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Il rapporto della Polizia

Lotta al crimine, diminuiscono i “pentiti”. Ma crescono le catture dei latitanti

In un anno il numero dei collaboratori di giustizia scende del 7%. Ed il 17% sono ex ‘ndranghetisti

Pubblicato il: 30/12/2022 – 13:21
Lotta al crimine, diminuiscono i “pentiti”. Ma crescono le catture dei latitanti

ROMA Tra collaboratori di giustizia, testimoni e familiari, la popolazione protetta in Italia attualmente è di 4.446 persone, con una flessione del 7% dei “pentiti” (892 a fronte dei 949 del 2021) e un numero invariato di testimoni (56). A renderlo noto è la Direzione centrale della polizia criminale in sede di consuntivo annuale.
Elemento di spicco nell’analisi della popolazione protetta è il numero dei minori tutelati: 1.346, pari al 30% dell’intera popolazione sotto protezione. Un aspetto che – avvertono gli addetti ai lavori – rende “particolarmente complessa la gestione perche’ l’entrata nel sistema della protezione e’ un momento estremamente delicato per bambini e ragazzi che si ritrovano a dover cambiare completamente la loro vita.

Il sistema per “mimetizzare” i figli dei pentiti


I figli dei collaboratori, che già provengono da un ambiente socio-culturale malavitoso, vengono trasferiti in un’altra città, viene cambiato loro il nome, viene inventata una diversa storia di vita per mimetizzarli nel nuovo territorio: viene limitato l’uso dei social network così che perdono i contatti con la famiglia e gli amici (“sindrome da sradicamento”). Per i minori figli di testimoni di giustizia a cui vengono applicate le cosiddette “misure in loco”, permanendo nel luogo di origine ma con l’adozione di adeguati sistemi di protezione, le difficoltà sono diverse ma non meno pesanti, in quanto la loro vita viene comunque condizionata da limiti negli spostamenti, paura, possibile perdita di amicizie.

Poche donne tra i collaboratori

Solo il 7% dei collaboratori sono donne (42 a fronte degli 850 uomini), ma rappresentano spesso figure fondamentali per l’inizio della collaborazione dei congiunti. La percentuale sale al 47% tra i testimoni (18 donne e 38 maschi), con scelte di coraggio e affrancamento dall’omertà, considerato che spesso le donne che testimoniano sono anche vittime.

Il 17% provengono dalla ‘ndrangheta

Per quanto riguarda le aree criminali, il 33% dei collaboratori di giustizia appartiene alla camorra, 21% a cosa nostra, il 21% alle mafie pugliesi, il 17% alla ‘ndrangheta e il restante 9% alle altre mafie.
Relativamente ai testimoni di giustizia per il 39% riferiscono fatti di ‘ndrangheta, il 23% di camorra, il 13% di cosa nostra, il 13% di mafie pugliesi, il 13% di altre mafie. Ulteriore dato significativo e’ quello che riguarda la popolazione protetta straniera (51 collaboratori e 4 testimoni). Rispetto agli stranieri, la maggioranza sono non comunitari (il 61% dei collaboratori e il 75% dei testimoni): notevole e’ la presenza di nigeriani tra i collaboratori, mentre i testimoni non comunitari provengono soprattutto da Bangladesh, Marocco e Ucraina.

In ascesa le catture di latitanti

La cooperazione internazionale di polizia produce risultati sempre più significativi: da gennaio a fine novembre di quest’anno sono stati arrestati 1.369 latitanti in 64 Paesi, 26 in piu’ del 2021. Sono alcuni dei dati resi noti nel corso di una conferenza stampa al Viminale. Dei latitanti arrestati, 654 erano latitanti ‘attivi’, vale a dire ricercati dalle autorita’ giudiziarie italiane in 40 Paesi: in ambito europeo, il 22% e’ stato arrestato in Romania, il 18% in Spagna, il 14% in Germania, il 12% in Francia mentre a livello extraeuropeo per numero di arresti (36) spicca l’Albania.
I latitanti ‘passivi’, ricercati dalle autorita’ giudiziarie estere e catturati dalle forze di polizia italiane, sono stati 715, ricercati da 64 Paesi: a livello europeo per lo piu’ da Romania (30%), Germania (20%) e Francia (8%). Dei 1.369 latitanti, 72 sono stati arrestati attraverso la rete Enfast (European national fugitive active search team), il network che collega i team incaricati della ricerca e della cattura a livello internazionale dei ricercati (+10% rispetto al 2021 quando erano stati 65).

Catturati 138 uomini del disonore in un anno


Dei latitanti arrestati, 138 appartengono al crimine organizzato e 24 ad organizzazioni mafiose (2 a cosa nostra, 7 alla ‘ndrangheta, 9 alla camorra, 3 a mafie pugliesi e 3 a mafie straniere). Nell’arco del 2022 sono stati rimpatriati 518 detenuti, di cui 25 con voli charter e di Stato. L’Ufficio nazionale per il recupero dei beni (Asset recovery office) costituito presso lo Scip (Servizio di cooperazione internazionale di polizia) ha consentito il sequestro e la confisca di beni per un valore di oltre 22 milioni di euro in 8 Paesi, soprattutto in Slovenia, Regno Unito e Romania. Il progetto I-Can (Interpol cooperation against ‘ndrangheta), promosso dall’Italia insieme ad Interpol e avviato nel 2020, ha fatto registrare importanti risultati operativi: 37 i latitanti catturati complessivamente, di cui 11 nel 2022 in sei Paesi diversi con figure criminali di estrema pericolosita’ come Vittorio Raso, Mario Palamara (il cosiddetto broker delle ‘ndrine) e Luciano Camporesi.
Risultati resi possibili dalla cooperazione internazionale di polizia e dalla rete promossa da I-Can con 13 Paesi aderenti oltre all’Italia (Argentina, Australia, Austria, Belgio, Brasile, Canada, Colombia, Francia, Germania, Spagna, Svizzera, Stati Uniti e Uruguay). Un fronte particolarmente delicato riguarda le 100 indagini in corso sulle sottrazioni di minori, portati all’estero da uno dei due genitori (+29% rispetto al 2021) con 15 bambini riconsegnati all’avente diritto, 12 in piu’ rispetto all’anno scorso.

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