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L’intervista

“Onorevoli confessioni”, Ferro alle donne: «Osate di più»

I rapporti con la famiglia. Le sue passioni, i ricordi d’infanzia. La sottosegretaria si è raccontata nella trasmissione andato in onda su Rai 2

Pubblicato il: 18/12/2022 – 11:25
“Onorevoli confessioni”, Ferro alle donne: «Osate di più»

CATANZARO «Certamente lo facciamo attraverso la capacità, la volontà ma soprattutto attraverso quello che ha dimostrato Giorgia Meloni la competenza, lo studio, la professionalità e la coerenza». Così Wanda Ferro, sottosegretario al Ministero dell’Interno del Governo di Giorgia Meloni ospite di “Onorevoli confessioni”, la trasmissione andata in onda sabato sera su Rai2, ha descritto quella “marcia in più” dimostrata da Fratelli d’Italia nello schierare donne nella politica. Nella trasmissione condotta da Laura Tecce,
Ferro nella valigia che si è portata “dietro” per presentarsi, espone il peperoncino. «Sicuramente è un simbolo della Calabria, questa terra straordinaria», dice. «La prima cosa che chiedo in un ristorante quando entro: “C’è il peperoncino?”», afferma alla conduttrice. «Di questo – sottolinea riferendosi alla pianta piccante – ne facciamo un vanto».

Wanda Ferro durante la trasmissione tv


E rivendica la sua appartenenza: «Ho scelto di vivere a Catanzaro, amo profondamente quella terra per i suoi colori, i suoi profumi, per la sua gente. Come tutti i territori ha delle criticità, delle ombre e delle luci, ma l’importante è non arrendersi mai alla rassegnazione». Secondo Ferro, «la Calabria più la si vive, più la si conosce, più la si migliora».
Sul ruolo delle donne in politica, Ferro non ha dubbi e ne disegna anche la qualità tutta al femminile: «quella capacità di combinare in poco tempo tante cose». E da consigli rivolto a tutte: «L’importante è fare la gavetta, io ho fatto un passo per volta. E questo mi ha dato maggiore consapevolezza del ruolo che via via andavo a ricoprire».

Vasco Rossi nel concerto organizzato dalla Ferro

E nella valigia Ferro, sfodera anche il volume dedicato a Vasco Rossi, come momento-fotogramma dell’evento organizzato nel 2004, quando era assessore alla Cultura, «una specie di Woodstock del Sud», lo definisce la conduttrice Laura Tecce. «Ho sempre ritenuto che la cultura sia il vero e fondamentale “ascensore sociale”», dice a ricordando quella stagione della sua vita istituzionale. E scorrono le immagini di quegli anni – con la colonna sonora di Notre Dame de Paris, composta da Riccardo Cocciante altro evento eccezionale giunto nel Capoluogo – «Dopo Roma, Milano e Parigi». E ricostruendo l’evento di Vasco Rossi a Catanzaro, Ferro ricorda: «Un giorno mi arrivò una chiamata di Roberto De Luca, il manager di Vasco, e mi annunciò l’intenzione di fare “gratis” il concerto».
«Ci furono 400mila presenze – ricorda ancora la sottosegretaria -. Fu una straordinaria esperienza di un Vasco Rossi che oltre ad essere un grandissimo artista è un grande uomo». E sulla domanda scaturita da quel concerto “Buoni e cattivi”, se la sottosegretaria si giudicasse “cattiva”, Ferro risponde: «Nella vita occorre essere un po’ cattivelli». Ricorda anche la Mannoia tra gli ospiti di quella fase storica vissuta alla guida dell’assessorato.

La premier Meloni sul palco a sostegno della corsa della Ferro alle ultime amministrative


Poi dalla valigia, Ferro sfodera, una foto della sua famiglia. «Tante conquiste si ottengono quando si ha una famiglia a sostenerti, ed io lo ho avuto». Un’occasione che permette alla sottosegretaria di fare un viaggio intimo a ritroso tra i suoi ricordi più familiari. «Con mio padre ritrovo quella voglia di confrontarmi con gli altri, mentre quello che mi accomuna con mia madre è la generosità d’animo – dice -. Penso sempre prima agli altri e poi a me stessa. E mi piace caricarmi anche dei dispiaceri degli altri, credo che anche questo sia un momento di arricchimento personale». Un momento di commozione rappresentato plasticamente anche dallo stetoscopio ripreso dalla valigia dei ricordi della Ferro. E poi una passione rivelata dalla Ferro: «È una passione che mi porto dall’infanzia, mi piace collezionare soldatini. Non si ferma mai. Ne avrò ora 350». Ma nel racconto emerge anche una Ferro “ribelle” nei suoi anni d’adolescenza: «Per me uscire da casa era importante e mi scontravo per qualche uscita “vietata”» e dei suoi rapporti con la sorella Carla. «È stata sempre la prima della classe, io facevo “il giusto” e lo facevo bene, ma lei era più rigida, anche per via di un’educazione più stringente».


A proposito della “determinazione” della Ferro, la sottosegretaria rivela: «È la politica l’impegno che mi ha fatto sempre battere il cuore e continua a farmelo battere». Da qui dice: «Ho sempre seguito le ragioni del cuore».
«Ho iniziato molto presto, ho iniziato a 14 anni. Sono stati anni sicuramente formativi – dice Ferro ricostruendo la sua carriera e la sua militanza politica -. Ma prima di scegliere ho voluto ascoltare tutti. In modo che alla fine ho sempre scelto con consapevolezza».
E sulla premier, Ferro sottolinea: «Giorgia ha scompaginato tutti i pronostici. Ha dimostrato subito le sue qualità». Sulla domanda dei rapporti privati, Ferro confessa: «Io, a differenza di Giorgia, mi sarei sentita una mamma inadeguata rispetto a quel canone riconosciuto». E su questo Ferro rivolge un appello alle donne: «Osate di più». (redazione@corrierecal.it)

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