La compattezza del centrodestra, nonostante qualche smagliatura, nel segno del governatore Roberto Occhiuto, e i primi anche se ancora timidi segnali di risveglio del centrosinistra, sempre legato però alle “bizze” del Pd. Un anno di politica in Calabria. Il 2022 chiude i battenti e consegna qualche spunto di riflessione su 12 mesi comunque intensi, culminati nel passaggio delle elezioni politiche dello scorso 25 settembre.
Nel centrodestra si suggella la leadership del presidente della Regione Roberto Occhiuto, la cui impronta scandisce i tempi e detta l’agenzia e l’azione della maggioranza, che porta a casa alcune riforme come quelle sui rifiuti e sull’acqua, sul trasporto aereo e sul termalismo. Il governatore inoltre rafforza il suo ruolo di commissario con la proroga del Decreto Calabria che ne amplia i margini di manovra nel campo della sanità. Inoltre Occhiuto proprio in coda al 2022 concretizza l’arrivo dei medici cubani, da molti nelle ultime settimane messo in discussione, e mette a punto l’attività di ricognizione del debito commerciale della sanità: ora per il governatore commissario la sfida nel 2023 sarà completare il percorso messo in campo in questi mesi, dal pacchetto assunzioni ad Azienda Zero, che ancora balbetta. L’anno che verrà è poi l’occasione di un’ulteriore spinta con la presenza di un governo “amico” a Roma, presenza già produttiva (i tre miliardi in manovra per la Statale 106, anche se spalmati in più anni). Gli obiettivi prioritari di Occhiuto per il prossimo anno sono l’autonomia differenziata nella versione meno nordista cara alla Lega e il rigassificatore di Gioia Tauro, che dopo l’ok all’insediamento al Senato della premier Giorgia Meloni sembra di nuovo scomparso dai radar (e dall’agenda) di Palazzo Chigi. Sul piano prettamente politico, il centrodestra in Calabria conferma la sua predominanza sancita alle Regionali del 2021 con la vittoria netta anche alle Politiche 2022, che sono stati anche un “tagliando” per l’azione di Occhiuto alla guida della Cittadella (tagliando superato) e che però hanno consegnato alcuni dati significativi: la Calabria è sempre la roccaforte di Forza Italia a livello nazionale, cresce in modo esponenziale Fratelli d’Italia, che si può fregiare dell’unica calabrese dal governo, la sottosegretaria Wanda Ferro, mentre invece continua nel suo mesto e litigioso viale del tramonto la Lega, che non riesce a eleggere nemmeno il proprio leader Matteo Salvini (candidato al Senato ma costretto a ripiegare su altre regioni) e si perde in riti tribali e profonde lacerazioni. Non sono mancati però gli inciampi nel cammino del centrodestra: le divisioni che hanno determinato la sconfitta nel tradizionale “feudo” di Catanzaro dopo i quasi 20 anni di guida di Sergio Abramo (con la contrapposizione di tre candidati sindaco d’area) e i dietrofront sulla vicenda del consigliere supplente e della ludopatia. Segnali di scollamento nella maggioranza e anche di malumori nei confronti dello stesso Occhiuto, che però nell’ultimo Consiglio regionale ha ricucito gli strappi con parole al miele per la sua maggioranza.
Clima sicuramente diverso nel campo del centrosinistra anche se le ultime settimane del 2022 fanno intravvedere nuove dinamiche, con un primi sia pure ancora timido segnale di risveglio e di unità tra le varie componenti che siedono in Consiglio regionale. Ovviamente molto dipenderà dal futuro del Pd: i democrat a gennaio hanno chiuso la lunga parentesi del commissariamento eleggendo Nicola Irto quale nuovo segretario nel segno di una sostanziale unità, ma ora questa unità è di nuovo messa a dura prova dalla fase congressuale per la leadership del Nazareno dopo la fine dell’esperienza Enrico Letta. Il campo largo agognato dall’ormai ex segretario del Pd aveva registrato molti limiti alle Regionali e alle Politiche si è completamente infranto, registrando in Calabria le difficoltà del Pd e la crescita del Movimento 5 Stelle, trainato dall’appeal di Conte e dalla spinta degli effetti del Reddito di Cittadinanza ma che in realtà – anche alla luce della “rinuncia” del coordinatore regionale Massimo Misiti – resta sempre un’incognita quanto a organizzazione e a “peso” reale sul territorio. In Consiglio regionale però dopo una fase iniziale di forti divisioni il centrosinistra ora appare sincronizzato su posizioni più condivise: nel 2023 si tratterà di capire se questo trend unitario potrà consolidarsi. In generale, l’anno che sta per chiudersi non è stato comunque facile per il centrosinistra, anche se non sono mancati gli “squilli”, come la vittoria al ballottaggio al Comune di Catanzaro del leader di Cambiavento Nicola Fiorita, sostenuto anche dal Pd e dal M5S: una vittoria a metà – il sindaco è minoranza in Consiglio, la classica “anatra zoppa” – ma sempre vittoria è. (a. cant.)
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