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Larocca: «Le priorità sono l’A2, il porto di Gioia Tauro, la ss106 e la ferrovia jonica, non il ponte»

Il neo segretario generale della Filt Cgil Calabria fa il punto sulle infrastrutture. «L’obiettivo è collegare la Calabria al resto d’Italia»

Pubblicato il: 21/12/2022 – 16:03
Larocca: «Le priorità sono l’A2, il porto di Gioia Tauro, la ss106 e la ferrovia jonica, non il ponte»

CATANZARO Alta velocità ferroviaria, ammodernamento della strada statale 106 e riadeguamento dell’autostrada A2 fra Salerno e Reggio Calabria, ma soprattutto rilancio del porto di Gioia Tauro di cui, ancora, «non sono state colte tutte le potenzialità»: sono le opere da realizzare secondo Salvatore Larocca, neo segretario generale della Filt-Cgil Calabria, che parlando con l’Agi non inserisce tra le priorità della regione nel settore del trasporti e delle infrastrutture il ponte sullo Stretto di Messina. Assunto come gruista in Medcenter Container Terminal, l’azienda che a metà degli anni novanta ha riscoperto il grande scalo progettato al servizio di un polo siderurgico nazionale mai realizzato, è ora alla guida della federazione dei lavoratori dei trasporti della Cgil, di cui è stato segretario generale della Piana di Gioia Tauro.
Dal 2006 fa parte del comitato dell’autorità portuale della Calabria come rappresentante dei lavoratori. Conosce bene, dunque, lo scalo ed è da qui che inizia la conversazione. Lo scalo è al centro del dibattito politico, soprattutto dopo che si è riaffacciata la possibilità che vi si realizzi un rigassificatore.
«Continuiamo a dire – spiega – che Gioia Tauro ha delle potenzialità che non vengono in nessun modo sfruttate. Soprattutto perché rispetto all’ attività svolta dai due terminalisti, sia per quanto riguarda il transhipment sia per quanto riguarda l’automotive, ci sono delle grandissime opportunità. I container – prosegue – non dobbiamo solo vederli passare, come avviene oggi, ma dobbiamo riuscire a creare, soprattutto nell’area retroportuale, delle attività manifatturriere con forti ricadute occupazionali. Anche per quanto riguarda l’automotive ci sono grandi opportunità soprattutto nel settore dell’assemblaggio e sulle attività ad esso legate. La cosa più importante è realizzare, nella prima, nella seconda e nella terza area industriale, che sono enormi, con grandissime disponibilità di spazi, attività connesse che possono portare occupazione».
Il riferimento è alle centinaia di ettari di agrumeti e uliveti dissodati negli anni Settanta per la costruzione del quinto centro siderurgico nazionale, progetto poi abbandonato che ha lasciato ampi spazi desertificati. «A differenza di altre realtà portuali soffocate dalle città che sorgono alle loro spalle, abbiamo enormi spazi – osserva il sindacalista – che non vengono sfruttati».
È in corso il dibattito sul rigassificatore, stimolato dalla crisi energetica conseguente alla guerra in Ucraina. I pareri sono contrastanti. Può essere fattore di sviluppo o potrebbe comprometterne il futuro? Larocca non ha dubbi sul fatto che si tratti di un’opportunità: «Noi ci abbiamo pensato bene – è la risposta -. Se l’attracco delle navi gasiere fosse stato all’interno dello scalo per noi sarebbe stato un problema, perché avrebbe interferito con le attività dei due terminalisti (Mct e Automar, ndr.), ma con l’attracco ad un pontile esterno, che non andrebbe a inficiare in nessun modo le attività di navigazione legate alle altre attività che hanno delle ricadute rilevanti, il rigassificatore potrebbe rappresentare un’opportunità non solo per le possibili ricadute legate ai costi energetici, ma soprattutto perché potrebbe fornire all’area industriale la piastra del freddo a costo zero e forse per la prima volta si potrebbe creare una filiera nell’agroalimentare che potrebbe sfruttare l’economia a zero del freddo che a quel punto verrebbe erogato al rigassificatore». Occorre però una rete di collegamenti che consenta al piu’ grande porto del Mediterraneo di connettersi con l’Europa. E allora è urgente ammodernare strade e ferrovie in tutta la Calabria.
«La nostra priorità – argomenta Larocca – è collegare la Calabria, come avviene nelle regioni del nord Italia, in maniera efficiente. I collegamenti attuali sono carenti sotto tutti i punti di vista. L’autostrada, nonostante gli adeguamenti, presenta ancora dei tratti rimasti così com’erano nel vecchio tracciato che non consentono collegamenti efficienti. L’alta velocità – dice poi Larocca – di fatto si è fermata a Salerno. Questo ci penalizza enormemente. Se non si punta alla possibilità di raggiungere in 3 ore Roma da Reggio Calabria diventa complicato parlare di sviluppo. Per quanto riguarda il trasporto delle merci, è indispensabile spostarsi seguendo la dorsale adriatica per raggiungere il cuore dei mercati industriali e produttivi del nord Italia e del centro dell’Europa. Le condizioni ci sono però bisogna superare le strozzature che stanno limitando in maniera forte lo sviluppo del porto». Dunque, il ponte sullo Stretto non è tra i punti prioritari dell’impegno del sindacato. «È assurdo – dice il segretario della Filt calabrese – parlare di parlare di un collegamento come il ponte sullo Stretto quando non riusciamo a spostarci all’interno del territorio calabrese. Un cittadino che volesse andare da Reggio a Crotone non ci arriverebbe in meno di quattro ore. Di cosa stiamo parlando? Preoccupiamoci, ad esempio, di garantire collegamenti sia stradali che ferroviari efficienti sulla fascia ionica adeguando la ferrovia e la statale ionica. Il ponte potrebbe essere il completamento di un percorso. Per il momento non è prioritario».

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