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lo scontro

“Cutro è il nostro partito” minaccia di querelare il segretario comunale

Strascichi giudiziari per la ricusazione della lista. «Ritardi imputabili all’ufficio elettorale, non si può lasciare correre»

Pubblicato il: 29/12/2022 – 19:33
di Gaetano Megna
“Cutro è il nostro partito” minaccia di querelare il segretario comunale

CUTRO La lista elettorale “Cutro è il nostro partito” minaccia di querelare il segretario comunale del Comune del crotonese se non saranno chiarite le ragioni che hanno determinato l’esclusione dalla competizione elettorale della lista che candidava a sindaco l’ex assessore regionale Francesco Sulla. Come si ricorderà la lista era stata ricusata dalla commissione elettorale circondariale perché, nel verbale di trasmissione degli atti alla commissione elettorale circondariale, la segretaria comunale di Cutro aveva indicato un’ora di presentazione che sforava di molto l’orario massimo previsto dalla normativa per la presentazione delle liste. In quella occasione le liste ricusate (due) dissero che il segretario comunale anziché indicare l’orario di arrivo dei presentatori agli uffici comunali, aveva indicato l’orario di conclusione della valutazione degli atti. Le due liste hanno anche presentato, senza successo, ricorso al Tribunale amministrativo regionale della Calabria e al Consiglio di Stato. Oggi la lista che ha candidato Sulla ha convocato una conferenza stampa, tenutasi questa mattina a Cutro, nel corso della quale è stato evidenziato che «l’unico strumento che rimane è la querela volta ad accertare la sussistenza di responsabilità penali per il reato di falso nelle attestazioni rese dalla Segretaria comunale».

«Modificato il corso degli eventi politici del paese»

La conferenza stampa di oggi è stata convocata perché i rappresentanti della lista elettorale “Cutro il nostro partito”, sono convinti che «non si sia riflettuto sufficientemente sulla grave situazione venutasi a creare in occasione della presentazione delle liste per l’appuntamento elettorale del 27 novembre scorso, quando, a causa della ricusazione di due delle tre liste presentate, è stato modificato, di fatto, il corso degli eventi politico-amministrativi del paese». “Cutro è il nostro partito” ritiene che «quanto accaduto meriti un ben altro approfondimento e un definitivo chiarimento, non tanto nell’interesse dei singoli attori della vita politica, ma nell’interesse della collettività, che ha il diritto di vedere appurata la verità dei fatti».

La contestazione sul motivo della ricusazione

Nel corso della conferenza stampa è stato ricordato che «il motivo della ricusazione della lista è legato all’orario di presentazione della stessa: la segretaria comunale, ha indicato, infatti, nelle ore 13.10 l’orario di ricezione della lista e, dinnanzi all’osservazione, da parte dei presentatori, sul fatto che tale orario non corrispondesse a quello del loro arrivo in Municipio e del contestuale deposito del plico elettorale, ha dichiarato di non preoccuparsi perché avrebbe, separatamente, allegato l’attestazione che indicava nelle ore 11.20 tale orario di arrivo». Dal canto loro, i rappresentanti della Commissione elettorale circondariale «hanno sostenuto, invece, di non aver mai ricevuto tale attestazione e di essersi dovuta basare, quindi, unicamente, su quanto riportato nella ricevuta della segretaria e cioè sull’orario delle 13.10, che corrispondeva all’ora finale delle operazioni, e non a quella iniziale, come avrebbe dovuto essere, non disponendo di altri elementi e precisando testualmente, in una nota di controdeduzioni inviata al Consiglio di Stato, che alla ricevuta della Segretaria comunale non era allegata alcuna altra dichiarazione».

«Ritardo imputabile all’ufficio elettorale»

Secondo la ricostruzione dei rappresentanti della lista “Cutro è il nostro partito” «nella dichiarazione, stilata dai funzionari dell’ufficio elettorale, si dava correttamente atto, invece, che il ritardo era dipeso esclusivamente da ragioni imputabili all’ufficio elettorale, in quanto vi era stato un malfunzionamento del software nel rilascio dei certificati elettorali, oltre che alle attività di presentazione della lista precedente, ma su questo la Commissione elettorale sostiene di non aver potuto eseguire alcuna valutazione, in quanto non messa nelle condizioni di poterlo fare». «Ora, tra due versioni così palesemente contrastanti (che ruotano attorno all’effettiva consegna o meno di questo documento attestante l’orario di arrivo in Municipio), – hanno detto – è chiaro che la cittadinanza merita di sapere come stanno realmente le cose e di pretendere un chiarimento formale e pubblico». Sempre secondo i rappresentanti della lista elettorale  «siamo, infatti, davanti a questa paradossale situazione: la segretaria comunale attesta di aver consegnato il documento alla Commissione elettorale, ma quest’ultima nega di averlo ricevuto. Di certo c’è solo che i presentatori della lista non hanno alcuna responsabilità in tutto questo e che però a pagarne il prezzo è stata solo la lista. Cosa del tutto inaccettabile!». 

«Non si può lasciar correre»

«È chiaro, quindi, che, trovandoci davanti ad organi che rivestono un ruolo istituzionale di primo piano, e che hanno in mano le sorti della vita democratica di una comunità (in quanto gestiscono i procedimenti elettorali), – hanno sottolineato – non si può “lasciar correre” una contraddizione tanto palese e di una gravità inaudita». Le azioni che saranno messe in campo «non saranno rivolte a contestare l’esito della competizione elettorale, sul quale abbiamo sempre svolto considerazioni esclusivamente politiche e di opportunità, questo ci preclude la possibilità di sporgere querela di falso in sede civile». E poiché i rappresentanti della lista sono consapevoli del fatto che «l’eventuale accertamento di tale reato potrebbe avere delle ripercussioni personali, che non è loro intenzione perseguire (ma che perseguiranno solo se costretti, a difesa dell’onorabilità degli interessati e dell’interesse collettivo), è stato deciso di concedere un breve lasso di tempo affinché la segretaria comunale o la Commissione elettorale chiariscano, in modo pubblico, la versione effettiva dei fatti”. Passato questo “lasso di tempo” senza che vi sia stato “questo chiarimento”, saranno intraprese “le iniziative legali del caso».

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