L’attesa, anche per i dem calabresi, è per la direzione nazionale di mercoledì prossimo. In quella sede si deciderà la data delle primarie per designare il nuovo segretario del Pd dopo Enrico Letta: si andrà, verosimilmente, al 26 febbraio in base all’accordo dei 4 candidati alla guida del Nazareno Stefano Bonaccini, Elly Schlein, Paola De Micheli e Gianni Cuperlo. Una deadline che però a tanti, anche in Calabria, non piace, perché si voterebbe all’indomani di una tornata elettorale che chiamerà al voto due delle più grandi regioni d’Italia – Lazio e Lombardia – e le due principali metropoli del Paese. «Se perdiamo, com’è probabile, allora davvero rischiamo di fare primarie per eleggere l’ultimo segretario della storia del Pd e di celebrare, più che la rinascita, il funerale del partito», è un commento molto di voga nei corridoi democrat, anche alle latitudini calabresi.
Il tutto alimenta un clima di palpabile incertezza sul futuro del Pd che si tocca con mano anche in Calabria, perché è vero che anche in Calabria ci sono già posizionamenti più o meno definiti ma è vero anche che si percepisce un certo distacco rispetto alle dinamiche del Nazareno e il dibattito non decolla (del resto non è decollato nemmeno a livello nazionale). Anche perché i candidati alla segreteria del Pd non trascinano e non appassionano: non scaldano i cuori, si direbbe. Di qui prese di posizione, anche da parte del gruppo dirigente del Pd calabrese, pure chiare ma molto timide, come se si avesse paura di uscire troppo apertamente allo scoperto. Qualche dato di carattere generale c’è, con riferimento alla realtà regionale. Stavolta la rigida appartenenza alle logiche di corrente sembra essere saltata, nel senso che non sempre i big regionali in questo congresso seguiranno i loro storici punti di riferimento nazionali. Un altro dato: l’impressione è che in Calabria quello che viene definito l'”apparato”, in pratica i rappresentanti istituzionali e i massimi vertici del partito, si sia schierato in buona parte – non in tutta ma in buona parte – con Bonaccini, mentre nella base e tra ex che potrebbero di nuovo avvicinarsi ai dem la Schlein starebbe registrando maggiore appeal.
In linea generale, con Bonaccini sarebbe posizionato il gruppo in Consiglio regionale, compreso Mimmo Bevacqua che a quanto sembra – dicono i bene informati – stavolta si sarebbe sganciato da Dario Franceschini e Areadem, che hanno virato verso la Schlein. Nei giorni scorsi ha fatto il giro delle redazioni la foto di un brindisi del gruppo regionale del Pd (lo stesso Bevacqua, e poi Ernesto Alecci, Franco Iacucci, Raffaele Mammoliti e Giovanni Muraca), ritratto insieme al segretario e senatore Nicola Irto, una foto che a tanti, nella pancia del partito, avrebbe fatto storcere un po’ il muso per il sapore – così i detrattori – di autoconservazione che trasmetterebbe. Tra gli altri big schierati con Bonaccini spicca poi il sindaco sospeso di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà. Con la movimentista Elly Schlein invece si starebbero schierando il dirigente nazionale Carlo Guccione punta dell’area Orlando in Calabria, l’area Boccia, l’area Zingaretti, l’area Speranza che qui ha piazzato alle Politiche ed eletto Nico Stumpo, la Cgil, le Sardine con la portavoce nazionale Jasmine Cristallo. Ci sono comunque anche componenti dem, non trascurabili, posizionate con gli altri due candidati alla segreteria, Paola De Micheli, che lunedì sarà in Calabria per un tour insieme alle sue maggiori sostenitrici Enza Bruno Bossio e Teresa D’Agostino (coordinatrice delle donne del Pd regionale), e Gianni Cuperlo, che nell’ala sinistra dei dem cattura più di un consenso. Insomma, il Pd di Calabria che si era unificato un anno fa con la fine del commissariamento ora è un po’ più frastagliato, ma questo in verità sta nella fisiologia delle cose e delle dinamiche congressuali. E non è tanto questo aspetto a far riflettere e a preoccupare tanti, nel Pd regionale, quanto la sensazione di una fase congressuale che avrebbe già mancato gli obiettivi di fondo, quello di definire i valori di riferimento per il nuovo partito e quello di dar vita a una Costituente democrat. Da qui anche in Calabria posizionamenti senza tanta convinzione, preoccupazione e anche parecchia incertezza sul futuro del Pd. (a. c.)
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