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La vicenda

“Divorzio” Campora da Amantea, ecco le ragioni del “No”

Primi passi del comitato che si oppone alla secessione. Appuntamenti a Campora e Serra. E il 12 la decisione del Consiglio di Stato

Pubblicato il: 10/01/2023 – 17:08
di Roberto De Santo
“Divorzio” Campora da Amantea, ecco le ragioni del “No”

AMANTEA Nasce anche il comitato del “No” alla “secessione” di Campora da Amantea e la conseguente nascita del comune di Temesa per fusione della popolosa frazione amanteana con Serra d’Aiello. Due in particolare i gruppi attivi nelle zone in cui la popolazione è stata chiamata a pronunciarsi nella consultazione del prossimo 22 gennaio: Campora San Giovanni e Serra d’Aiello. E dopo l’evento dello scorso 6 gennaio in piazza dei promotori del “Sì”, domani è prevista la prima uscita sempre a Campora degli attivisti del “No”. A cui seguirà l’appuntamento del 13 a Serra d’Aiello.
Il primo evento si svolgerà alle 19,30 al “Torrione” e vedrà protagonisti quanti sostengono che quella secessione dal capoluogo per Campora non sia positiva.
Per spiegare le ragioni del “No”, i promotori del comitato hanno diffuso anche un documento.
Un “no” scrivono perché «Campora è parte integrante del comune di Amantea, il suo più grande quartiere a sud, in una continuità abitativa Acquicella-Amantea marina-Tonnara- Coreca-Marinella-Campora; è una parte della città che soffre gli stessi mali causati dalle tante amministrazioni degli ultimi decenni e delle quali hanno sempre fatto parte anche cittadini eletti dai camporesi».
Ed ancora un “No” «perché le infrastrutture ed i servizi per i cittadini sono stati realizzati per tutti gli abitanti del comune ed anche del circondario: lo dimostrano i Pip ubicati a Campora dove è insediata l’imprenditoria camporese ed amanteana, il porto costruito per incentivare lo sviluppo turistico di tutto il territorio, il poliambulatorio ed il polo scolastico, ubicati ad Amantea ma posti al servizio di tutta la comunità e collegati funzionalmente con tutto il territorio, ecc».
Secondo i promotori del comitato del “No”, «dividere le due comunità che sono state sempre unite, non è solo vietato dalle leggi che, invece, favoriscono la formazione di comuni più grandi, ma è anche molto dannoso per tutti venendosi a ridurre gli accessi alle programmazioni territoriali, ai finanziamenti per imprese, lavori pubblici, servizi sociali e scolastici. la divisione porterebbe alla formazione di due unità più piccole e più deboli, si azzererebbe l’autonomia di Serra e la sua autogestione».
Per gli attivisti del Comitato inoltre, «non è vero che gli interventi infrastrutturali e le spese per servizi ai cittadini hanno penalizzato Campora a vantaggio di Amantea; basta girare lo sguardo intorno, verificare la condizione di strade, fogne, acquedotti in ambedue i centri urbani e poi giudicare senza pregiudizi». Scorrendo ancora il documento, gli attivisti scrivono che «non è vero che vi sono cittadini virtuosi (Campora) e cittadini viziosi (Amantea); cittadini che pagano le tasse (Campora) e cittadini evasori (Amantea); vizi e virtù sono egualmente distribuiti. È deleterio e stupido usare contrapposizioni false e per reconditi fini anche politici ed economici, con occhio al patrimonio comunale presente a Campora da privatizzare».
Così come per il comitato del “No”, «la massa debitoria- 40/50 milioni di euro- divisa per abitante, porterà al nuovo comune un debito iniziale di circa 10 milioni cui aggiungere altri 250.000 euro all’anno come quota ammortamento mutui per opere realizzate a Campora; risanare il debito da piccolo comune sarà più difficile che non da comune più grande che può trattare con più forza con gli organi di governo». Da qui infine l’appello: «Il futuro si costruisce con l’unità, dicendo no, votando no alla scissione».

L’attesa per la decisione del Consiglio di Stato

Ed intanto c’è attesa per la decisione del Consiglio di Stato – fissata per giovedì 12 – a cui il Comune di Amantea ha fatto ricorso il 19 dicembre scorso dopo la bocciatura del Tar sul ricorso di sospensiva presentato dalla stessa amministrazione comunale contro la Regione. In particolare nell’ordinanza pubblicata il 16 dicembre scorso i giudici amministrativo calabresi hanno rigettato l’istanza che chiedeva l’annullamento previa sospensione dell’efficacia degli atti finora compiuti per indire il referendum consultivo.
Contro quella decisione il Comune ha opposto resistenza davanti al Consiglio di Stato.
Sarà proprio in quella sede che si deciderà la sorte della consultazione avviata dalla delibera della Giunta regionale del 3 novembre e del decreto del Presidente della Regione del 9 novembre. Provvedimenti entrambi concernenti appunto l’indizione del referendum consultivo sulle modifiche dei confini territoriali dei comuni di Amantea e Serra d’Aiello.
Se Palazzo Spada dovesse valutare positivamente le ragioni del Comune di Amantea, quella consultazione verrebbe azzerata. Evitando anche eventuali ulteriori contenziosi futuri sulla spartizione di debiti dettati dallo stato di default in cui versa il Comune che pendono su tutti gli attuali cittadini di Amantea, Campora ovviamente compresa.  (r.desanto@corrierecal.it)

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