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l’inchiesta

‘Ndrangheta, il nipote del boss fa i conti sul padel a Milano: «Da ogni campo 720mila euro all’anno»

Palazzo Marino annuncia verifiche sulle presunte ingerenze nel settore. Agli atti dell’inchiesta anche una telefonata dei soci in Comune

Pubblicato il: 23/12/2022 – 7:04
‘Ndrangheta, il nipote del boss fa i conti sul padel a Milano: «Da ogni campo 720mila euro all’anno»

MILANO Che il padel a Milano sia un affare lo spiega chiaramente Marco Molluso, 39enne nipote di un presunto boss di ‘ndrangheta. E indagato nell’inchiesta della Dda lombarda che ha portato al sequestro di otto campi. L’intercettazione riportata dal Corriere della Sera rappresenta bene le dimensioni del business: «Allora, praticamente, ogni ora e mezza ci sono quattro giocatori che pagano 15 euro cadauno, esatto?», dice. «E sono 60 euro ogni ora e mezza… e si affittano per cinque volte al giorno: quindi, 60 per 5 sono 300 euro al giorno a campo (…) per 300 giorni (…) per otto campi». Il totale è presto fatto: «720mila euro». «Escono delle cifre sproporzionate veramente», concorda l’interlocutore di Molluso. Altro che il vecchio campo di calcio su cui sono stati ricavati i campetti (abusivi).
Dopo l’inchiesta che ha sfiorato il Comune di Milano, Palazzo Marino ha assicurato «massima collaborazione» alle indagini e annuncia l’intenzione di costituirsi parte civile. L’amministrazione comunale avrebbe anche avviato le verifiche sul centro sportivo Sant’Ambrogio che «riguarderanno – lo riporta ancora il Corriere – anche il rapporto di concessione in essere e la tutela della continuità sportiva del centro». Molluso, da presunto «socio occulto» del centro sportivo comunale “Lombardia Uno” di via De Nicola alla Barona è l’unico indagato (ai domiciliari) per «emissione e utilizzo di fatture per operazioni inesistenti e autoriciclaggio». È lui a finanziare così, con 700mila euro, la moltiplicazione del paddle nel centro sportivo.
Molluso e i suoi soci sono pronti a intervenire quanto l’iter per la realizzazione dei campi si incaglia per via di un sopralluogo dei vigili. Si lamentano così in Comune. Agli atti – riferisce il Corriere – c’è una telefonata, che non contiene nulla di penalmente rilevante, tra un socio e un politico: «(…) Voglio dire, non abbiamo costruito nulla se non convertire un campo a sette in campi da paddle, punto, lo fanno tutti a Milano», recrimina. «Sì, sì», è la risposta. «Ma non è tanto quello, quello che fa ridere è che qualcuno mi ha mandato l’urbanistica ieri, io a quello che me l’ha mandata… che poi è una pratica che sistemeremo, pagheremo la nostra multa, e va bene, fine dei giochi… io a quello gli manderei la mia bolletta di 20.858,387 euro». «Pazzesco», commenta l’interlocutore. (redazione@corrierecal.it)

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