La Calabria cresce ma molto più lentamente di gran parte delle altre regioni e resta ultima nel Pil pro capite. Lo rileva l’Istat nell’ultimo report sui conti territoriali economici, confermando la debolezza strutturale e i ritardi della nostra regione.
Secondo l’Istat, «a livello regionale sono Lombardia e Basilicata a registrare la crescita del Pil in volume più marcata, entrambe +7,7% rispetto all’anno precedente, seguite da Emilia Romagna (+7,5%), Veneto (+7,3%), Umbria e Piemonte (+7,1%). Incrementi superiori alla media nazionale si registrano anche per Abruzzo e Marche (+7% per entrambe). La crescita più contenuta è quella del Molise (+4,3% rispetto al 2020), seguito da Calabria (+4,5%) e Sicilia (+4,7%). Incrementi inferiori alla media anche per Valle d’Aosta (+5,2%), Lazio (+5,6%) e Provincia autonoma di Bolzano-Bozen (+5,8%); la Campania mostra una crescita del Pil pari a quella media nazionale (+6,7%), mentre in Puglia e Liguria è solo leggermente inferiore (+6,6%). Quanto alla spesa per consumi delle famiglie, gli incrementi in volume più significativi si registrano nella Provincia autonoma di Bolzano-Bozen (+6,2%), in Valle d’Aosta (+6,1%), Lombardia e nella Provincia Autonoma di Trento (+6%); seguono Veneto (+5,8%), Sardegna (+5,7%), Umbria (+5,6%) e Friuli-Venezia Giulia (+5,5%). Crescite più contenute si riscontrano invece in Puglia (+3,8%) e Liguria (+4%) mentre l’Abruzzo è in linea con la media nazionale (+5,3% rispetto al 2020). Campania e Piemonte (+5,2% per entrambe) e Emilia Romagna (+5%) fanno registrare un incremento leggermente più contenuto».
Un altro indicatore poi sotto la lente dell’Istat. «Con 37,5mila euro nel 2021 (34,6mila euro nel 2020) – spiega l’istituto – il Nord-ovest resta l’area geografica con il Pil per abitante più elevato (misurato in termini nominali). Seguono il Nord-est, con 35,8mila euro (33,2mila nel 2020) e il Centro, con 32,1mila euro (30 mila euro l’anno precedente). Il Mezzogiorno si conferma ultimo con 19,7mila euro (18,3mila nel 2020), incrementando le distanze con il Centro-nord: la differenza, che si era ridotta da 15,8mila euro a 14,5mila euro tra il 2019 ed il 2020, risale infatti a 15,7mila euro per abitante nel 2021. La graduatoria regionale vede in prima posizione la Provincia autonoma di Bolzano-Bozen, con un Pil per abitante di 48 mila euro, seguita da Lombardia (40,7mila euro) e Provincia autonoma di Trento (39,9mila euro). Con 34,5mila euro, il Lazio si conferma la prima regione del Centro in termini di Pil per abitante, seguita dalla Toscana con 31,2mila euro. Nel Mezzogiorno, la prima regione è l’Abruzzo con 25,5mila euro, seguono Basilicata (23,5mila euro), Molise e Sardegna (21,7mila euro per entrambe), mentre la Calabria resta stabilmente all’ultimo posto della graduatoria con 17,6mila euro. Nel 2021 in Italia la spesa per consumi finali delle famiglie per abitante, valutata a prezzi correnti, è stata di 17,5mila euro. I valori più elevati di spesa pro-capite si registrano nel Nord-ovest (20,1mila euro) e nel Nord-est (19,6mila euro); segue il Centro con 18,3mila euro, mentre il Mezzogiorno si conferma l’area in cui il livello di spesa è più basso (13,7mila euro). A un maggior livello di dettaglio territoriale – conclude l’Istat – i livelli più alti di consumi finali pro-capite si registrano in Valle d’Aosta, nella Provincia autonoma di Bolzano-Bozen e nella Provincia autonoma di Trento (rispettivamente 24,6mila euro, 22,2mila euro e 21,1mila euro); i livelli più contenuti si registrano in Campania (12,7mila euro), Puglia (13,1mila euro) e Sicilia (13,9mila euro)… La graduatoria del reddito disponibile per abitante conferma sostanzialmente la situazione del 2020: in testa si pone la Provincia autonoma di Bolzano-Bozen, con 26,3mila euro correnti (25,7mila euro nel 2020), seguita da Lombardia (23,9mila euro) ed Emilia-Romagna (23,3mila euro). La Calabria chiude la graduatoria con 14,1mila euro (13,5 nel 2020), preceduta da Campania e Sicilia (rispettivamente 14,5mila euro e 14,8mila euro)». (redazione@corrierecal.it)
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