CASSANO «La città di Cassano deve assurgere ad un ruolo più importante. Lo dobbiamo alle popolazioni ed a noi corre l’obbligo di gettare le basi per un futuro più roseo». Gianni Papasso, com’è suo costume, va dritto al sodo. Interpellato sulla questione dal Corriere della Calabria, il sindaco di Cassano allo Ionio riapre una partita che sembrava – al momento – conclusa nel cuore della Sibaritide: le fusioni dei comuni.
Nel 2016 Gianni Papasso era stato tirato in mezzo alla fusione tra Rossano e Corigliano, a percorso ben avviato verso la conclusione. Un “invito” utilizzato da qualche amministratore comunale del tempo come grimaldello per azzerare tutto il percorso quinquennale precedente e ripartire da zero.
«Allora i tempi forse non erano maturi – spiega il primo cittadino di Cassano – ma oggi non possiamo più rimanere fermi. Per questo nei prossimi giorni avvierò tutta una serie di colloqui con le amministrazioni comunali dei comuni limitrofi con l’obiettivo di aprire il dialogo per una nuova aggregazione territoriale».
Papasso non si sbottona, «per rispetto dei colleghi sindaci con cui parlerò nei prossimi giorni». Sulla carta potrebbe chiedere l’annessione a Corigliano Rossano, ma anche guardare al centro della Piana, verso la quale Cassano è più naturalmente vocata.
«Discorso chiuso con Corigliano Rossano? Questi aspetti territoriali – dichiara ancora Papasso – non si chiudono. Cassano ha già avviato da tempo una collaborazione con Corigliano Rossano, Crosia e Calopezzati sul Piano Strutturale della Sibaritide (una sorta di grande piano regolatore territoriale di cui si parla da quindici anni, mai portato a compimento, soprattutto per responsabilità dei comuni maggiori, quindi Corigliano e Rossano, oggi unite, ndr), e non può più aspettare. Mi auguro, quindi, che sia portato a compimento in queste prime settimane del nuovo anno. Il territorio cassanese è cerniera tra la Sibaritide ed il Pollino e necessariamente deve dialogare con tutti. Corigliano e Rossano al tempo hanno effettuato le loro scelte ed hanno detto “no” a Cassano, nonostante un atto di impulso approvato dal mio consiglio comunale. Forse non erano maturi i tempi ma non vi è dubbio che con Corigliano Rossano il rapporto deve necessariamente andare avanti».
Gianni Papasso sembra quindi voler sottolineare che gli strumenti urbanistici sono fondamentali per lo sviluppo del territorio, ma lo sono ancor di più le aggregazioni territoriali.
Per questo ammette di guardare con grande interesse ad una nuova ipotesi di fusione dei comuni, come strumento utile allo sviluppo del territorio, approfittando delle grandi opportunità che derivano dalla programmazione comunitaria e nazionale.
«Sono dell’idea – spiega poi Gianni Papasso – che alcuni comuni confinanti con noi debbano svolgere un ruolo e poi non si può non pensare al nome di Sibari, affascinante, importante, noto in tutto il mondo, che Cassano dovrà valorizzare sempre di più».
Qualche decennio fa l’allora sindaco Frasca propose un primo referendum popolare per cambiare il nome di Cassano in Sibari che non ebbe esito positivo. Oggi Papasso potrebbe ripensarci. «Tutto dipenderà – conclude il primo cittadino in proposito – dal rapporto con gli altri comuni. Se questa nuova aggregazione territoriale dovesse materializzarsi, come auspico, bene. Altrimenti Cassano dovrà iniziare a riflettere sul proprio futuro e su sé stessa. Di certo non può rimanere ferma, immobile, ma dovrà giocare un ruolo diverso, più importante e con una nuova prospettiva».
Per mutare il nome di un comune è necessaria la consultazione popolare: Gianni Papasso ci sta pensando. (l.latella@corrierecal.it)
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