«Nei giorni scorsi sono tornata per l’ennesima volta a sollecitare il Presidente Occhiuto sulla questione del debito della Sanità, chiedendo a che punto fosse la certificazione del suo ammontare. Finalmente il Presidente ha risposto, e l’ha fatto alla sua maniera, populista (ma a quella siamo abituati da tempo) e con l’immancabile promozione della sua immagine. Ma almeno in questo caso si è assunto la responsabilità di quello che afferma. Non è possibile, però, non vedere imprecisioni e genericità». Lo scrive in una nota Amalia Bruni, leader dell’opposizione in Consiglio Regionale.
«Per esempio, – afferma Bruni – la prima domanda viene spontanea: questo debito accertato a quali anni si riferisce? E’ davvero il debito complessivo o solamente si tratta di pretese creditorie che vanno ancora accertate come lui stesso afferma, riferendosi alla Guardia di Finanza che dovrà fare ulteriori accertamenti? Mi sarei aspettata dal Presidente della Regione, dopo tanto trambusto mediatico, un quadro serio, rigoroso e particolareggiato del debito sanitario. L’amministrazione Pubblica – afferma la leader dell’opposizione – è una cosa seria e da Occhiuto avrei immaginato non un semplice foglietto sbandierato in video ma qualcosa di preciso, come il numero e la data del provvedimento formale ricognitivo del debito e delle varie voci che lo hanno formato, in modo da poter consentire, a chi come me non si accontenta dei messaggi promozionali, di capire effettivamente come stanno le cose. Approfondendo appare evidente che questo accertamento è ben poca cosa rispetto all’individuazione della somma per i finanziamenti non utilizzati nell’arco degli anni presi in considerazione. Il Nuovo Ospedale della Piana e gli altri ospedali dell’Accordo di programma Stato/Regione (circa 700 milioni) ne sono la prova più evidente. Ma gli altri finanziamenti? (case della salute, riqualificazioni ospedaliere, strutture distrettuali, ecc. dove sono?) Sappiamo che non sono stati spesi per endemica incapacità dell’apparato politico e soprattutto tecnico burocratico della Regione. C’è poi una differenza sostanziale, la ricognizione del debito è solo debito, peraltro non eccessivo se riguarda più anni, mentre la ricognizione dei finanziamenti non utilizzati è necessaria per capire effettivamente l’onere dei danni fin qui cagionati. Sono stati certamente persi per la mancata attivazione del Nuovo Ospedale della Piana oltre 143 mila ricoveri, un milione di giornate di degenza, 42 mila day hospital, 5 milioni di prestazioni ambulatoriali, 493 mila accessi al pronto soccorso, 1.325 posti di lavoro stabili, 42 milioni di ore di lavoro. Si tratta di un miliardo e mezzo per il valore della produzione (finanziamenti e ricavi dalle prestazioni del Nop, un miliardo e 400 milioni per benefici, in termini di reddito per lavoratori, famiglie, imprese appaltatrici dell’indotto). Ecco, – conclude Bruni – credo che gli 800/1000 milioni di debito della Sanità Calabrese di cui parla Occhiuto siano davvero ben poca cosa rispetto ai diversi miliardi di debito accumulati nei confronti dei cittadini per tutto il resto, ma questo forse, è difficile da ammettere in uno spot pubblicitario».
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