Da partita ormai chiusa, anche se ancora non formalmente né ufficialmente, a partita ora riaperta. La partecipazione della Regione Calabria alla Società Stretto di Messina, la società nata più di 50 anni fa per progettare e realizzare il Ponte ma in liquidazione da 10 anni, non è ancora archiviata, tutt’altro. «Nel corso dell’anno 2023 potrebbe essere revocato lo stato di liquidazione della società Stretto di Messina Spa nel caso si concretizzi la volontà del Governo italiano di dare nuovo impulso al progetto del ponte sullo Stretto», si legge infatti nella relazione allegata alla delibera con cui, come ogni anno, la Giunta regionale presieduta dal governatore Occhiuto vara il piano di razionalizzazione periodica del perimetro delle sue partecipazioni. Nella delibera, con riferimento alle società in procedura di liquidazione, si dà incarico ai Dipartimenti vigilanti su ciascuna società in liquidazione e/o fallimento «di vigilare e relazionare periodicamente al Dipartimento “Transizione Digitale ed Attività Strategiche” in ordine allo stato della procedura», ma nella relazione si ricorda «il rinnovato interesse per l’opera manifestato dall’attuale Governo nazionale» che «potrebbe avere degli effetti differenti sulla procedura di liquidazione».
Nella relazione allegata alla delibera di Giunta regionale si ricostruisce il percorso legato alla società “Stretto di Messina. «È stata costituita ai sensi della legge 17 dicembre 1971, n. 1158 e ami e la Regione vi detiene il 2,576% del capitale sociale; ha per oggetto lo studio, la progettazione e la costruzione di un’opera per il collegamento stabile viario e ferroviario e dei pubblici servizi tra la Calabria e la Sicilia. La società è stata posta in liquidazione in applicazione delle norme contenute nell’articolo 34 decies della legge 221/2012, con l’emanazione del Dpcm del 15 aprile 2013, con cui è stato, altresì, nominato il commissario liquidatore entrato in carica in data 14 maggio 2013. Il comma 9 dell’articolo 34 decies della legge 221/2012 ha posto un termine annuale per la conclusione della procedura di liquidazione. Tuttavia tale termine, a parere del commissario liquidatore, deve essere considerato sollecitatorio e non perentorio in considerazione del fatto che la durata della procedura è strettamente legata all’esito di contenziosi ancora pendenti dinanzi ai Tribunali civili e amministrativi con i vari contraenti insorti per l’effetto dell’applicazione della legge 221/2012 che ha sancito la liquidazione della società». Si evidenzia quindi che «con deliberazione 28 dicembre 2016 17/2016/G, la Corte dei Conti Sezione centrale di sontrollo sulla gestione delle Amministrazioni dello Stato si è pronunciata in merito alla ridefinizione dei rapporti contrattuali della società Stretto di Messina; l’indagine della Corte dei Conti ha rilevato il notevole peso finanziario della complessa vicenda riguardante la mancata realizzazione dell’opera, analizzando i costi da sostenere nei confronti dei titolari dei contratti pendenti, unitamente ad un approfondimento dei modi e dei tempi della gestione liquidatoria. Le conclusioni a cui è pervenuta la Sezione centrale della Corte dei Conti sostanzialmente suggeriscono, oltre ad un’ulteriore ridimensionamento dei costi della società per quanto possibile, “che la società valuti sotto la propria responsabilità, l’effettiva esistenza di ragioni giuridiche ostative alla liquidazione e che gli azionisti – quindi anche Regione Calabria – compiano una specifica ponderazione circa i vantaggi conseguibili dal contenzioso attivo, a fronte di costi certi per la permanenza in vita della concessionaria”».
La relazione quindi specifica che «ai fini della procedura di liquidazione i dati più rilevanti da considerare sono due: 1) ai sensi dell’articolo 1 della legge 1158/1971, recepito nell’articolo 8 dello statuto sociale, il capitale sociale della società Stretto di Messina deve essere in ogni tempo posseduto da Anas Spa, dalle Regioni Sicilia e Calabria e dalle altre Amministrazioni statali coinvolte; 2) così come per l’annualità precedenti, anche l’esercizio 2021 il bilancio chiude in pareggio grazie agli interessi attivi che riescono a coprire le spese di gestione che vengono continuamente monitorate dai liquidatori. Si è tuttora in attesa degli esiti dei contenziosi in essere al fine di procedere al compimento delle attività dirette alla dismissione delle azioni, sebbene il rinnovato interesse per l’opera manifestato dall’attuale Governo nazionale potrebbe avere degli effetti differenti sulla procedura di liquidazione». Un passaggio che sicuramente va messo in relazione con quanto disposto dal Consiglio dei ministri a fine anno in sede di varo della manovra di bilancio: «Per riavviare il progetto di realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina è prevista la riattivazione della società Stretto di Messina Spa attualmente in liquidazione», si leggeva nero su bianco nel comunicato di Palazzo Chigi. E in relazione anche con le risultanze dell’incontro, poco dopo l’insediamento del governo Meloni, tra il ministro per le Infrastrutture Matteo Salvini, il governatore calabrese Roberto Occhiuto e quello siciliano Schifani, incontro che ha riacceso il progetto del Ponte. (c. a.)
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