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Omnibus e “nuove” proposte

Dalle fusioni non si “torna indietro” nei primi 15 anni, ok alla legge a Palazzo Campanella

Il consiglio regionale blocca l’ipotesi del Cra a Corigliano Rossano. Verso una nuova proposta per Cosenza, Rende e Castrolibero

Pubblicato il: 28/12/2022 – 17:04
di Luca Latella
Dalle fusioni non si “torna indietro” nei primi 15 anni, ok alla legge a Palazzo Campanella

CORIGLIANO ROSSANO Le fusioni dei comuni, le modificazioni territoriali, hanno bisogno di tempo – decenni – per verificarne il percorso. Ed è questo il principio, proposto tramite emendamento e approvato in consiglio regionale (22 presenti, 18 favorevoli tra cui Pasqualina Straface e Giuseppe Graziano, 4 astenuti), lo scorso 22 dicembre.
Sostanzialmente la variante presentata nell’ambito di un omnibus, o cosiddetta legge di manutenzione, bloccherà ogni iniziativa popolare, referendum consultivo per le modifiche territoriali, entro i quindici anni dall’entrata in vigore della relativa legge regionale istitutiva. Ne consegue che l’iniziativa popolare proposta a Corigliano Rossano dal Comitato per il ritorno all’autonomia, il gruppo “scissionista” che da qualche settimana sta raccogliendo le firme per ottenere un referendum consultivo che ispiri “ritorno al passato”, quindi la re-istituzione dei comuni di Rossano e Corigliano Calabro, dopo “appena” quattro anni, non avrà alcun valore.
Non vi è dubbio che un processo lungo come può essere una fusione di comuni – in questo caso di Corigliano e Rossano, la più importante in Italia ed in Europa per dimensioni – non può non tener conto di un lungo periodo entro il quale verificare i benefici.
Nel corso della campagna referendaria, peraltro, il comitato delle 100 associazioni per la fusione – culla del processo nato dal basso proprio grazie alla partecipazione attiva di una miriade di associazioni – ha spesso sottolineato con forza che la fusione stessa non avrebbe risolto i mal di pancia dei politicanti di quartiere, colmato le buche stradali o ripristinato le reti idriche e fognarie con un tocco di bacchetta magica o, minimamente, scalfito quelle che sono le identità e le tradizioni inviolabili dei due popoli che rimarranno per sempre scolpite nella storia. Per un processo sociale del genere, c’è quindi bisogno di tempo e i soli quattro anni “d’età” di Corigliano Rossano non bastano di certo a tirare le somme.
E se delle somme si volessero comunque tirate, basterebbe sottolineare che nelle 139 fusioni di comuni nella storia d’Italia, nessuno di questi è mai tornato indietro.

La visione di città

La “visione” di grande città era ed è a lungo termine: il C100A ha proposto e spiegato chiaramente che la fusione è un progetto che necessita di decenni e per questo auspicava una prima consiliatura “costituente”, con all’interno una rappresentanza delle forze politiche e delle intellighenzie della città, nemmeno presa in considerazione dall’attuale prima amministrazione comunale a trazione Stasi.
Oggi serpeggia malumore, dettato dall’azione di un governo che di certo deve essere più coraggioso anche nello spiegare meglio alla città in quale direzione si sta andando e cosa sta facendo.
Quindici anni, sembrano peraltro pochi se contestualizzati in quella visione di città unica che prende corpo e sostanza nel lungo periodo, nonostante i primissimi benefici si stiano già manifestando. Quali? L’elevazione della compagnia dei carabinieri a reparto territoriale, il commissariato presto elevato a primo dirigente, la salvezza con annessa elevazione ad agenzia provinciale dell’Inps, il treno Frecciargento. Tutti benefici legati esclusivamente al dato demografico, come i progetti Pinqua, ad esempio (45 milioni intercettati dall’amministrazione comunale che ha già ricevuto una anticipazione di risorse e coi i cantieri previsti nel 2023 e da concludere 2026) o i 10 milioni per la rigenerazione urbana di Cantinella. Tutti bandi ai quali il comune ha potuto partecipare perché con popolazione sopra i 50mila abitanti.

La fusione Cosenza-Rende-Castrolibero

Verso la fusione – altra dimostrazione della bontà del processo – si stanno incamminando anche Cosenza, Rende e Castrolibero. Una prima proposta di legge presentata in consiglio regionale (Cosenza e Rende) da Simona Loizzo decadrà con le conclusione del mandato di consigliera dopo l’elezione alla Camera. La novità è, invece, relativa ad un’altra proposta di legge che sarà sottoscritta da tutti i consiglieri regionali della provincia di Cosenza e presentata nelle prossime settimane, ma questa volta con l’annessione di Castrolibero. Qualora la proposta dovesse essere approvata in Consiglio regionale e poi attraverso il referendum consultivo delle popolazioni, nascerà una nuova città di 111mila abitanti (Cosenza 67mila, Rende 35 mila, Castrolibero 9mila), forse anche per riequilibrare le sorti (politiche) della provincia. (l.latella@corrierecal.it)

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