L’attesa del Natale è un misto di speranza e di ansia. Speranza perché tutto migliori, le brutture rimosse e la pace trionfi. La “speranza” è solo un auspicio lasciato al caso se non c’è l’agire, è solo un augurio sterile e un sottrarsi dalla assunzione della responsabilità.
Bisogna uscire dalla nicchia di un individualismo che nega la socialità e alimenta gli egoismi.
Viviamo con Fede l’Avvento, che apre i cuori in cui le inerzie siano spazzate via da un forte sentimento di socialità. L’ansia di cui parlavo non potrà essere rimossa, ma diverrà la preoccupazione di chi si è riappropriato delle proprie responsabilità.
Il Natale non sarà quello gioioso dell’infanzia dove si viveva nell’incanto del bel sogno.
Ma i sogni non svaniscono per nessuno se i cuori segneranno con il loro battito il cammino di una umanità che va verso la pace, la vita e l’amore.
Buon Natale a tutti.
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