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La scomparsa

Il calcio piange un altro campione, morto Gianluca Vialli

Aveva 58 anni. Da tempo lottava contro un tumore. È stato tra i calciatori che in Italia hanno vinto più trofei

Pubblicato il: 06/01/2023 – 10:35
Il calcio piange un altro campione, morto Gianluca Vialli

LONDRA Calcio italiano e il mondo dello sport sono ancora in lutto. A poche settimane dalla scomparsa di Sinisa Mihajlovic, arresosi a una forma aggressiva di leucemia il 16 dicembre scorso, e la morte il 29 dicembre di Pele’, o Rei, a 82 anni, si è spento oggi in una clinica di Londra Gianluca Vialli, ex attaccante di Cremonese, Sampdoria, Juventus e Chelsea. Aveva 58 anni e da cinque “combatteva” contro un tumore al pancreas. Vialli, che tra il 1985 e il 1992 ha totalizzato 59 presenze e 16 reti nella Nazionale, prendendo parte a due Mondiali (Messico 1986 e Italia 1990) e un Europeo (Germania Ovest 1988), pochi giorni fa aveva annunciato alla FIGC la sua assenza da capo delegazione dell’Italia (incarico assunto nel novembre 2019 al posto di Gigi Riva) in vista delle gare del 2023 valide per le qualificazioni all’Europeo 2024. 

Il profilo del campione

Talento vivido, trascinatore e leader in campo, un senso del gol misto a una tecnica che lo aveva portato a segnare anche gol bellissimi come quello forse più famoso in rovesciata alla ‘sua’ Cremonese nel 1994/95, oltre ad aver avuto l’onore di un soprannome (“Stradivialli”) dal grande Gianni Brera. Vialli è anche uno dei nove calciatori – unico attaccante – che hanno vinto tutte e tre le principali competizioni Uefa per club.
Inoltre, detiene il record assoluto di realizzazioni in una singola edizione della Coppa Italia. Nato a Cremona nel 1964, Vialli ha iniziato la sua carriera nella sua città natale, per passare poi nel 1984 alla Sampdoria, con la quale esordirà in serie A giocando in tutto otto campionati e conquistando tre Coppe Italia (1984-85, 1987-88 e 1988-89), una Coppa delle Coppe (1989-90) e uno scudetto (1990-91, anno in cui vinse anche la classifica cannonieri di Serie A con 19 gol).
Nella stagione 1992-1993, il trasferimento alla Juventus dove alzerà altri trofei prestigiosi: una Coppa UEFA, una Supercoppa italiana, un altro scudetto ed una Champions League, alza al cielo di Roma, indossando la fascia di capitano.
A partire dalla stagione sportiva 1996-1997 il suo passaggio al Chelsea dove, nel 1998 dopo le dimissioni di Ruud Gullit, vestira` anche il duplice ruolo di giocatore/allenatore. Con il club inglese Vialli ha raggiunto altri numerosi successi come la Coppa d’Inghilterra, la Coppa delle Coppe, la Coppa di Lega, il Charity Shield (poi denominato Community Shield) e la Supercoppa europea. Un’esperienza, quella inglese, che poi Vialli trasferirà nel suo libro ‘The Italian Job’ pubblicato nel 2006 con il giornalista Gabriele Marcotti.
Londra gli regalò anche l’amore di Cathryn, che nel 2003 Vialli sposerà e con la quale avrà due figlie. Meno fortunata, invece, la sua carriera in nazionale, con la quale Vialli ha collezionato solo 59 presenze senza mai trovare l’acuto, neanche nel mondiale giocato in casa nel 1990 agli ordini del ct Azeglio Vicini.

Gli impegni nel sociale e la sua ultima battaglia

Dal 2004 Vialli ha svolto anche attività nel campo del sociale con la creazione, assieme Massimo Mauro e a Cristina Grande Stevens, la “Fondazione Vialli e Mauro per la Ricerca e lo Sport”, una onlus che ha lo scopo di raccogliere fondi per la ricerca sulla sclerosi laterale amiotrofica, il cosiddetto morbo di Lou Gehrig, nonché sul cancro, attraverso la fondazione ARISLA, l’associazione AISLA e la FPRC.
Nel 2017, la scoperta di un tumore al pancreas che lo vedrà costretto a ritirarsi dai suoi impegni di commentatore televisivo, una sfida che Vialli prenderà di petto nonostante l’abbia da subito definita «un ospite indesiderato», «un compagno di viaggio che avrei evitato volentieri», e che racconterà l’anno seguente nella sua seconda opera cartacea “Goals”. L’ultima opera del Vialli “scrittore” racconta “La bella stagione”, quella che lo vide assieme all’amico Roberto Mancini lo scudetto blucerchiato.
Con l’attuale ct della Nazionale, Vialli ha avuto la gioia anche di vincere l’ultimo Europeo di calcio da capo delegazione azzurra, alzando la coppa in quella Wembley che 30 anni prima gli aveva negato la Coppa dei Campioni in finale contro il Barcellona. In quell’abbraccio con il suo amico Mancini c’erano tutti questi ricordi, oltre alla paura e al timore per le sue condizioni di salute, sempre troppo precarie per poter tornare a sentirsi guarito. Da ultimo, l’incarico da capo delegazione azzurra che si è visto costretto a lasciare per concentrare tutte le sue energie in questa nuova lotta. Si era augurato che la sospensione potesse essere “temporanea”, in modo da poter tornare a vivere «nuove avventure e condividerle con tutti voi». Del grande Vialli resta il sorriso, lo humor e l’eleganza che lo hanno sempre reso unico.

Un minuto di silenzio in tutte le gare di calcio

La Figc ha disposto un minuto di raccoglimento da osservare prima di tutte le gare dei campionati di calcio in programma nel prossimo fine settimana per ricordare Gianluca Vialli. «Quella foto sul prato di Wembley, quell’abbraccio con il Ct Roberto Mancini dopo il gol di Federico Chiesa contro l’Austria negli ottavi di finale dell’Europeo del 2021, sarà una delle immagini di Gianluca Vialli che ci porteremo nel cuore per sempre – si legge sul sito della federazione – Gianluca non ce l’ha fatta, si è spento oggi all’età di 58 anni dopo una lunga malattia, combattuta sempre a testa altissima, con dignità e con tutta la famiglia azzurra a dargli forza in un momento di silenziosa ma enorme sofferenza. Il calcio italiano non piange soltanto il capo delegazione della Nazionale: piange un grande uomo, che prima ancora era stato un grande attaccante e un apprezzato allenatore». 

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