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Il centrodestra porta a casa la “nuova” legge con un piccolo ritocco orario: sulla lotta alla ludopatia la Regione “batte in ritirata”

Via libera a un sub-emendamento in Consiglio regionale: sale gioco, slot e macchinette restano aperte per 13 ore. Occhiuto: testo migliorato e all’avanguardia. L’opposizione: bandiera bianca nella …

Pubblicato il: 22/12/2022 – 20:02
Il centrodestra porta a casa la “nuova” legge con un piccolo ritocco orario: sulla lotta alla ludopatia la Regione “batte in ritirata”

REGGIO CALABRIA Giusto un “ritocchino”, di due ore, che non cambia di fatto nulla e che dà solo il senso di una Regione Calabria che batte in ritirata nella lotta al gioco d’azzardo. Alla fine il centrodestra, dopo un bel po’ di tribolazioni, porta a casa il risultato: passa in Consiglio regionale la “nuova” legge sulla ludopatia, ritornata in aula dopo la sollevazione popolare della Chiesa, delle comunità terapeutiche, delle organizzazioni anti-usura, e passa con un sub-sub emendamento firmato da tutta la maggioranza che vieta l’apertura delle sale gioco, delle sale scommesse, rivendite e altri esercizi abilitati al gioco dalle ore 24.00 alle ore 9.00 e dalle ore 12.30 alle ore 14.30. In sostanza, slot, macchinette e apparecchi (infernali) vari saranno aperti 13 ore al giorno: prima di tornare in aula erano 15 le ore di apertura (si prevedeva la chiusura dalle 24.00 alle 9.00), quindi una piccola limatura di 2 ore, un range temporale che tutto sembra però tranne che una vera barriera alla ludopatia, e agli interessi enormi e anche criminali che vi gravitano attorno. Il sub-sub emendamento – a firma Giuseppe Gelardi (Lega) il primo e Michele Comito (Forza Italia) e Giuseppe Graziano (Udc) il secondo – in pratica appare agli oppositori del testo un “contentino” quasi beffardo.

