COSENZA «Non vi è traccia che Maurizio Abate sia stato in contatto con Lisa Gabriele prima del decesso o che sia stato sul luogo del delitto». E’ questa in estrema sintesi la motivazione che ha convinto il Tribunale del Riesame ad accogliere parzialmente le richieste avanzate dagli avvocati Marco Facciolla e Francesco Muscatello difensori di fiducia dell’unico indagato per la morte della giovane di Rose. I due legali avevano sottolineato, subito dopo il fermo del loro cliente, la presenza di «gravi lacune investigative rispetto a percorsi di indagine alternativi» e «l’assenza di elementi probatori materiali, oggettivi ed individualizzanti».
Il Tdl ha deciso di non confermare il carcere per Abate in merito all’accusa di omicidio mentre l’esigenza permane per quanto attiene gli episodi legati alla cessione di droga nei confronti del figlio. All’epoca dei fatti minorenne. E’ il 25 agosto 2020 quando Abate contatta telefonicamente il figlio per fissare un incontro, e gli chiede di portare «i gelati». Secondo l’accusa è il termine utilizzato per identificare lo stupefacente. Saranno i carabinieri ad intercettare nel corso di un controllo dello stupefacente in possesso del figlio di Abate. «Trovato in possesso di 2,80 grammi di marijuana». (f.b.)
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