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Le dinamiche criminali dei “Banana”. I detenuti trascurati e l’ambizione di Marco Abbruzzese

Le possibili scissioni agitano il gruppo criminale cosentino. «Sai quanti mi affiancano e mi prendo tutto Cosenza?»

Pubblicato il: 27/12/2022 – 6:40
di Fabio Benincasa
Le dinamiche criminali dei “Banana”. I detenuti trascurati e  l’ambizione di Marco Abbruzzese

COSENZA Dinamiche criminali, rapporti (tesi) all’interno dei “Banana”, possibili coalizioni e nuove sinergie. Intercettati, gli indagati nell’inchiesta “Reset” della Dda di Catanzaro parlano di tutto e qualcuno si lascia andare ad uno sfogo, irritato dai comportamenti degli altri affiliati.

L’astio nei confronti di Antonio Abruzzese e Luigi “Banana”

Il 5 dicembre 2019, gli investigatori captano una discussione tra Marco Abbruzzese, Leonardo Bevilacqua e Ivan Barone. In particolare Marco si lamenta del comportamento di qualche affiliato poco incline a stringere rapporti con i «ragazzi criminalmente promettenti», facendo sì che questi vengano cooptati da altri clan, come quello degli italiani o dai Muto di Cetraro. «Se non si immischia con te.. è venuto da te? se non te lo prendi tu e ha i coglioni.. un altro se lo piglia.. e poi si uniscono tutti quanti contro di te…. uno come il capo degli Italiani se lo tiene in questa maniera (inteso come “in grande considerazione”)… gli altri di Cetraro se lo tengono in questa maniera». La discussione si accende e Barone esterna del risentimento nei confronti di qualcuno che inizialmente non viene nominato ma che successivamente si comprende sia Antonio Abruzzese, cognato di Luigi Abbruzzese.

Marco Abbruzzese

Quest’ultimo, secondo quanto riferisce Barone, sarebbe solito incassare il danaro frutto di attività illecite tenendosi lontano dalla «strada» e dal lavoro sporco. «Come cazzo funziona qua?.. Ma me lo fate il cazzo del piacere!», affonda stizzito Barone e Marco Abbruzzese aggiunge: «Centomila euro di macchine per uno (…)…sul bene di mio figlio si comprano macchine di trenta quaranta mila euro e non li fanno neanche vedere.. neanche li so chi li tiene (…) non li vediamo nè io nè tu.. nè Capiceddra né…non li vediamo nessuno.. lo sai cosa…oggi li vedi in una concessionaria, oggi li vedi di nuovo…». Barone non contiene la rabbia e si sfoga: «Ma sono imprenditori? che fanno? (…) no.. dimmelo tu… Non è che siamo soggetti… non è che siamo soggetti in mezzo alla strada? La colpa la danno pure per gli altri, no? Perché noi siamo pericolosi e noi portiamo guai… e dimmelo tu».

L’ambizione di Marco Abbruzzese

Il gruppo criminale della famiglia Abbruzzese, meglio conosciuta come “Banana”, è segnato da evidenti crepe. I rapporti tra i fratelli non sono particolarmente distesi e tutti sarebbero pronti a svolgere un ruolo da protagonista nel clan, assumendo una posizione verticistica e controllando in toto gli affari illeciti. A riferire delle tensioni era stato anche “Micetto”, Celestino Abbruzzese, chiamato a testimoniare in un processo a Cosenza. Marco Abbruzzese detto “Lo Struzzo” mosso da ambizione e sete di potere confessa, nella intercettazione precedentemente richiamata, la volontà di espandersi criminalmente per operare un capillare controllo di tutta la città di Cosenza e dei paesi limitrofi. «Leonà sul bene di mio figlio.. che se io avessi la posizione… che ero sicuro mille per mille.. che gli potevo mandare i soldi ai detenuti.. no…che avevo la posizione per mandargli… lo sai quante persone ho che mi affiancano e mi prendo tutto Cosenza? Pure i paesi.. Montalto…capì.. tu neanche te lo immagini». Leonardo Bevilacqua risponde, sottolineando il ruolo di Antonio Abruzzese, «la vera mente del gruppo dei Banana». «Antonio…perchè… numero uno… non si espone mai.. cioè a dire.. lui è l’ideatore… la mente…». Anche Marco concorda aggiungendo che però anche lui prima o poi pagherà le conseguenze, anche in termini giudiziari. «Lo sanno tutti.. che è lui che gli fa fare le cose a Luigi…secondo me.. le botte le menano anche a lui non solo a Luigi.. non ti spaventare…».

I detenuti trascurati

Leonardo Bevilacqua si sofferma sulla gestione della cosca e si mostra perplesso sulla scelta operata dai vertici decisi a trascurare i detenuti. Questo, per Bevilacqua, potrebbe favorire la formazione di altri gruppi criminali. «Già adesso c’è aria brutta perchè.. nel senso…che non facciamo niente..si mettono insieme “accucchiano” si mettono insieme hai capito. Fanno gruppo.. un giorno.. finiscono di rompersi i coglioni e vengono loro a mettere le “viscigliate”». Dall’altra parte del telefono, Marco Abbruzzese esprime disappunto su altri componenti del gruppo. «Faccio un esempio…si rompono i quadri delle macchine per rubare una macchina.. non hanno neanche l’intelligenza di imparare queste cose a rubare una macchina sola.. nel senso che scoppia una guerra no? (…)…a chi lo vai a dire va a rubarmi una macchina?».

(f.benincasa@corrierecal.it)

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