COSENZA Non è cosentino, ma il cuore batte per i colori rossoblù. Quando Alberto Urban parla della città dei bruzi e del «suo» Cosenza gli occhi si illuminano. Il “Baggio di Cosenza”, come lo avevano soprannominato i tifosi, resta ancora oggi un beniamino assoluto. Il prototipo del tuttocampista moderno, mezzala, regista, interno, mezzapunta, rifinitore: Urban era questo e molto altro. A dispetto del suo metro e 65 di altezza, dispensava assist e gol: un moto perpetuo in tutte le zone del campo come i suoi capelloni ricci che danzavano ad ogni cambio di passo. Nel 1986 arriva a Cosenza, la squadra è impegnata nel campionato di C1 e in Sila conquista in pochi mesi il pubblico di casa. Nel secondo anno in maglia rossoblù centra la tanto attesa promozione e trascina il club alla gloria. Nel suo percorso avrà modo di conoscere e incontrare anche Denis Bergamini. Ad Urban, abbiamo chiesto cosa pensa del difficile momento che sta attraversando la squadra allenata da Viali, ultima in classifica in Serie B e con lo spettro della retrocessione che mai come in questa stagione agita l’animo di tifosi e supporter silani.
«Bisogna intervenire con decisione sul mercato e prendere cinque giocatori importanti, non sette o otto semplici calciatori. Ci vuole veramente tanta forza per recuperare, abbiamo la classifica che meritiamo. Anzi siamo arrivati probabilmente un po’ in ritardo ad occupare l’ultimo posto perché abbiamo fatto due vittorie insperate nelle prime due di campionato», dice l’ex calciatore al Corriere della Calabria. «Questa squadra ha dei grossi limiti, lo stiamo dicendo da mesi e mesi e dispiace che nessuno è stato attento. Ci sono squadre che lottano per non retrocedere che hanno degli organici importanti e che forse anche senza intervenire sul mercato possono iniziare a correre. Dunque, noi dobbiamo essere subito pronti». In tanti sollevano dubbi sulla possibilità per il Ds Gemmi di concludere l’acquisto di giocatori pronti a calarsi in una situazione evidentemente complicata e disposti a lottare per la salvezza. «Dobbiamo accontentarli – dice Urban – perché sennò non vengono con la squadra ultima in classifica, Cosenza è una città ambita da tutti come lo era quando noi giocavamo a pallone, quindi deve essere brava la società in questo momento a scegliere i giocatori». La chiosa è dedicata al difficile rapporto tra società e tifoseria. «Va ricucito il rapporto con i tifosi perché sappiamo cosa sono capaci di fare, basta una piccola scintilla e arrivano in 20.000 allo stadio». «Questa squadra e questa città – conclude – hanno bisogno di essere accontentati, i tifosi vogliono sognare e oggi sono veramente delusi». (f.benincasa@corrierecal.it)
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