CROTONE L’Eni, in corso d’opera, cambia le carte in tavola e si prepara a tombare nell’area industriale di Crotone un milione di tonnellate di rifiuti tossici e pericolosi, che avrebbe dovuto smaltire fuori dalla regione Calabria (conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019 che ha dato il via libera al Pob fase 2 – Piano operativo di bonifica che segue il Pob fase 1). Il tutto si sta consumando nell’indifferenza totale delle amministrazioni locali. Comune, Provincia e Regione non hanno, infatti, intrapreso nessuna attività ufficiale per contrastare il proposito del colosso industriale: nel 2019 era stato sancito che i rifiuti stipati nella discarica fronte mare di Farina-Trappeto (Passeggiata degli innamorati) dovessero essere smaltiti al di fuori del territorio calabrese. Prima di arrivare alla conferenza decisoria del 24 ottobre del 2019 la Regione aveva disposto il Paur (provvedimento autorizzatorio unico regionale). Nel corso di quella Conferenza decisoria il tecnico della Regione, architetto Reillo, ha fatto presente che «con il provvedimento del Paur è stata data l’autorizzazione per tutte le attività relative alla gestione dei rifiuti derivanti dagli interventi di bonifica». Sempre l’architetto Reillo, chiarisce che «sono state individuate delle aree di deposito preliminare dei rifiuti, sia per quanto riguarda il Tenorm che per i rifiuti non Tenorm» e evidenzia altresì che «nel provvedimento (Paur, ndr) sono state inserite una serie di prescrizioni, la cui principale è che, in ogni caso, il destino dei rifiuti deve essere posto fuori dalla regione e che le attività di deposito non possono essere iniziate se non a valle dell’individuazione dei siti di smaltimento finale dei rifiuti». Reillo, intervenendo per la seconda volta, chiarisce anche che «la richiesta di portare i rifiuti all’esterno del territorio regionale nasce, sin dalle fasi iniziali del progetto, dalla necessità di non aggravare la situazione già presente localmente mediante la realizzazione di nuove discariche». Anche la parte politica presente alla riunione esprime parere favorevole al Pob fase 2, ma con la prescrizione che i rifiuti dovevano essere smaltiti al di fuori del territorio regionale. L’allora sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, anche nella sua qualità di presidente della Provincia ha chiesto «la certezza che i rifiuti vengano portati al di fuori del territorio del Comune e della Provincia di Crotone». L’allora assessore regionale all’Ambiente, la crotonese Antonella Rizzo, «specifica che in ambito Paur non si è entrati nel merito di destinazione dei rifiuti, ma per la sicurezza dei cittadini calabresi e per l’impatto ambientale a cui il territorio è sottoposto, è stata data l’indicazione che i rifiuti dovessero essere smaltiti all’esterno del territorio regionale». Tutte le amministrazioni locali, quindi, approvano il Pob fase 2, ma sono compatte nel sostenere quanto previsto dal Paur e cioè che i rifiuti dovessero essere smaltiti al di fuori del territorio regionale. La società Syndial (Eni) “rileva che i siti di destinazione finale dovranno essere individuat , nel pieno rispetto della normativa ambientale vigente, che stabilisce che non vi debba essere un “turismo” dei rifiuti, e quindi, non debbano essere portati in siti troppo lontani, se vi sono siti vicini”. A questo proposito Antonella Rizzo, contatta dal Corriere della Calabria, racconta che, al di fuori della discussione messa a verbale, si era parlato di eventuali siti da utilizzare per lo smaltimento della tipologia dei rifiuti. Secondo il racconto di Rizzo il rappresentante del ministero avrebbe indicato una discarica operativa al di fuori del territorio nazionale (Austria o Germania) e il rappresentante della Syndial avrebbe subito stoppato la discussione dicendo che “le scelte del sito di smaltimento era una prerogativa della società che metteva i soldi per le attività”. La Conferenza dei servizi all’unanimità ha dato, quindi, il via libera al Pob fase 2 e anche alle prescrizioni previste dal Paur.
“La collina dei veleni”, così si chiama l’associazione fondata dal sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, quando ancora non era amministratore, ha fatto pervenire un documento con il titolo “Criticità del progetto” con il quale denunciava che era improprio definire la decisione della Conferenza dei servizi con il termine “bonifica”, perché si sarebbe trattato di una messa in sicurezza permanente, “nemmeno buona”. Il documento inviato da Voce è stato allegato agli atti della Conferenza dei servizi decisoria. Erano i tempi in cui l’attuale sindaco di Crotone faceva battaglie contro l’Eni e tutti i soggetti che hanno approvato il Pob fase 2. Da sindaco della città non ha fatto passi indietro rispetto agli enti che hanno approvato il progetto ma, a parere di molti, la sua verve critica nei confronti dell’Eni si è addolcita. Almeno questo gli è stato contestato dall’opposizione nel consiglio comunale convocato per discutere della bonifica. Gli avversari politici attribuiscono il cambiamento di Voce all’accordo che l’amministrazione comunale ha sottoscritto lo scorso 21 dicembre con il colosso industriale che, tra l’altro, riconosce al Comune pitagorico la somma di 16.750.000 euro da destinare al finanziamento di progetti che l’ente intenderà realizzare. Su questo accordo, nonostante le richieste dei consiglieri comunali, non sono stati forniti documenti. Nella conferenza stampa convocata per annunciare l’accordo, il sindaco ha detto che l’argomento non era di pertinenza del consiglio comunale. Anche quando i consiglieri hanno chiesto la disponibilità degli atti della bonifica, Voce li ha invitati a visionarli sul sito del ministero dell’Ambiente, “essendo atti pubblici”. Il Corriere della Calabria li ha scaricati proprio dal sito del ministero.
