il Papa vi chiede di ascoltare con il cuore e parlare con il cuore, che non è un indulgere al sentimentalismo ma invece, come ama fare e sta facendo con tutta la Chiesa, è un costante richiamo alla responsabilità, senza fermarsi alle apparenze m comunicando l’essenza e la verità della storia che si racconta. Si guarda sempre al Meridione come a una realtà che ha bisogno della solidarietà e dell’aiuto degli altri, ed è anche così, perché è indubbio che ci sono ferite e nodi che non si possono sciogliere da soli. Auspico sempre che le istituzioni investano nel Mezzogiorno e in questa regione sapendo che da questa regione possono e devono attendersi molto. Quindi – ha rimarcato l’arcivescovo di Catanzaro-Squillace – anche il lavoro dei giornalisti non è semplicemente da spettatori ma da protagonisti come quello degli uomini e delle donne di questa terra che non devono solo riscattare questa terra ma fare splendere la bellezza di questo territorio. C’è un volto bello nella nostra realtà e dobbiamo valorizzarla e custodirla». Monsignor Maniago ha anche parlato sullo stato dei lavori del Duomo di Catanzaro, chiuso dal 2018: «Sento questa assenza, ma dal giorno dopo del mio insediamento ho iniziato a interessarmi anche per le tantissime richieste perché la Cattedrale è il simbolo della chiesa ed è il segno di questa città e non è solo un segno astratto. Ora c’è un passo abbastanza deciso e a inizio del nuovo anno ci sarà l’apertura del cantiere, comunque è un lavoro complesso perché non è un restauro ma una ristrutturazione».
Monsignor Maniago infine si è soffermato sulla situazione nella diocesi, che negli anni passati ha vissuto una serie di vicissitudini culminate con le dimissioni anticipate del suo predecessore, monsignor Vincenzo Bertolone: «È indubbio che nella Diocesi ci fossero delle fatiche, delle sofferenze, anche delle ferite, ed è stato mio compito principale – perché per il vescovo i sacerdoti non sono dipendenti ma collaboratori – condividere un cammino, anche qui con rispetto, cerando di mettermi in ascolto, nel rispetto delle esperienze. La linea sulla quale ci siamo mossi e ci dobbiamo muovere è chiara, l’abbiamo addirittura avuta dal Santo Padre. Ho trovato in tutti i sacerdoti, proprio in tutti, il desiderio di superare le sofferenze e questo è il punto di forza su cui possiamo sollevare le sorti della nostra diocesi dando respiro alle tante potenzialità di questa chiesa che deve essere in grado di risplendere. Questa chiesa ha una sua bellezza, non ha bisogno di trucchi:, basta solo metterla in ordine e farla splendere di un bellezza particolare e originale. La diocesi di Catanzaro – ha concluso l’arcivescovo – ha tanto da dare a questa regione, e questo dà grande responsabilità, e questa diocesi e le altre diocesi della Calabria hanno tanto da dare alla chiesa italiana, per la sua ricchezza, questo perché la chiesa assorbe molto dell’umanità dei territori». (redazione@corrierecal.it)
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