COSENZA «Un consiglio comunale aperto che è stato utile per fare ulteriore chiarezza di un percorso e della volontà dell’Ente che sin dall’inizio ha mantenuto fede ad una linea che è quella della salvaguardia dei livelli occupazionali e del rilancio dell’Amaco». Lo ha detto il sindaco Franz Caruso nel corso del suo intervento pronunciato nel corso della seduta di ieri del Consiglio comunale, convocata dal presidente Giuseppe Mazzuca, su richiesta della minoranza, per discutere della crisi dell’Amaco, delle prospettive future e delle possibili soluzioni proposte dall’Amministrazione comunale. La seduta si è svolta nuovamente nella sala del Consiglio provinciale di Piazza 15 Marzo per la temporanea indisponibilità dell’aula delle adunanze di Palazzo dei Bruzi. Il sindaco Franz Caruso è intervenuto facendo precedere le sue dichiarazioni in Consiglio da un saluto e un augurio ai dipendenti e ai sindacalisti dell’Amaco presenti in sala «per un 2023 che dia serenità e certezza al loro futuro e alle loro famiglie». Quindi ha garbatamente espresso il suo disappunto per l’aspettativa, non seguita dai fatti, di vedere partecipare alla seduta, «senza bisogno di particolari inviti o convocazioni» anche i rappresentanti di altre istituzioni, «perché da soli non si va da nessuna parte ed anche solo la presenza fisica di altri rappresentanti istituzionali avrebbe avuto un significato particolare per voi ed anche per noi».
«C’era il bisogno di confrontarsi – ha aggiunto Franz Caruso – e di avere il sostegno ad un’azienda che è patrimonio della città e di tutti i cosentini e tutti abbiamo il dovere di spenderci fino allo stremo per salvare l’azienda che appartiene a Cosenza. Mi sarei aspettato la presenza anche dei consiglieri regionali e della deputazione parlamentare della città e della regione». Quindi il primo cittadino ha ricordato di aver avuto una primigenia sensibilità nell’affrontare la situazione, convocando una conferenza stampa «nella quale – ha detto – ho parlato il linguaggio della verità, illustrando non parole, ma fatti e circostanze che nel corso degli anni hanno portato ad una situazione che non è attribuibile né a voi, ma neanche a noi. Siamo arrivati a questa situazione perché è stata decretata, non dal socio unico, ma, prima ancora della Procura della Repubblica, dal collegio indipendente dei revisori e dal collegio sindacale nominato a seguito della scadenza del precedente. Di fronte a questa situazione abbiamo dovuto prendere atto che quello che si era verificato in Amaco non era una crisi congiunturale, determinata solo dall’aumento dei prezzi del gas metano o dell’energia elettrica o ancor prima dalla pandemia o, più tardi, dalla guerra, ma, invece, una vera e propria crisi strutturale. E ciò nonostante le rassicurazioni del management precedente sull”assenza di problemi di continuità aziendale. Abbiamo dato fiducia e dato continuità ad un’attività che ci veniva prospettata con esito positivo – ha detto ancora il sindaco Franz Caruso –. Quando, però, queste buone intenzioni si sono scontrate con una realtà diversa e abbiamo dovuto prendere contezza della reale situazione in cui versava Amaco, quando il nuovo collegio sindacale ha messo nero su bianco, anche nella relazione del revisore indipendente, che ci ha parlato senza infingimenti, è emersa la grave crisi strutturale».
Il sindaco ha inoltre fatto riferimento ad un passaggio fondamentale di quella relazione che chiama in causa il bilancio di esercizio 2021 dal quale si evinceva chiaramente la mancanza del requisito della continuità aziendale. «A conforto e a conferma – ha rimarcato Franz Caruso – ci sono anche le osservazioni del collegio sindacale che si è dimissionato in contrasto con la posizione dell’Amministratore Unico». Il collegio sindacale caldeggiava l’assunzione di idonee iniziative per fronteggiare la crisi e in particolare sollecitava l’attivazione delle procedure indicate dal codice civile e, se necessario, quelle previste dal codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza. «Noi abbiamo sempre parlato di risanamento e di rilancio dell’azienda, legandolo però a due prospettive: la presentazione di un piano di risanamento e di un piano industriale. A questa nostra richiesta la risposta è stata la presentazione di un piano di risanamento di due pagine, mentre qualche pagina in più è stata presentata per un piano industriale insufficiente, inidoneo ed anche mortificante. Nonostante tutto ci siamo impegnati anche a far pagare quei 900 mila euro dalla Commissione Osl per superare quel momento che si diceva fosse di crisi congiunturale».
