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Supporto elettorale, “cattive frequentazioni” e irregolarità gestionali: il Comune di Nettuno “feudo” della ‘ndrangheta

Pubblicate le motivazioni dello scioglimento, il secondo in 17 anni subito dall’amministrazione del litorale laziale per le infiltrazioni delle cosche calabre

Pubblicato il: 23/12/2022 – 10:58
Supporto elettorale, “cattive frequentazioni” e irregolarità gestionali: il Comune di Nettuno “feudo” della ‘ndrangheta

«Collegamenti diretti e indiretti degli amministratori locali con la criminalità organizzata di tipo mafioso», e ancora «un vero e proprio supporto elettorale» e diffuse irregolarità nella gestione della cosa pubblica. Sono questi i motivi che hanno determinato lo scioglimento del Consiglio comunale di Nettuno (Roma) per infiltrazioni della ‘ndrangheta, scioglimento disposto con decreto del presidente della Repubblica pubblicato ieri sulla Gazzetta ufficiale. Lo scioglimento, il secondo subito dal Comune di Nettuno dopo quello del 2005, è stato proposto dal ministero dell’Interno Piantedosi sulla scorta delle risultanze dell’ispezione della commissione d’accesso insediata dal prefetto di Roma.

Le “cattive” frequentazioni degli amministratori di Nettuno

Ispezione che prende le mosse all’indomani della operazione “Tritone” con cui a febbraio la Dda di Roma mette sotto scacco alcuni sodalizi legati alla ‘ndrangheta di Santa Cristina d’Aspromonte (Reggio Calabria) e di Guardavalle (Catanzaro), operazione di notevole significato perché rivela una vera e propria “locale” di ‘ndrangheta tra Anzio e Nettuno. Nella relazione del ministro dell’Interno si specifica anzitutto che la ‘ndrina dedita a vari traffici illeciti – droga, estorsioni, intestazione fittizia di beni – si caratterizza «con coinvolgimenti anche nella politica locale» che già hanno determinato lo scioglimento per mafia del Comune di Nettuno 17 anni fa. E infatti – si legge nel report del Viminale – la commissione d’indagine, arrivata dopo gli arresti di febbraio, analizzando lo svolgimento e gli esiti della tornata amministrativa del 2019 che ha visto vincenti le liste collegate all’ex sindaco di Nettuno, Alessandro Coppola, ha evidenziato, innanzitutto, una parziale continuità con la consiliatura sciolta nel 2005 per le rilevate infiltrazioni della criminalità organizzata, in quanto alcuni dei componenti dell’alleanza civica di centrodestra (assessori e consiglieri) hanno fatto parte di quella precedente amministrazione. Sono emersi elementi «circa un vero e proprio supporto elettorale» da parte della ‘ndrina alla compagine elettorale del sindaco di Nettuno e anche in favore di alcuni consiglieri comunali: presenti anche contatti telefonici tra il sindaco Coppola e un soggetto ritenuto contiguo alla locale criminalità organizzata; così anche risultano captazioni ambientali di consiglieri e assessori comunali nelle quali viene avanzata la richiesta di appoggio elettorale, a soggetti riconducibili a famiglie di ndrangheta. Nella relazione del minsitro dell’Interno si evidenzia tra gli amministratori «la figura di un consigliere comunale nei cui confronti sono state accertate frequentazioni con ambienti malavitosi e che, inoltre, risulta essere stato rappresentante legate di una ditta nel cui assetto societario figurano soggetti, uno dei quali considerato di particolare spicco criminale. La locale di ‘ndrangheta ha sostenuto anche un altro candidato, primo dei non eletti, entrato comunque nel consiglio comunale di Nettuno a seguito di surroga dopo la nomina ad assessore di altro componente. Per l’amministratore c’è stato l’interessamento di un suo congiunto, che ha ricoperto cariche elettive in un comune limitrofo, e che ha richiesto appoggio elettorale ad un noto esponente mafioso del posto. Il Viminale annota: «L’organo ispettivo ha svolto, al riguardo, una approfondita disamina  degli  atti  elettorali, verificando gli elenchi dei sottoscrittori delle predette liste elettorali, dalle quali è emersa una “notevole promiscuità dei  sostenitori”, avendo accertato che alcuni firmatari di una lista  si  trovano ad essere candidati in altre, sempre però della stessa coalizione risultata  vincente. Inoltre, nei riguardi di alcuni amministratori  eletti, sono emerse frequentazioni, rapporti familiari (diretti o indiretti) e cointeressenze con appartenenti al contesto criminale  locale oltreché posizioni di un potenziale conflitto di interesse».

Il “disordine amministrativo” al Comune di Nettuno

Oltre alle “frequentazioni” degli amministratori sotto la lente di inquirenti e commissione d’accesso prefettizia anche le criticità, le anomalie, le irregolarità nella gestione amministrativa del Comune di Nettuno, segnali di «una  grave  carenza  organizzativa  dell’ente, da  cui è derivato un generale disordine amministrativo». Irregolarità nella procedura negoziata, finanziata dalla Regione Lazio, per la fornitura del materiale informativo e servizio di assistenza per la gestione telematica e degli accessi alle spiagge, nella redazione dei piani di riqualificazione urbana approvati dalla Regione Lazio per Nettuno con cambi di destinazione d’uso di aree agricole e opere di urbanizzazione finiti direttamente – secondo gli accertamenti inquirenti e amministrativi – nelle mire della ‘ndrangheta (infatti, sono tanti i nomi riferibili alla ‘ndrina che figurano come proprietari dei fondi inseriti nelle aree interessate dai piani), irregolarità nell’assegnazione delle concessioni balneari di spiaggia libera sia sul versante delle gare che su quello di chi se le è aggiudicate. «La commissione d’indagine – si legge nella relazione ministeriale – ha segnalato che le aree messe a gara sono state rinnovate agli stessi soggetti già concessionari, molti dei quali legati alle locali consorterie criminali, così determinando una progressiva riduzione dell’interesse a partecipare alle relative procedure». E ancora, sono risultati carenti se non proprio del tutto assenti, i la regolarità dei pagamenti dei canoni concessori e i requisiti antimafia e anche le verifiche sul pagamento dei tributi locali (entrate irrisorie dagli immobili intestati a «soggetti gravati da precedenti di polizia in materia di associazione per delinquere». Nel mirino della magistratura e della prefettura infine un dipendente comunale di Nettuno in contatto con imprenditori interessati ai lavori edilizi al cimitero comunale, per un parcheggio e le manutenzioni stradali e alcuni appalti affidati a persone contigue con la criminalità organizzata e affidamenti diretti sotto soglia sempre per quanto riguarda il cimitero e le attività di pulizia. In sintesi, si riscontra la «la presenza ed estensione dell’influenza criminale» slum Comune di Nettuno, sciolto per infiltrazioni ‘ndranghetiste di nuovo a distanza di 17 anni dalla prima volta. (c. a.)

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