Il dibattito

A illustrare l’ultima versione normativa è il presidente del Consiglio regionale, Filippo Mancuso, che parla di «una proposta emendativa che mira a normare il gioco e a chiarire i termini della questione, sulla quale si è dibattuto tanto ma anche a sproposito e con cose non vere. È stato giusto il primo rinvio per ulteriori approfondimenti, che abbiamo fatto in commissione, io stesso personalmente ho sentito il presidente della Cec, l’arcivescovo metropolita di Reggio-Bova monsignor Morrone e abbiamo ascoltato tutte le parti in causa, pervenendo infine a un testo ampiamente inclusivo, che addirittura prevede ristrettezze che in altre regioni d’Italia non ci sono, ponendo rimedio in modo da respingere le speculazioni. Invito i consiglieri alla discussione e al confronto evitando però la demagogia, perché la Calabria ci guarda e l’Italia ci guarda». Dai banchi dell’opposizione parte subito all’attacco la capogruppo del Misto Amalia Bruni: «Chiedo l’appello nominale perché tutti ci mettano la faccia. State mettendo un campo un carro armato non solo contro le opposizioni ma contro tutta la collettività – la Chiesa e volontariato – che si è detta contraria. Tutto resterebbe inalterato, e così si aumenterebbe una dipendenza che alla fine alimenta la ‘ndrangheta e distrugge l’economia delle famiglie. I dati sul crollo dell’occupazione sono assolutamente indimostrabili. Si approva una legge che ricadrà sulla pelle dei cittadini a colpi di maggioranza e di machete. E ribadisco – sostiene la Bruni – che non è stato acquisito il parere della commissione Sanità come era necessario alla luce anche delle pesanti ricadute del gioco sulla salute dei cittadini e sulla spesa sanitaria. Come fa Occhiuto, che è anche commissario alla sanità, a restare in silenzio e ad avere un atteggiamento da Ponzio Pilato? Non c’è stato un approfondimento serio, ma un approfondimento passerella. È stato sanato poi il distanziometro. Con questa legge si alza bandiera bianca nel contrasto al gioco d’azzardo. Esprimo infine apprezzamento alla Loizzo che ha avuto il coraggio di mantenere la sua posizione contraria». Michele Comito (Forza Italia) ricorda che «il gioco è regolamentato dallo Stato e non è giusto mettere nel dibattito elementi che non c’entrano, e poi pensiamo al vero dramma del gioco online. Comunque come terza commissione faremmo delle audizioni sul tema delle dipendenze». Ernesto Alecci (Pd): «Mi sfugge l’utilità di questa legge per salvaguardare pochi posti di lavoro. Con questo testo si fa un regalo alla criminalità organizzata». Davide Tavernise (M5S), molto polemico con Mancuso, si rivolge al governatore Occhiuto: «Ritengo che sia il miglior presidente che si poteva avere in questa fase ma visto che si parla tanto di nuova immagine della Calabria, penso che questa maggioranza debba stare attenta a ogni minimo particolare e spero che Occhiuto in futuro dia indicazioni più precise ai suoi consiglieri, considerando che anche stavolta la Calabria è finita sotto i riflettori nazionali per le sue negatività». Ferdinando Laghi (Dema): «Nelle modifiche apportate non vedo alcun miglioramento del testo, vedo che sono stati accontentati i sindaci ma certo non sono stati accontentati la Chiesa, le comunità di recupero e le associazioni e soprattutto non si fa l’interesse dei calabresi che spendono per il gioco d’azzardo dai 2 ai 4 miliardi, e questo è allarmante. È una legge sbagliata che sembra tutelare interessi lobbistici». Raffaele Mammoliti (Pd): «Mi sembra di assistere a un braccio di ferro tra maggioranza e Occhiuto, che è intervenuto sul tema lanciando messaggi auspicando attenzione. La nostra non è demagogia, ma è un netto dissenso politico perché c’è la convinzione concreta su un testo che danneggia la lotta all’illegalità e avrà pesanti ripercussioni sociali. Animeremo un dibattito importante anche fuori dal Consiglio». Infine, Antonio Lo Schiavo (Misto): «Il testo è un po’ migliorato ma c’era secondo me bisogno di maggiori ristrettezze».

Occhiuto: il testo è stato migliorato

A concludere il dibattito, un po’ inatteso, il presidente della Regione Roberto Occhiuto: «Non volevo intervenire perché è un tema che non mi appassiona e che registra anche un’ipocrisia dello Stato, che fa cassa con il gioco. Io cerco di rispettare lo Statuto che prevede una divisione tra l’azione di governo e quella del Consiglio regionale. Ho la consapevolezza di governare una regione molto complessa, dove c’è grande povertà, c’è una pervicace e forte presenza della criminalità organizzata. A ciascuno di noi – ha ricordato Occhiuto – è capitato di registrare nella cronaca nera o giudiziaria episodi di riciclaggio, ma non è che si chiudono i supermercati perché danno luogo a situazioni del genere. Certo in Calabria il livello di attenzione dev’essere più alto, per questo qualche giorno fa ho suggerito al Consiglio regionale di riaccendere la discussione con le audizioni di soggetti interessati. È servito perché è stato modificato ulteriormente ed è un testo migliorativo, grazie a questo supplemento di approfondimento in Calabria si approva in aula un testo che ci mette all’avanguardia. Senza questo testo saremmo tacciati di essere quelli che favoriscono il gioco illegale rispetto a quello legale. Rispondo alla Bruni: non c’è da parte mia alcun atteggiamento pilatesco, ho tanti difetti ma una cosa non può essermi contestata, il fatto di metterci la faccia e se su alcune questioni non intervengo è perché ho rispetto delle istituzioni e non voglio sostituirmi al Consiglio regionale nelle prerogative del Consiglio». Infine, ancora Mancuso, che ha replicato alla Bruni ribadendo «la bontà di questa proposta di legge». (redazione@corrierecal.it)

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