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I timori di Patitucci. “Cassanesi” e Forastefano pronti «a fare un danno a Cosenza»

Il capoclan si confida con Michele Di Puppo. «Compà se succede un fatto di questi ce la passiamo tutti male»

Pubblicato il: 01/01/2023 – 15:07
di Fabio Benincasa
I timori di Patitucci. “Cassanesi” e Forastefano pronti «a fare un danno a Cosenza»

COSENZA Il 2020 è un anno spartiacque nella narrazione dell’evoluzione criminale dei gruppi della mala operanti a Cosenza e nell’hinterland bruzio. La scarcerazione di Francesco Patitucci e l’arresto di Robertino Porcaro favoriscono un naturale «avvicendamento che ha comportato il pieno reintegro di Patitucci nelle sue funzioni di capoclan».
È dal 2020 Patitucci riprende «in mano le redini del gruppo e all’indomani della sua scarcerazione ha chiamato a raccolta» le persone «a cui affidare i compiti più delicati che attengono alle varie attività illecite svolte dal clan di appartenenza».

L’incontro con Di Puppo

Il 2 aprile 2020, Francesco Patitucci – come annotano gli agenti della Questura di Cosenza, della Squadra Mobile, del Servizio centrale operativo e della Questura di Catanzaro – «riceve nuovamente la visita del fido Michele Di Puppo». La conversazione tra i due è riempita da approfondite analisi su tutte le sfere delle attività criminali dell’associazione mafiosa di cui entrambi fanno parte con ruoli apicali. Si parla esplicitamente di traffico di droga, estorsioni e delle difficoltà connesse a portare avanti i business alla luce delle restrizioni imposte a causa dell’emergenza sanitaria da Covid. La discussione si protrae per più di un’ora, un lasso di tempo durante il quale si confrontano su come recuperare il danaro dagli spacciatori e da coloro che sono sottoposti ad estorsione. Per chi indaga «il confronto tra i due è serrato e offre innumerevoli spunti di straordinario rilievo investigativo». Alcuni discorsi vengono facilmente captati, altri – i due interlocutori – li sussurrano fornendo comunque elementi utili alle indagini.

Il progetto omicidiario

Di particolare interesse il riferimento che Patitucci fa «a un progetto criminale, verosimilmente un progetto omicidiario, che la famiglia Forastefano e il clan degli Zingari di Cassano vorrebbero portare a compimento nella città di Cosenza». E’ lo stesso Patitucci ad entrare nel cuore della vicenda con una rivelazione inquietante: «sono venuti quelli dei Forastefano e gli zingari ci hanno chiesto il piacere se possono venire dentro Cosenza a fare un danno, gli ho detto: “Compà se succede un fatto di questi ce la passiamo tutti male, a me non me ne frega niente”». Gli “Zingari” di Cassano allo Ionio, alleati della famiglia Forastefano avrebbero, dunque, chiesto il permesso ai compari cosentini per «compiere un’azione eclatante in città, verosimilmente l’esecuzione di un omicidio». La circostanza suscita l’immediata e forte reazione di Patitucci, contrariato dall’azione sanguinosa e preoccupato delle possibili ripercussioni. Il timore è che sia il vertice del clan Lanzino-Ruà-Patitucci e sia i suoi uomini paghino, «a causa delle pressioni che le forze dell’ordine avrebbero certamente esercitato su di loro». Dopo aver attentamente ascoltato Patitucci, Di Puppo suggerisce una soluzione e chiede di buttarci «una zeppa». La volontà chiara è di far fallire il progetto, una possibilità che trova la piena approvazione di Patitucci.
(f.benincasa@corrierecal.it)

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