Oltre 50 leggi approvate, tra cui alcune riforme, oltre 140 proposte di legge presentate, 20 sedute totali di aula e oltre 130 riunioni delle commissioni. Sono questi i numeri più significativi dell’attività del Consiglio regionale nell’anno solare 2022. Numeri sicuramente alti, e che potevano essere anche più alti se non ci fosse stata la pausa – per ovvi motivi di opportunità – per la concomitanza della campagna elettorale delle Politiche, che tra l’altro come effetto produrrà anche una nuova configurazione dell’aula rispetto a quella emersa con le Regionali del 2021.
Secondo i dati desumibili dal sito istituzionale del Consiglio regionale presieduto da Filippo Mancuso, nel complesso le proposte di legge regionale depositate dall’inizio dell’anno sono state 143, dodici delle quali di iniziativa della Giunta, e una di iniziativa dello stesso governatore Roberto Occhiuto (una delle varie “revisioni” di Azienda Zero). Nel complesso, sono state 55 le leggi effettivamente approvate in aula e promulgate dal presidente della Regione, anche se in realtà sarebbero anche di più considerando che spesso all’interno di una stessa legge la maggioranza di centrodestra ha dettato disposizioni su materie diverse (le cosiddette leggi omnibus, strumento che ha particolarmente caratterizzato questa prima fase della legislatura). Rispetto ai due anni precedenti, condizionati dal Covid e dalla peculiarità della legislatura dopo la scomparsa della governatrice Jole Santelli, quest’anno il Consiglio regionale ha avuto una produzione normativa molto più sostenuta, mentre invece è stata più contenuta rispetto al 2019 ma in questo 2022 ha influito anche la pausa elettorale. Sul piano “qualitativo”, nell’anno appena trascorso comunque l’assemblea legislativa calabrese ha portato a termine, su input soprattutto del governatore Occhiuto, varie riforme come quelle in tema di sanità (varie norme per ricalibrare meglio Azienda Zero, la norma sugli incentivi ai medici ospedalieri per operare anche nei pronto soccorso), in tema di rifiuti e di acqua (la creazione dell’ambito unico regionale e dell’unica governance con la neonata Authority “Arrical”), ancora in tema di acqua (con la definitiva pubblicizzazione di Sorical), in tema di aeroporti e in tema di termalismo. Non è mancato peraltro alcuni, anche clamorosi, passi falsi del centrodestra, come quelli sul consigliere “supplente” e su una prima stesura della nuova legge sulla ludopatia, che sono stati ritirati dalla maggioranza dopo alcune profonde divisioni al proprio interno. Quanto i consiglieri più “prolifici” in termini di produzione legislativa, nella maggioranza si possono annoverare Pierluigi Caputo (Forza Azzurri), Pietro Raso (Lega), Salvatore Cirillo (Coraggio Italia) e Pasqualina Straface (Forza Italia), mentre tra i banchi dell’opposizione spiccano Ernesto Alecci (Pd) e Davide Tavernise (Movimento 5 Stelle).
Nell’ambito delle attività del Consiglio regionale ovviamente riveste particolare importanza il sindacato ispettivo, che si esercita attraverso le interrogazioni e le interpellanze, strumenti in genere molti utilizzati dall’opposizione. Nel 2022 le interrogazioni presentate sono state 108: il recordman è Raffaele Mammoliti (Pd), con ben 30 interrogazioni presentate, seguito da Ferdinando Laghi (DeMa) con 15 e Davide Tavernise (M5S) con 13, c’è anche un’esponente dell’opposizone, la Straface, che ha presentato un’interrogazione al governatore della sua stessa maggioranza. Quanto alle mozioni, spicca l’attivismo di Antonio Lo Schiavo (ex DeMa, oggi Misto), con 5.
Infine, l’attività di aula e delle Commissioni. Nel 2022 le sedute dell’assemblea legislativa calabrese sono state 20, record negli ultimi 4 anni (nel 2020 e nel 2021 sono state 21 se messe insieme le due legislature, 19 le sedute nel 2019). Quanto alle commissioni, qui velocità diverse: a essersi riunita più volte è stata la terza commissione Sanità, presieduta dal forzista Michele Comito (23 sedute), seguita dalla seconda commissione Bilancio presieduta da Antonio Montuoro (Fratelli d’Italia) e dalla quarta commissione Ambiente presieduta da Pietro Raso (Lega) con 21 sedute, quindi la prima commissione Affari istituzionali presieduta da Luciana Di Francesco (Fratelli d’Italia) e la sesta commissione Agricoltura e Turismo presieduta da Katya Gentile (Forza Italia) con 14. Quindi le commissioni speciali Anti-‘ndrangheta, guidata da Giuseppe Gelardi (Lega), e Vigilanza, guidata da Francesco Afflitto (M5S), entrambe con 8 sedute, chiude la quinta commissione Riforme presieduta dal forzista Giuseppe Mattiani, con 7 sedute, in genere lampo (a volte anche dieci minuti di durata, a conferma del fatto che è una commissione dai confini molto indefiniti considerando che le sue competenze ben potrebbero rientrare tra quelle di cui si occupa la “Prima”). Capitolo a parte per la Giunta per il Regolamento, che non si è mai riunita, e per la Giunta delle elezioni, che si è insediata a distanza di quasi otto mesi dalle Regionali9 e si è riunita 9 volte, ma per sedute in gran parte rinviate per mancanza del numero legale.
A Palazzo Campanella ora si alza il sipario sul 2023, anno che vedrà una “mappa” dell’aula in parte rinnovata visto che alle Politiche sono stati eletti parlamentari quattro consiglieri regionali: per due di loro – Nicola Irto del Pd e Fausto Orsomarso – sono già scattate le surroghe, rispettivamente con Giovanni Muraca e Sabrina Mannarino, a breve ci saranno le surroghe di Giovanni Arruzzolo (Forza Italia) con Domenico Giannetta e di Simona Loizzo (Lega) con Pietro Molinaro, con la contestuale designazione di due nuovi capigruppo di Forza Italia e Lega. (c. a.)
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