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Il 2022 delle squadre calabresi: la “rinascita” di Reggina, Catanzaro e Crotone, male il Cosenza (tanto per cambiare)

Saladini (bravo a scongiurare il fallimento degli amaranto), Noto e Vrenna hanno rianimato i rispettivi ambienti. Guarascio non si smentisce

Pubblicato il: 30/12/2022 – 8:00
di Francesco Veltri
Il 2022 delle squadre calabresi: la “rinascita” di Reggina, Catanzaro e Crotone, male il Cosenza (tanto per cambiare)

COSENZA Il 2022 delle maggiori squadre di calcio calabresi può essere paragonato a un lunghissimo viaggio all’inferno con ritorno, o approdo, in paradiso. Almeno per tre delle quattro rappresentanti che bazzicano da tempo nei campionati professionistici, soltanto il Cosenza calcio del presidente Eugenio Guarascio resta intrappolato in un limbo pieno zeppo di vuoto e rassegnazione dal quale fatica a liberarsi. Ma andiamo per ordine partendo dalla rianimata Reggina che dopo essere stata a un passo, l’estate scorsa, dal fallimento, sembra essere rinata in un sol colpo grazie alla cura Saladini, ambizioso imprenditore lametino (come Guarascio ma, evidentemente, più ispirato) e proprietario anche dell’Fc Lamezia. Il giovanissimo (38 anni) fondatore e amministratore delegato di Gruppo MeglioQuesto Spa, in un attimo è riuscito nel miracolo sportivo di acquistare e costituire una azienda subito pronta al grande salto nella massima serie. Il patron amaranto ha superato lo scetticismo iniziale dell’ambiente, ancora scosso dalla gestione Gallo, portando in riva allo Stretto nientepopodimenoche Pippo Inzaghi e una quindicina di calciatori di spessore. Oggi, alla fine del girone d’andata del torneo cadetto, Menez e compagni viaggiano stabilmente nelle zone di lusso della classifica, a tre punti dalla capolista Frosinone e a più tre dalla terza, la corazzata Genoa. Inutile dire che, per quanto visto finora, ipotizzare un ritorno in serie A, appare tutt’altro che azzardato.

Catanzaro dei record

Il secondo gradino del podio annuale per meriti sportivi va senza dubbio al Catanzaro. Dopo una serie interminabile di annate fallimentari o sfortunate (vedi semifinale playoff dello scorso maggio persa al 97′ minuto contro il Padova), la compagine giallorossa quest’anno difficilmente fallirà l’obiettivo della promozione in serie B. Il presidente Floriano Noto, generoso quasi quanto Saladini nell’elargire in abbondanza “doni” di alta caratura tecnica al suo allenatore Vincenzo Vivarini, ha imparato tanto dagli errori del passato. La sua creatura sembra non conoscere ostacoli e, probabilmente, nulla ha a che fare con il campionato di serie C. I 54 punti totalizzati in venti partite (con 56 gol fatti e soltanto 8 subiti) parlano di una vera e propria macchina da guerra, capace di battere record su record e la concorrenza di altre due big del girone C di non poco conto come Pescara e soprattutto Crotone. Giusto per capire il percorso dei giallorossi, basta guardare i numeri delle prime della classe degli altri due gironi della terza serie: la FeralpiSalò ha 38 punti (con 21 gol realizzati e 11 subiti), mentre la Reggiana ne ha messi insieme 43 (28 gol fatti e 11 subiti).

Crotone, dalla retrocessione a una pronta risalita

L’amara retrocessione in serie C, non ha scalfito di una virgola le ambizioni della famiglia Vrenna, subito desiderosa di portare il Crotone dov’è stato stabilmente nell’ultimo decennio. L’addio dopo 27 anni di vita insieme del direttore sportivo Giuseppe Ursino è stato assorbito con equilibrio e lucidità dalla società pitagorica, brava subito a mettere a disposizione del nuovo allenatore Franco Lerda, già in rossoblù nella stagione 2009-2010, una rosa fortissima quanto quella del Catanzaro. Ecco, forse l’unica nota stonata del Crotone in versione rinnovata, almeno per adesso, sta proprio nella concorrenza spietata dei corregionali giallorossi che, come già scritto sopra, sembrano avere una marcia in più rispetto al resto del mondo. Ma, considerato il livello tecnico delle concorrenti, non è escluso che alla fine entrambe (una delle due attraverso i playoff) non potranno festeggiare la promozione in serie B.

Il solito Cosenza

Fino a questo punto abbiamo parlato di un 2022 più o meno favorevole per Reggina, Catanzaro e Crotone, capaci, grazie alle rispettive proprietà, di rialzarsi e di brillare dopo cadute rovinose e apparentemente devastanti. Solo il Cosenza, come ormai da tradizione, non appartiene a questo gruppo di eccellenza. Da anni la compagine rossoblù naviga a vista e alla meno peggio nelle acque di un campionato di serie B a cui si presenta sistematicamente impreparato. Se si esclude la sua tifoseria, sempre presente, paziente e generosa nonostante le molteplici delusioni digerite, la società silana anche in questo anno ormai agli sgoccioli ha messo in mostra tutto il suo variegato repertorio di lacune immense e tragicomiche sulle quali non pare esserci alcun interesse a intervenire. Dopo due salvezze miracolose, un ripescaggio e uno spareggio playout (lo scorso maggio contro il Vicenza), l’anno dei Lupi si sta concludendo come peggio non si poteva immaginare: ultimo posto in classifica con 17 punti (non un numero a caso evidentemente) e una squadra talmente debole da richiedere un intervento poderoso in fase di mercato di riparazione. Tutto questo con una contestazione della piazza sempre più imponente da gestire e una serie di voci di possibili cessioni a nuovi acquirenti con cui fare i conti. Insomma, se Reggina, Catanzaro e Crotone possono guardare all’anno nuovo con ottimismo, non può dirsi lo stesso per il Cosenza. Anche se un cambio al vertice della società, potrebbe riportare in città un pizzico di buonumore in più.

(foto di copertina tratta dalla pagina facebook della Reggina)

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