Il sindaco Franz Caruso ha tratto anche le conclusioni successive al dibattito (del quale daremo conto domani in un altro comunicato stampa), fornendo risposte anche a chi aveva sottolineato che il piano industriale presupponesse la ricapitalizzazione dell’azienda da parte del Comune. «Il piano industriale – ha risposto Franz Caruso –non presuppone affatto la ricapitalizzazione. Un piano industriale non si basa e non si costruisce sulla disponibilità economica e quindi sulla nuova finanza, ma sulla possibilità di operare in equilibri di bilancio. Era necessario, invece, che ci fosse una visione, una prospettiva, una valutazione di quelle che sono le reali potenzialità della società per poter superare quella che è una crisi che non io, ma altri hanno ritenuto conseguenza non della mancata ricapitalizzazione, ma di altre situazioni, perché è stato detto che “nella valutazione prospettica circa il presupposto della continuità aziendale sono state identificate significative incertezze. Anche gli indicatori finanziari – è stato ancora detto – possono far sorgere dubbi significativi sulla capacità dell’impresa di continuare ad operare come entità in funzionamento: 1) situazione di deficit patrimoniale e di capitale circolare netto negativo; 2) principali indici economici finanziari negativi; 3) consistenti perdite operative o significative perdite di valore delle attività utilizzate per generare i flussi di cassa; 4) incapacità di pagare i debiti alla scadenza. Queste valutazioni prospettiche sono il presupposto della continuità aziendale e in caso di loro assenza una causa di scioglimento anticipato. E questo non l’ho detto né io – ha evidenziato il primo cittadino – né l’Assessore Giordano, né l’Assessore Covelli che hanno sempre partecipato in mia rappresentanza alle assemblee che sono state convocate e concordate. Non lo abbiamo detto noi, ma l’organo amministrativo, il dottor Paolo Posteraro e lo ha detto in una sua relazione che a fine luglio la nostra Amministrazione ha richiesto. Senza un piano di sviluppo del business la società, per come gestita, avrebbe continuato a bruciare cassa. Oggi l’obiettivo primario nostro, e cioè del socio unico, è quello di verificare la continuità aziendale e la capacità della società di essere resiliente e la procedura avviata dalla società presuppone quale punto di partenza proprio l’analisi della crisi. La crisi aziendale si supera con fatti e il primo fatto è l’analisi di quella che è la situazione reale della società e l’analisi delle cause che nel tempo hanno condotto a questa situazione. Il Tribunale, dopo questa analisi, valuterà quello che è il piano industriale che il nuovo management della società presenterà con i documenti a sostegno della validità di quel piano all’organo giudiziario che darà il suo avallo e la sua conferma a quel percorso che impegnerà, allora come oggi e come domani, questa Amministrazione a ricapitalizzare, se il piano industriale prevederà il rilancio e non solo il salvataggio dell’azienda». Il sindaco ha poi ringraziato tutto il Consiglio e soprattutto la consigliere Bianca Rende «perché – ha detto Franz Caruso – ha dato il suo contributo positivo al dibattito mettendo in luce quelle che sono le misure e le situazioni che noi dobbiamo approntare».
Franz Caruso ha poi fatto riferimento all’azione della magistratura in atto «che è intervenuta per chiedere la liquidazione della società, ma sappiamo bene che l’intento anche di questa importante istituzione giudiziaria non è quello di mandare a casa 135 dipendenti, né quello di arrivare allo scioglimento o alla liquidazione di Amaco, ma è quello di rimettere in piedi una reale possibilità di recupero e di rilancio della società. Per cui ci sarà da parte loro una supervisione di quella che è l’attività che il management di Amaco metterà in campo e con il sigillo e il suggello della Procura della Repubblica, ma soprattutto del Tribunale sezione fallimentare di Cosenza, noi come Amministrazione garantiremo il nostro impegno ad intervenire con la ricapitalizzazione dell’azienda se questa è funzionale a salvare e a rilanciarla». Franz Caruso ha, infine, fatto cenno alla interlocuzione condotta con il Presidente della Giunta regionale Roberto Occhiuto che il primo cittadino ha portato avanti «a prescindere dalla data dell’udienza del 5 gennaio sulla liquidazione giudiziale, che non si celebrerà, e della seduta odierna del Consiglio comunale». Rispetto a quello che è il percorso che si è avviato con la richiesta di liquidazione da parte del pubblico ministero e a seguito della nomina dei nuovi vertici di Amaco, Franz Caruso si è recato a parlare dal presidente Occhiuto della vicenda Amaco. «I lavoratori devono sapere – ha rassicurato il sindaco – che la risposta del presidente della Regione è stata positiva, di fronte alla prospettazione del percorso che abbiamo avviato e alle prospettive di salvare l’azienda. Gli ho anche spiegato che non ci può essere un’azione di salvataggio che vada a gravare esclusivamente sulle spalle dei dipendenti e del socio unico. O c’è l’intervento anche della Regione o non si può assolutamente pensare di superare una crisi di questo genere. Il presidente mi ha dato disponibilità nel momento in cui avremo un piano industriale serio, avallato e condiviso dall’autorità giudiziaria. Noi abbiamo sempre lavorato direttamente in funzione del salvataggio di Amaco. I lavoratori possono stare certi. Il Comune farà sempre un passo in più per salvare l’azienda. Anche i dipendenti nell’azione di rilancio dell’Amaco hanno un ruolo importante, così come hanno anche la responsabilità di rappresentare il trasporto pubblico nella nostra città. Il vostro lavoro deve avere anche una sua dignità – ha detto rivolgendosi direttamente ai dipendenti. Per poterlo fare avete bisogno che ci sia anche un ambiente lavorativo di un certo tipo, che ci siamo mezzi adeguati al trasporto pubblico locale, ma anche la consapevolezza che un Piano industriale serio non passa soltanto attraverso il sacrificio del socio unico o della Regione, ma anche attraverso il vostro sacrificio che avete dimostrato di saper sopportare in tutti questi anni. Salviamo tutti insieme l’Amaco – ha concluso il sindaco – e poi parleremo anche dell’azienda unica dei trasporti per la quale, dal primo momento, mi sono dichiarato assolutamente favorevole». Il Consiglio comunale, prima di occuparsi della crisi dell’Amaco, con una inversione dell’ordine del giorno proposta dal consigliere Giuseppe d’Ippolito, aveva approvato il regolamento in materia di rateizzazione delle entrate di competenza dell’ente, tributarie ed extratributarie. Ad illustrare il punto il consigliere comunale Raffaele Fuorivia.
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