ROMA «Figlio di un Dio Minore. Così potremmo definire il porto di Corigliano Rossano nell’ambito dell’Autorità di Sistema Portuale dei Mari Tirreno Meridionale e Ionio. Un argomento che ho affrontato nei giorni scorsi con il ministro alla Protezione civile e Politiche del mare, Nello Musumeci».
È quanto dichiara in una nota il senatore di Fratelli d’Italia, Ernesto Rapani.
«Mi riprometto di incontrare il presidente dell’autorità portuale, Andrea Agostinelli, al quale chiederò come l’ente marittimo intende sviluppare lo scalo jonico e per quale motivo sia destinatario di “briciole” nella ripartizione dei fondi programmati nel Piano operativo triennale. Nel frattempo, però, ho già interessato il capo del dicastero alle Politiche del mare nel corso di un cordiale e proficuo colloquio, nel quale ho illustrato le enormi potenzialità del porto di Corigliano Rossano sotto il profilo commerciale e mercantile, turistico e quindi croceristico, diportistico, e non certo per ultimo, peschereccio. Proprio la marineria di Schiavonea, tra le più importanti in tutto il bacino del Mediterraneo, merita rispetto ed attenzioni, e soprattutto la fruizione di uno scalo portuale con tutti i servizi, compreso l’alaggio e varo».
«Con Musumeci, ancora, abbiamo accennato alle opportunità di rivalutare le cosiddette autostrade del mare – spiega ancora Rapani – sperimentate in partenza dal porto di Corigliano nel 2009 con la tratta Corigliano-Catania, che avevano l’obiettivo di alleggerire il traffico su gomma lungo l’autostrada A2, in quegli anni soggetta a imponenti lavori di revisione. Al vaglio anche l’ipotesi di rendere lo scalo un “portale” con collegamenti per la Puglia, la Grecia e i Balcani».
«Al Ministero competente, qualora non dovessero giungere dall’Autorità portuale le risposte adeguate ad uno scalo importante come quello di Corigliano Rossano, chiederò “trasferire” le competenze dello scalo nella più vicina e naturalmente vocata Autorità di Sistema Portuale del Mar Ionio che governa il porto di Taranto».
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