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Il caso

Assalto al Parlamento brasiliano, arrestate oltre 400 persone

Forze dell’ordine al lavoro per identificare i partecipanti all’attacco. Bolsonaro respinge le accuse

Pubblicato il: 09/01/2023 – 10:58
Assalto al Parlamento brasiliano, arrestate oltre 400 persone

BRASILIA Oltre 400 le persone che sono già state arrestate nel bilancio all’indomani dell’assalto compiuto dai sostenitori dell’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro ai palazzi del potere di Brasilia, mentre si continua a lavorare per identificare quanti hanno partecipato all’attacco.
Ieri migliaia di ultrà dell’ex presidente del Brasile avevano dato l’assalto ai palazzi delle massime istituzioni dello stato a Brasilia in un’irruzione che aveva ricordato quella di due anni fa al Capitol Hill di Washington da parte dei fan di Donald Trump.
Un attacco «vandalo e fascista» contro le istituzioni democratiche, aveva detto il presidente del Brasile, Luiz Inacio Lula da Silva, visibilmente alterato, assicurando che i «terroristi» saranno «puniti in modo esemplare». 

Bolsonaro respinge le accuse

Il suo predecessore Bolsonaro ha comunque condannato quanto accaduto:  «Le manifestazioni pacifiche, secondo la legge, fanno parte della democrazia. I saccheggi e le invasioni di edifici pubblici come quelli di oggi, così come quelli praticati dalla sinistra nel 2013 e nel 2017, sono illegali», ha detto. Ed ha respinto le accuse, a suo dire senza prove, attribuitegli dal neopresidente Inacio Lula da Silva: «Durante tutto il mio mandato – ha sottolineato – sono sempre stato nel perimetro della Costituzione, rispettando e difendendo le leggi, la democrazia, la trasparenza e la nostra sacra libertà». 

La condanna di Biden


E mentre il presidente americano Joe Biden ha condannato quello che definisce «l’assalto alla democrazia e al trasferimento pacifico del potere in Brasile», assicurando il pieno sostegno di Washington, il capo dello stato brasiliano è tornato a Brasilia, dove è andato a constatare il saccheggio del Palazzo presidenziale e della Corte suprema da parte dei sostenitori di Bolsonaro. Inacio Lula da Silva, in carica solo da una settimana, aveva detto in precedenza in un discorso dallo stato di San Paolo che il suo predecessore di estrema destra aveva «incoraggiato» i «vandali fascisti» a invadere i luoghi del potere nella capitale. 

Ursula von der Leyen: «Pieno sostegno a Lula»

Ferma condanna per un ‘assalto alla democrazia in Brasile’ è arrivata dalla presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen: “È una grande preoccupazione per tutti noi, difensori della democrazia», ha scritto su Twitter. «Il mio pieno sostegno al Presidente Lula, che è stato eletto in modo libero e correttamente».

La conta dei danni

Stamani le autorità brasiliane hanno iniziato a valutare i danni ingenti al Palazzo presidenziale, al Congresso e alla Corte Suprema di Brasilia dopo l’assalto di ieri dei sostenitori dell’ex presidente. Dopo diverse ore di caos, la polizia ha ripreso il controllo degli edifici invasi da centinaia di manifestanti anti-Lula e ha arrestato centinaia di persone, secondo il ministro della Giustizia e della Sicurezza Flavio Dino.
L’area era stata isolata dalle autorità. Ma i bolsonaristi, molti dei quali vestiti con le maglie gialle della squadra di calcio brasiliana, un simbolo di cui i bolsonaristi si sono appropriati, sono riusciti a sfondare i cordoni di sicurezza. Hanno causato danni considerevoli. Sono stati danneggiati dipinti di valore inestimabile, secondo le foto che circolano sui social network. E il giudice della Corte Suprema Alexandre de Moraes ha ordinato alle piattaforme di social media Facebook, Twitter e TikTok di bloccare la propaganda golpista. Inoltre, su richiesta dell’Avvocatura Generale dell’Unione, ha ordinato alle società di telecomunicazioni di tenere registri di connessione e geolocalizzazione degli utenti presenti in Praça dos Três Poderes.
I manifestanti nella notte hanno bloccato autostrade e strade federali in almeno quattro stati. Lo stato del Mato Grosso è il più colpito dalle proteste dei sostenitori dell’ex presidente Bolsonaro. Lo riporta il sito online di Folha de S.Paulo. 

L’intervento dell’esercito

A Brasilia, nel frattempo, l’esercito ha impedito alla polizia l’ingresso nell’area dove sono accampati molti seguaci dell’ex presidente che ieri hanno assaltato e devastato il Parlamento, la sede del Governo e la Corte suprema di giustizia. Secondo la pagina online del quotidiano Folha de S. Paulo, i militari hanno sbarrato la strada agli agenti che volevano entrare nella zona dove sono accampati gli autori dell’attacco con carri armati. Diversi veicoli della polizia, aggiunge il giornale, erano giunti all’ingresso della zona che si trova davanti al quartier generale dell’esercito, ma sono stati fermati. Si deve ricordare che il quartier generale dell’esercito si trova nel Settore militare urbano (Smu), area di responsabilità esclusiva militare. 

Rimosso il governatore del distretto

Il giudice della Corte Suprema Federale Alexandre de Moraes ha ordinato la rimozione del governatore del Distretto federale di Brasilia Ibaneis Rocha per un periodo di 90 giorni. La decisione è arrivata dopo l’invasione degli edifici del Congresso, del Tribunale federale e del Palácio do Planalto, sede della Presidenza della Repubblica del Brasile. Lo riportano i media brasiliani. «La violenta escalation di atti criminali è circostanza che può verificarsi solo con il consenso, e anche l’effettiva partecipazione, dalle autorità competenti per la sicurezza pubblica e l’intelligence», ha affermato Moraes.
Alexandre de Moraes ha affermato che il governatore del Distretto Federale ha ignorato tutte le richieste di rafforzamento della sicurezza avanzate da varie autorità. «Condotta ingannevolmente omissiva del governatore Ibaneis Rocha che non solo ha rilasciato dichiarazioni pubbliche difendendo una falsa ‘manifestazione politica libera a Brasilia’ – anche se tutte le reti sapevano che sarebbero stati compiuti attacchi alle istituzioni e ai loro membri – ma ha anche ignorato tutti gli appelli delle autorità a realizzare un piano di sicurezza analogo a quelli attuati negli ultimi due anni il 7 settembre, in particolare, con il divieto ai criminali terroristi di entrare nella spianata dei Ministeri, avendo rilasciato un ampio accesso», ha detto.

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