Il 3 marzo del 2020 il ministero ha reso pubblico il Decreto attuativo che, in buona sostanza, acquisisce tutte le decisioni prese durante la Conferenza decisoria del 24 febbraio del 2019. Non c’è stata nessuna modifica rispetto al fatto che i rifiuti della discarica fronte mare dovessero essere smaltiti fuori della Calabria. L’unica novità è rappresenta dal comma b dell’articolo 1, dove si legge: “L’Azienda (Eni, ndr) entro 90 giorni dal completamento del piano di monitoraggio ante operam della durata di un anno, deve trasmettere agli enti competenti una relazione sugli esiti del piano medesimo, comprensivo della valutazione da parte dell’Arpa Calabria e, una volta acquisita la valutazione, la Relazione deve essere valutata nell’ambito di apposita conferenza dei servizi istruttoria la quale dovrà determinarsi sulle necessità di una variante progettuale che porti all’approvazione definitiva degli interventi comprensiva anche della modalità di collaudo”. La Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019 non rappresentava, quindi, l’ultimo atto della fase progettuale della bonifica così come tutti pensavano.
L’11 ottobre del 2021 è stata convocata la conferenza preventivata con il Decreto attuativo. Il secondo punto all’ordine del giorno di questa seduta propone di trattare: “Discariche fronte mare e aree industriali progetto operativo di bonifica fase 2”. Rispetto alle precedenti conferenze ci sono novità sostanziali: è cambiata la rappresentanza politica degli enti locali e il colosso ha sostituito Syndial con lEni Rewind Spa. Sindaco del Comune di Crotone è diventato Voce, presidente facente funzioni della Provincia pitagorica è Vincenzo Lagani e alla Regione c’è Roberto Occhiuto. Gli interlocutori, quindi, sono tutti diversi. Nel fare l’appello il Comune di Crotone, convocato come gli altri con Pec, è risultato assente. Una stranezza che andrebbe chiarita, visto che Voce, quando non era ancora sindaco, mandava i documenti per fare conoscere la sua posizione. In questa riunione l’Eni Rewind fa mettere a verbale la seguente dichiarazione: “A seguito del mutato quadro tecnico e normativo di riferimento per la gestione dei rifiuti rispetto agli elementi che hanno portato all’approvazione del Pob fase 2 con Cds decisoria del 24 ottobre del 2019, sono state rivalutate le tipologie dei rifiuti ed è stato evidenziato che parte del Pob non è realizzabile”. Sulla base di questi mutamenti, Eni Rewind “richiede nuovamente la rimozione del vincolo del Paur ad utilizzare per il progetto le discariche presenti sul territorio regionale, per poter garantire la gestione dei rifiuti contenenti Tenorm; anticipa che l’azienda presenterà istanza di variante Pob fase 2, limitatamente alla parte di Pob non realizzabile, ovvero rimozione di quella parte dei materiali contenenti Tenorm associati ad amianto presenti nella discarica ex Fosfotec (Passeggiata degli innamorati, ndr), per i quali verrà proposta la realizzazione di una dedicata discarica di scopo da ubicare in una idonea area all’interno del sito”. Sempre in questo verbale, nella parte conclusiva, si legge che la Conferenza dei servizi istruttoria: “Chiede agli enti tecnici e alle amministrazioni competenti di trasmettere al Mite, entro 30 giorni dalla data dell’odierna riunione, eventuali richieste di integrazioni sulla documentazione oggetto della riunione medesima, che saranno tempestivamente trasmesse all’Azienda”. Di questa riunione e soprattutto del verbale non si è discusso pubblicamente, come era ampiamente avvenuto per le precedenti iniziative. Così come non si sa se le amministrazioni locali abbiano presentato controdeduzioni. Ci sono forti dubbi sul ruolo avuto dalle amministrazioni locali, perché da fonti attendibili si è saputo che l’Eni abbia rivolto la richiesta al ministero dell’Ambiente di cambiare la destinazione d’uso del sito. Il ministero può farlo perché il sito di Crotone è annoverato tra quelli di interesse nazionale. Il ministero, quindi, potrebbe, apportando modifiche al Piano regolatore della città, cambiare l’attuale destinazione d’uso del sito per consentire all’Eni di avere a disposizione un terreno da utilizzare come discarica per tombare quel milione di rifiuti che attualmente costituiscono le due colline della Passeggiata degli innamorati. Su tutta la vicenda è calato il sipario e Crotone deve prepararsi a subire l’ennesimo smacco.
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