CATANZARO «La scelta di tenere una seduta aperta del Consiglio comunale per discutere dell’offerta formativa in Calabria si rivela una scelta necessaria oggi più di ieri, dopo che il Coruc ha sostanzialmente dato il via libera alla nascita della facoltà di Medicina presso l’Unical». Lo afferma il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro, Gianmichele Bosco. «Una scelta – osserva Bosco – che appare miope, dannosa, priva di criterio e in virtù della quale è mia ferma intenzione di insistere affinché quel Consiglio comunale, convocato e rinviato per ben tre volte, si tenga per far emergere l’errore commesso e ribadire che il capoluogo di regione farà tutto ciò che è nelle sue possibilità per far sì che il sistema universitario tutto sia equilibrato ma soprattutto utile e rispettoso dell’interesse generale dei calabresi. Vogliamo ribadire ancora una volta che per noi non è questione di campanile, né intendiamo che appaia tale. Semmai, è questione di scongiurare pericolosi squilibri e dare forza al sistema-Calabria nel suo complesso, piuttosto che avvantaggiare un singolo territorio in danno di altri. Sia chiaro che tutti hanno diritto alla legittima aspirazione di compiere salti di qualità e dunque, nel caso dell’Unical, di ampliare la propria offerta formativa ma allora deve essere altrettanto chiaro che anche l’Umg deve poter aspirare allo stesso obiettivo, senza che nessuno abbia da ridire sull’ipotesi di avviare a Catanzaro un corso di laurea in architettura o ingegneria informatica. Non si vede la ragione, infatti, per cui il capoluogo – prosegue il presidente del Consiglio comunale di Catanzaro – dovrebbe essere tagliato fuori dall’obiettivo comune di diventare più attrattivo anche per chi dovesse decidere di venire a studiare in Calabria. Il punto, però, è che tale obiettivo deve essere perseguito insieme, senza fughe in avanti, furbizie o accordi di piccolo cabotaggio. Ecco perché pensiamo che anche e forse soprattutto, dovrebbe essere il presidente della Regione ad assumersi la responsabilità di governare certi processi, per evitare distorsioni di cui la Calabria non avverte alcun bisogno, perché sono proprio quelle distorsioni ad avere procurato nei decenni i guasti che hanno tenuto al palo della mancata crescita una intera comunità regionale». Bosco quindi conclude: «Per quel che ci riguarda, lo ribadiamo, non staremo a guardare e questo è un dato esplicito di cui tutti devono avere consapevolezza».
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