CATANZARO «Invece di creare le basi per un progetto che poggia sui livelli essenziali delle prestazioni e dei servizi e sul fondo perequativo – grande assente nel suo progetto di riforma – Calderoli punta a spaccare l’Italia in regioni ricche e povere, basando la sua autonomia differenziata su due principi molto pericolosi: spesa storica e trattativa “privata” della singola regione con il ministro “amico”, esautorando il Parlamento». Così, in una nota, il consigliere regionale del M5S Davide Tavernise. «I cosiddetti Lep, infatti, devono essere garantiti in modo uniforme sull’intero territorio nazionale – continua Tavernise –. Questo perché riguardano diritti civili e sociali da tutelare per tutti i cittadini. E invece già il termine “differenziata” sottintende che a qualcuno andrà di più e a qualcun altro di meno. Definire i Lep, con il costo dei servizi uguali per tutti, significherebbe lasciare poche risorse in cassa – e probabilmente è proprio questo il motivo per cui non sono stati calcolati finora – e come potrebbero bastare 12 mesi quando non si è riusciti a farlo in 12 anni? Il dubbio è che si finga di volerli definire, quindi, e alla scadenza dell’anno considerare solo il criterio della spesa storica nella distribuzione delle risorse, aumentando i divari e le diseguaglianze dal trasporto pubblico ai servizi sociali, dagli asili nido alla polizia locale, dai beni culturali all’ambiente, su ben 23 materie».
«Desta molta preoccupazione – spiega ancora il consigliere regionale –, ad ogni modo, il tentativo di regionalizzare la scuola o la sanità, quando già il Servizio Sanitario è nazionale solo sulla carta perché ci sono regioni come la Calabria in cui il diritto alla salute non è tutelato e non è garantito come in altre. Bene hanno fatto, quindi, e a loro va il mio plauso, sindacati come la Cgil e la Uil a non partecipare all’incontro con il fautore di un progetto così scellerato, come lo ha definito anche il presidente Conte. Ma scellerato appare anche il blitz del ministro in Calabria, dove è venuto a trovare consensi ad una riforma che penalizzerebbe per prima proprio questa regione. Diciamo quindi no ad una riforma che mette a rischio l’unità nazionale, aumenta le disuguaglianze e va contro i dettami della nostra costituzione».
Dal centrodestra, invece, arrivano le rassicurazioni del parlamentare di Fratelli d’Italia Alfredo Antoniozzi. «La migliore garanzia per il Sud sull’autonomia differenziata si chiama Giorgia Meloni – afferma il vice capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera –. È lei la sintesi dell’unità nazionale al governo e da lei partirà l’impulso per una grande stagione di riforme costituzionali. Le parole dette nel giorno dell’insediamento sono un punto fermo – aggiunge ancora Antoniozzi – e riguardano il presidenzialismo, la maggiore autonomia a Regioni e Comuni ma la certezza di assegnare le risorse in base ai fabbisogni. Il nostro Governo sarà protagonista di un corso di riforme adeguate alla necessità di modernizzare la nazione tenendo conto delle sue particolarità, per cui le polemiche dell’opposizione sono fuori luogo».
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